Come la pandemia ha cambiato il nostro modo di leggere
pandemia ed editoria (fonte immagine: cronacheletterarie.com)

Roberto Burioni e Ilaria Capua sono solo due esempi di come l’editoria sia stata influenzata dalla pandemia: a fare “audience” sono scienziati e virologi, ovviamente prontissimi a pubblicare i loro libri, ma anche la letteratura distopica e apocalittica. Semplice riflesso del periodo o nuovo paradigma?

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Un pensiero sull’editoria durante la pandemia

L’editoria ha una sua storia, ed è perciò sempre esposta alle trasformazioni che modificano la società. Gli effetti immediati e quelli più visibili della pandemia sono correlati alle chiusure delle librerie innanzitutto: la misura non ha riguardato solo i grandi mercati come Italia, Francia, Regno Unito e Germania, ma anche mercati del libro più piccoli e in crescita – Portogallo, Bulgaria, Irlanda, Romania. L’impatto sulle vendite è stato devastante, considerato che le librerie fisiche sono ancora il canale preferenziale per chi legge, quello più utilizzato dai lettori, nonostante siano sempre maggiori gli acquisti online di libri. Già a metà marzo 2020 le librerie più grandi e le grandi superfici specializzate hanno visto ridurre le vendite del 30-50 %, e in alcuni paesi le perdite si sono aggirate attorno a numeri ben più grandi e gravi, 70-80 %. La chiusura di quello che è il principale canale distributivo – la libreria – ha portato a una riduzione del lavoro abbastanza drastica. Molte uscite che erano già state pianificate sono state rimandate o addirittura cancellate; e inoltre questo è accaduto dopo che tutta una serie di spese erano già state sostenute e non potevano essere recuperate: acquisizioni di diritti, traduzioni, promozione, logistica. Molti editori sono stati colpiti anche dalle interruzioni dei servizi di distribuzione e dalla diminuzione delle esportazioni. Aprile è stato poi il mese in cui le librerie sono rimaste sostanzialmente ferme in tanti Paesi, e i librai che hanno continuato a vendere lo hanno fatto su piattaforme online. Tra aprile e maggio le librerie hanno potuto riaprire quasi ovunque, a eccezione di Regno Unito e Irlanda dove si è dovuto aspettare giugno. Il danno era a quel punto enorme: le vendite di libri erano diminuite del 22,1% in Francia e dell’11,9% in Germania, dove il fatturato durante il lockdown si è ridotto del 50% (-17,5% per le vendite delle librerie fisiche, con un calo di fatturato del 70%). In Spagna le vendite nelle librerie fisiche segnavano -38%. Le vendite sono sì aumentate quando le librerie hanno riaperto, ma nella maggior parte dei casi rimanendo inferiori ai valori pre-lockdown.

Libri che raccontano l’epidemia di Covid-19

Sul Covid-19 e sulla pandemia si è letto di tutto e molti autori e molte autrici hanno pubblicato libri che parlano proprio di questo. La voglia – forse anche la necessità – di fare chiarezza su aspetti scientifici, ma anche su aspetti filosofici, sociologici e politici, ha dato vita in brevissimo tempo a diversi titoli capaci di suscitare interesse. Il tema del virus non è stato affrontato solo da scienziati, ma anche diversi scrittori che hanno raccontato la pandemia dal punto di vista dell’isolamento e delle sue conseguenze.

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(fonte: adelphi.it)

Oltre a Spillover di David Quammen, tornato alla ribalta dopo 8 anni dalla sua pubblicazione, sono molti i nuovi titoli che a vari livelli hanno cercato di spiegare l’evento che ha turbato il 2020. Noam Chomsky – filosofo, linguista, intellettuale e attivista politico – ha rilasciato tre lunghe interviste che sono state raccolte in Crisi di civiltà. In queste interviste spiega come l’epidemia abbia portato alla luce difficoltà già presenti in questa società e sviluppa il proprio pensiero parlando di come la sopravvivenza dell’umanità viene messa spesso in secondo grado rispetto alla possibilità di arricchimento di pochi e mostra come il paradigma neoliberista, l’incompetenza e la mala fede possono portare solo al disastro.

“Covid-19. Virologia e patologia” scritto da Mauro Bologna, medico chirurgo e professore ordinario di Patologia, e Aldo Lepidi, professore emerito di microbiologia generale e preside della Facoltà di Scienze, è un libro che ripercorre ciò che la scienza può dire di conoscere sulla situazione che da mesi stiamo vivendo. In questo saggio si cerca di fare chiarezza su molte questioni che riguardano il virus e la malattia, su come affrontarla.

Ilaria Capua, che nel 2007 è stata inserita tra i 50 scienziati migliori al mondo da Scientific American, e che per più di 30 anni si è occupata di malattie trasmissibili dagli animali all’uomo, in Il dopo. Il virus che ci ha costretto a cambiare mappa mentale spiega come il diffondersi dell’epidemia ha mostrato che spesso le nostre certezze si basano su una visione parziale delle cose. Il nostro rapporto con la natura deve essere quello di guardiani della natura stessa e la tecnologia può diventare lo strumento per difendere la società.

Roberto Burioni, virologo, insieme all’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, spiega cos’è un virus e come sia capace di passare dal mondo animale a quello umano e quindi che minaccia rappresenta per l’uomo. Così è stato per il Covid-19 che ha richiesto misure straordinarie in tutto il mondo. Ma non è la prima volta che un’epidemia mette sotto pressione la società: tramite un excursus tra le varie pandemie esce fuori un messaggio di speranza e di fiducia nel progresso scientifico che può combattere e vincere questi momenti di crisi.

Virus di Slavoj Žižek, filosofo contemporaneo, segue giorno per giorno questa attuale e inedita crisi pandemica che ha modificato la vita di ogni individuo, i rapporti tra Popolo e Stato, le relazioni internazionali.

Ma ci sono anche tantissime narrazioni del passato che descrivono situazioni analoghe. Un romanzo su tutti: Cecità di José Saramago. L’autore descrive un fenomeno immaginario, una cecità senza spiegazione che colpisce gli abitanti di una città mai nominata. Ogni pagina segue lo sviluppo di questa epidemia ma soprattutto c’è un racconto sull’umanità e sui suoi comportamenti di fronte a una minaccia così grande. Lo scrittore portoghese ha una visione della storia da cui emergono pessimismo e una società negativa dove indifferenza e assenza di solidarietà sembrano dominare i comportamenti dei protagonisti.

Valentina Cimino

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