Binge drinking

Poco conosciuto ma sempre più frequente, il fenomeno del binge drinking, letteralmente “abbuffata di alcolici”. Si tratta di una vera e propria intossicazione alcolica che interessa soprattutto i più giovani. I dati che riportiamo di seguito sono emersi da un nostro questionario sottoposto a 51 intervistati, naturalmente anonimi, di età compresa tra i 18 e i 30 anni.

Perché si beve alcol?

Le risposte alla domanda “La prima volta che hai provato alcolici, perché lo hai fatto?” sono di grande rilevanza. Alcuni sostengono di aver provato l’alcool per la prima volta da bambini, sotto la supervisione dei familiari; e sono gli stessi che oggi consumano in maniera adeguata le suddette bevande. C’è poi chi ammette di farlo per piacere o per desiderio di bere. Qualcun altro ha ammesso di bere per emulazione e per sentirsi approvato dal gruppo di appartenenza.

Perché ci si “abbuffa” di alcolici?

Alla domanda “Perché ti sei abbuffato/a di alcol?” emergono risposte del tipo “Per divertirmi“, “Mi piaceva avere la mente annebbiata“, “Per cercare di sentirmi più a mio agio“, “Per seguire le mie amiche/i miei amici che lo facevano credendo fosse divertente“, “Per dimenticare, per dissociarmi dalla realtà“, “Perché lo si faceva in gruppo“; insomma le risposte, e dunque i motivi, sono varie ma tutte allarmanti; d’altronde allarmanti sono anche i dati riportati dall’ISS, l’Istituto Superiore di Sanità, per il quale il binge drinking è visto come una “moda”, e dalle cui ricerche è emerso un 15% di intervistati bevitori fuori dai pasti, di questi il 42% ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni.

L’ISS ha anche informato che c’è una netta differenza di consumo di alcolici tra Nord e Sud Italia; la regione con un più alto indice di binge drinkers è il Trentino; al contrario, la Campania registra la percentuale più bassa di “abbuffate di alcol”.

Le conseguenze del consumo di alcolici

Sappiamo che un uso esagerato di alcol può avere delle conseguenze, a breve o a lungo termine, ma quando ai nostri intervistati abbiamo chiesto se avessero avuto qualche conseguenza negativa, più della metà ha risposto di sì: il classico mal di testa, la perdita della memoria a breve termine, nausea, vomito. Qualcuno ha ammesso di aver perso il controllo e di essersi provocato del male a causa della perdita di sensibilità.

Alcuni si sono pentiti dopo queste “abbuffate”, altri hanno smesso consapevolmente, limitandosi a sporadici eventi e bevendo in maniera più controllata. Altri ancora, seppur con i “sensi di colpa” hanno ripetuto l’esperienza, come in un circolo vizioso: il binge drinking è infatti una dipendenza e come tale va trattata.

Ricordiamo che un uso sconsiderato di alcol è pericoloso per la nostra salute e per quella altrui; le conseguenze non possono essere trascurate. Secondo un’analisi della fondazione Veronesi, tra le conseguenze più rischiose c’è l’aumento di zuccheri nel sangue, del colesterolo e della pressione arteriosa. I rischi, quindi, non si limitano al momento immediatamente successivo all’assunzione – per esempio, mettersi alla guida in stato di ebrezza – ma si presentano anche a distanza di tempo.

Sensibilizziamo sempre!

Il Ministero della Salute ci ricorda che le fasce di età più a rischio sono gli ultra 65enni, e i ragazzi e le ragazze di 17/18 anni.

Non bisogna sottovalutare il binge drinking, bisogna invece sensibilizzare alla conoscenza del fenomeno, troppo poco conosciuto; infatti, nel nostro questionario (proposto, ricordiamo, a giovani tra 18 e 30 anni), alla domanda “Sai cos’è il binge drinking?“, più della metà ha risposto “No“; segno di un basso indice di consapevolezza.

E tu, lo conosci il binge drinking?

Annamaria Biancardi

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