La Spagna verso le Elezioni Europee, tra caos politico e ritorno della destra

La Spagna che si prepara alla prossime Elezioni Europee presenta un sistema politico in sommovimento, in crisi profonda, e dai connotati marcatamente differenti rispetto a quelli cui aveva abituato gli osservatori. Il vento della Destra è tornato a soffiare nel paese, dopo decenni di marginalità: le pulsioni centrifughe della comunità regionale catalana, la scarsa credibilità dei partiti, la crisi economica, e il riflesso dei flussi migratori hanno determinato un clima di profonda incertezza ed instabilità, terreno fertile per la diffusione del sovranismo e del nazionalismo.

Il paese iberico è da sempre considerato un laboratorio politico complesso ed imprevedibile. Se si attraversa la tumultuosa storia contemporanea spagnola, dall’esperienza della Repubblica e della Guerra Civile, fino al Franchismo e al sofferto ritorno alla Democrazia nel 1977-78, si può facilmente convenire con quanto appena affermato: la Spagna presenta una storia politico-istituzionale singolare e sfaccettata, pur inserita all’interno del continuum culturale occidentale, avvezza ad alternare periodi di relativa stabilità ad altri di forti turbolenze e repentine trasformazioni.

Quale fisionomia politica mostrerà la Spagna dopo l’appuntamento elettorale? In gioco c’è ben più dei 54 scranni del Parlamento Europeo: la resistenza di un grande paese al fascino della nuova destra.

Le Elezioni Europee, ultimo atto della crisi politica spagnola

In Spagna, il travaglio e l’incertezza attuali affondano radici profonde. La crisi economico-occupazionale, che ha attanagliato il paese dal 2008 dopo anni di crescita, si è accompagnata ad una crisi istituzionale di vaste proporzioni: il malessere sociale ha contribuito a dare vita ad un clima di insofferenza verso la classe dirigente e politica, travolta dagli scandali legati alla corruzione, culminato nelle imponenti proteste di piazza degli Indignados nel maggio del 2011.

Da allora il solido bipolarismo post-franchista è andato fragorosamente in frantumi: sospeso tra i flutti dell’instabilità, il governo viene mantenuto dal centro-destra di Rajoy, sostituito poi dal socialista Sanchez nel 2018, ma le forze politiche tradizionali devono fare i conti con la corposa affermazione elettorale dei movimenti Podemos e Ciudadanos.

Indignados
IReuters

Da allora i cocci del sistema politico faticano a trovare una nuova ed equilibrata composizione e questa sorta di tetrarchia politica, affiancata ad un sistema elettorale quasi puramente proporzionale, ha imposto un’ingovernabilità particolarmente esasperata: la Spagna è andata al voto due volte negli ultimi quattro anni, e tornerà alle urne a breve, mentre le lunghe trattative per la formazione dei vari esecutivi (spesso di minoranza) hanno dato vita a governi con scarsa agibilità e scomparsi prematuramente. Va anche sottolineato che la ferita dell’indipendentismo catalano brucia ancora: il successo dei partiti regionali catalani dai connotati secessionisti si riverbera sulla stabilità, frastaglia ulteriormente lo scontro elettorale ed esacerba la conflittualità del sistema politico.

A poco più di un mese dalla celebrazione delle Elezioni Europee, e a poche settimane da quelle nazionali, i rapporti di forza tra i diversi soggetti politici denotano una certa volatilità (descritta dai più recenti sondaggi elettorali). L’esito delle consultazioni potrebbe rivelarsi sorprendente.

La Spagna del vecchio bipolarismo: PPE e PSOE

Il PP, partito cristiano-popolare e di centro-destra, e il PSOE, partito socialista-operaio di centro-sinistra, sono i partiti storici della democrazia spagnola che fanno chiaramente riferimento alle rispettive famiglie politiche europee. Tuttavia, si commetterebbe un errore se si ritenesse che queste due forze politiche non portino con sé novità politiche rilevanti e che non saranno centrali nel futuro politico della Spagna.

Sanchez e Casado

Anche in seguito a pesantissimi scandali, il PP aveva compromesso la proprio credibilità e identità politica. Tuttavia si è mosso repentinamente per il rinnovamento dei suoi vertici e delle sue posizioni politiche: il nuovo presidente del partito, il giovane Pablo Casado, si è fatto promotore di una svolta a destra del PP, ora marcatamente nazionalista, anti-immigrati e liberista. Il successo di questa operazione, che vuole rispondere a pulsioni indubbiamente crescenti presso l’elettorato, sarà da valutare con il senno di poi.

