James
Fonte: https://www.focus.it/cultura/mistero/quanti-tipi-di-fantasmi-esistono

Montague Rhodes James (1862-1936) è indubbiamente un classico della letteratura fantastica inglese con cui devono necessariamente confrontarsi i lettori più appassionati di racconti horror; oltre ad essere stato un importante punto di riferimento per autori come Lovecraft e King, che a loro volta sono divenuti maestri del genere. Vissuto in Inghilterra, James era figlio di un curato e sin dall’infanzia aveva maturato un profondo interesse per l’antichità, in particolare per il mondo medievale. Studia a Eton e poi a Cambridge (di cui nel 1905 divenne rettore), dove si specializza in archeologia classica. Qui decolla la sua carriera, grazie alla pubblicazione di un’opera inerente alla storia del cristianesimo: “L’Apocalisse Di San Pietro”. Ad oggi, è considerato tra i maggiori autori di storie di fantasmi, che amava leggere nella notte di Natale ad amici e parenti.

Uomo di cultura eclettico, James è stato filologo, scrittore, storico, medievista, noto studioso di paleografia e archeologia, bibliofilo e antiquario. Un percorso di studi che trova ampia accoglienza all’interno della sua cospicua produzione di storie di fantasmi, anch’essa duttile e versatile. La varietà degli spunti si mescola a quella degli stili. L’autore inglese, infatti, passa dal racconto epistolare al diario, dalla narrazione in prima persona al resoconto di atti processuali. Le storie inoltre sono spesso arricchite di punte da genere giallo e fantastico. Il tutto è naturalmente condito da richiami costanti agli usi britannici, in particolare di età vittoriana.

Tra le opere di James merita particolare menzione quella dal titolo “Short stories”, una raccolta pubblicata nel 1924, quando l’autore aveva già riunito un folto pubblico di lettori, rilanciando in Inghilterra il gusto per le storie di fantasmi. Tra i 41 brani che compongono l’opera, particolarmente interessante è “C’era un uomo che abitava vicino al camposanto”. Un racconto breve, ma che rispecchia appieno le caratteristiche tipiche del genere horror e le peculiarità dell’autore.

Il protagonista del racconto è un uomo di nome John Poole, «vedovo, avanti negli anni, avaraccio», che ha la particolarità di abitare vicino al cimitero. La postazione gli garantisce uno sguardo costante su tutti i funerali che si svolgono lì. Uno soprattutto, però, è portato all’attenzione del lettore e sconvolge la vita del protagonista. Si tratta del rito funebre di una vecchia donna: «era ricca, non simpatica e aveva una faccia che metteva paura». Se oggi siamo soliti dire che i soldi non possano essere portati nella tomba, non vale lo stesso per la nostra anziana. Disprezzata e rinnegata da tutti, anche i suoi denari vengono sepolti con lei: «il parroco chinandosi sul cadavere lasciò cadere qualcosa che tintinnò e a bassa voce disse parole che suonarono come: “il denaro perisca con te”». Una solitudine assoluta, dunque, quella della defunta, che al suo rito di sepoltura non ha nessun altro se non il sacrestano, il parroco e pochi altri uomini addetti ai lavori. L’occhio attraverso il quale James descrive la scena è quello di John, che dalla finestra di casa inizia ad adocchiare il gruzzoletto di cui vorrebbe impossessarsi. Impavidamente, quindi, passato il rito, provvede ad appropriarsene, ma questo gli costerà un gran spavento, poiché il fantasma dell’anziana donna, il cui unico fine nella vita sembra essere stato quello di accumulare ricchezze, lo andrà a cercare di notte, tra porte scricchiolanti e venti battenti, per reclamare indietro la refurtiva.

James, in questo racconto, al pari di altre storie di fantasmi, include elementi tipici del genere horror, ma al contempo lo rinnova in chiave moderna. Da un lato, infatti, troviamo elementi tipici come l’ambientazione cimiteriale, la notte, i rumori che creano tensione e presenze inquietanti, che vanno a particolareggiare il gusto per la descrizione tipico di James; dall’altro, però, troviamo la modernità di un autore che conferisce al racconto un retrogusto giallo, in particolare sul finale. James, infatti, non svela la conclusione né l’oggetto di cui è in possesso il protagonista, ma lascia che il lettore vesta i panni del detective e si lasci involvere nel racconto di cui poterà addosso la paura e il senso del mistero.

Alessio Arvonio

Alessio Arvonio
Classe 1993, laureato in lettere moderne e specializzato in filologia moderna alla Federico II di Napoli. Il mio corpo e la mia anima non vanno spesso d'accordo. A quest'ultima devo la necessità di scrivere, filosofare, guardare il cielo e sognare. In attesa di altre cose, vivo.

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