Agricoltura sintropica: rigenerare gli ecosistemi ottimizzando la produttività
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I nefasti effetti della crisi climatica si abbattono con sempre più violenza sul settore primario. Il comparto agricolo, allo stesso tempo vittima e carnefice dell’emergenza ambientale, risente notevolmente delle conseguenze dei cambiamenti climatici, tra cui gli eventi meteo estremi che, nel solo 2021, hanno colpito l’Italia ben 1.500 volte. Adottare nuove forme di agricoltura a basso impatto ambientale, capaci di rigenerare gli ecosistemi e di ottimizzare la produttività, è ormai parte fondamentale del piano internazionale di transizione ecologica. Tra le molteplici soluzioni utili al raggiungimento di tale obiettivo, l’agricoltura sintropica (AS) rappresenta di certo un’alternativa green alle non più sostenibili attività agricole tradizionali.

Agricoltura sintropica: replicare la natura per salvare la natura

«Gli effetti del cambiamento climatico, quali il riscaldamento globale, gli eventi meteorologici estremi più frequenti e più intensi, la carenza d’acqua, l’innalzamento del livello del mare, il degrado del suolo, la distruzione degli ecosistemi e la perdita di biodiversità, possono compromettere la capacità dell’agricoltura di nutrirci». Dal report del WWF “2021 effetto clima: l’anno nero dell’agricoltura italiana” emerge un quadro allarmante per gli agricoltori del Belpaese. La crisi climatica rende sempre più necessaria la ricerca e l’applicazione di nuove tipologie di agricoltura a basso impatto ambientale. L’agricoltura sintropica si inserisce perfettamente in tale contesto dati i molteplici vantaggi ambientali e socioeconomici che essa comporta.

Nata in Brasile circa cinque decenni fa, l’agricoltura sintropica si fonda sul principio di successione ecologica delle specie ovvero sull’evoluzione naturale di un ecosistema in cui l’avvicendamento di varie specie vegetali permette una perfetta imitazione dei processi naturali che si verificano in una foresta. Come con l’agroforestazione successoria, l’agricoltura sintropica riduce notevolmente gli spazi utilizzati, ottimizza l’utilizzo delle risorse naturali (acqua, fertilizzanti naturali etc.), limita e inverte i degrado dei suoli e infine incrementa e diversifica la produttività. Imitale la natura per salvare la natura, per difendere e ripristinare la biodiversità e le risorse idriche: una strategia conosciuta con il termine “nature based solution” (NBSs), veri e propri piani di gestione e di uso sostenibile delle risorse naturali utili nella lotta alla crisi ecologica.

«Le leggi della natura sono prestabilite , non sta a noi crearle o modificarle. Dobbiamo agire in un modo che sia vantaggioso per tutti i partecipanti, tutti gli interessati, in modo da essere ancora una volta considerati esseri utili e benvenuti nel sistema». Per il ricercatore svizzero Ernst Götsch, primo promotore dell’agricoltura sintropica, la salvaguardia degli ecosistemi non è soggetta a «una ricetta pronta da copiare e incollare», ma passa invece per un radicale cambio di prospettiva nel modo di concepire i sistemi agricoli. Replicare e accelerare i processi naturali di successione e stratificazione ecologica, lavorare con la natura e non contro di essa, creare quindi per ogni pianta le condizioni ideali per la crescita, collocando queste ultime nei giusti spazi e seguendo i giusti tempi. «Nell’agricoltura sintropica le buche diventano nidi, i semi diventano geni, il diserbo diventa raccolta, la competizione lascia il posto alla cooperazione e parassiti e malattie sono visti come “agenti del dipartimento di ottimizzazione dei processi vitali”».

Syntropic Farming non è solo sinonimo di ecosostenibilità ma anche di ottimizzazione della produttività. L’aumento della resa agricola non rappresenta il primo obiettivo di tale attività, ma la semplice conseguenza della rigenerazione degli ecosistemi. Tutelare l’ambiente aiuta quindi a salvaguardare e a far crescere l’economia e il benessere sociale. In Brasile i risultati della messa in pratica di tale strategia agricola non si sono fatti attendere. Applicabile anche su larga scala, la AS sta aiutando i coltivatori brasiliani, permettendo loro di risparmiare il 75% delle risorse idriche e di terra e di rigenerare i suoli degradati dopo appena 2 o 3 anni di attività. Non è un caso se la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha inserito l’agricoltura sintropica nelle pratiche che favoriscono l’approccio CSA (Climate-Smart Agricolture) ovvero quelle strategie che favoriscono le azioni utili a trasformare i sistemi agroalimentari in pratiche verdi e resilienti alla crisi climatica.

In un mondo che corre verso un aumento di temperatura globale superiore ai 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, abbiamo un necessario bisogno di incrementare la sostenibilità ambientale del settore primario e, nel mentre, di adattarci ai cambiamenti climatici. In tale catastrofico contesto l’agricoltura sintropica può rappresentare senza dubbio un’arma importante nella prevenzione dei rischi legati agli effetti del climate change e nella lotta alla crisi ecologica. L’agricoltura convenzionale sta portando gli ecosistemi naturali verso un punto di non ritorno. Per questo motivo sarà fondamentale divulgare e incentivare pratiche ecosostenibili come la AS, strategia agricola tanto efficace quanto (purtroppo) poco conosciuta.

Marco Pisano

Marco Pisano
Sono Marco, un quasi trentenne appassionato di musica, lettura e agricoltura. Da tre e più anni mi occupo di difesa ambientale e, grazie a Libero Pensiero, torno a parlarne nello spazio concessomi. Anch'io come Andy Warhol "Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare". Pace interiore!

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