Il PSOE di Pedro Sanchez è reduce da un’esperienza di governo segnata da grandi difficoltà politiche (a partire dall’indispensabile supporto esterno di Podemos e dal traballante sostegno dei partiti catalani), ma che ha segnato per il partito il ritorno ad una solida identità di Sinistra. Le manovre economiche re-distributive, l’attenzione al welfare e le politiche di accoglienza dei migranti lo hanno dimostrato e sembrano trovare risposte positive presso l’elettorato: secondo le ultime rilevazioni, il PSOE sarebbe primo partito, davanti al PP, con un certo margine.

I movimenti anti-sistema: Podemos e Ciudadanos

In Spagna, la diffusa sfiducia dell’elettorato ha regalato grosse fortune e consensi ai nuovi movimenti politici che hanno proposto un radicale rinnovamento politico e sociale: Podemos e Ciudadanos hanno risposto ad istanze politiche molto diverse, e tuttavia riconducibili alla volontà di cambiamento.

Quello guidato da Pablo Iglesias, può essere descritto come un movimento anti-sistema che si riconosce nel populismo di estrema sinistra (aderisce al gruppo europeo GUE/NGL), e che fa della democrazia diretta, del progressismo sociale e della lotta alla corruzione del sistema politico-economico i suoi perni ideologici. Superate le difficoltà di una delicata crisi interna, Podemos è ancora terza forza politica secondo i sondaggi, ma il folgorante successo politico delle origini, che ha saputo rivoluzionare profondamente la politica spagnola, e ha sfiorato il governo, sembra ormai affievolito. Le capacità carismatiche del leader e la potenza comunicativa del movimento, tuttavia, potrebbero ancora invertire la tendenza.

Iglesias
AFP PHOTO / DANI POZO

Ciudadanos di Albert Rivera ambisce a raccogliere il voto della destra borghese e moderata e dei settori produttivi, attraverso un programma politico ispirato al neoliberismo e alla tutela degli affari, ma anche al rinnovamento di una classe dirigente ritenuta poco moderna ed inefficiente: sarà parte del gruppo europeo liberale (ALDE). Il peso elettorale degli “arancioni” ha subito importanti variazioni, e se secondo le attuali rilevazioni è paragonabile a quello di Podemos, il posizionamento “al centro” all’interno del dibattito politico potrebbe essere foriero di dividendi elettorali superiori alle aspettative.

Vox: in Spagna la destra è tornata

Inutile cercare di negarlo: la novità più importante di questa competizione elettorale sarà Vox, una formazione di estrema destra, dalle sfumature neo-franchiste e di chiara collocazione populista-sovranista nell’attuale spettro politico europeo.

Balzata agli onori delle cronache in seguito al clamoroso successo alle ultime elezioni regionali andaluse, la sua affermazione ha costituito un fatto nuovo e sconvolgente per la politica spagnola: una forza politica palesemente ispirata alla destra radicale non era mai riuscita ad inserirsi nel dibattito pubblico del paese dai tempi della dittatura, meno che mai con
tale efficacia e pervasività tali da influenzarne corposamente l’agenda politica. Essa registra consensi in forte ascesa, e il presidente Santiago Abrascal si muove con sicurezza calcando il solco tracciato dalle nuove destre europee anti-sistema ed identitarie.

La Spagna verso le Elezioni Europee, tra caos politico e ritorno della destra

La Spagna era finora descritta come “l’anomalia iberica”, un’oasi nella quale le destre non riuscivano a trovare spazi di manovra. Purtroppo si trattava solo di un miraggio nel deserto: Vox sarà ago della bilancia della politica spagnola (cercando di tessere rapporti con PP e Ciudadanos) e un suo successo superiore alle aspettative alle Elezioni Europee incrementerebbe in modo forse determinante l’influenza dei sovranisti a Bruxelles.

Il suo principale avversario sarà una Sinistra indubbiamente indebolita dagli ultimi eventi politici, e divisa in due soggetti in conflitto, ma comunque più competitiva e organizzata rispetto ad altri paesi, che non ha abdicato riguardo alla propria missione politico-sociale. La “Frontiera Politica” a cui si riferiva il poeta Federico Garcia Lorca, si erigerà nuovamente anche in Spagna?

Luigi Iannone

Luigi Iannone
Classe '93, salernitano, cittadino del mondo. Laureato in "Scienze Politiche e Relazioni Internazionali" e "Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica". Ateo, idealista e comunista convinto, da quando riesca a ricordare. Appassionato di politica e attualità, culture straniere, gastronomia, cinema, videogames, serie TV e musica. Curioso fino al midollo e quindi, naturalmente, tuttologo prestato alla scrittura.

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