Chi è Keir Starmer, la nuova guida del Labour Party dopo Corbyn

Keir Starmer, questo il nome dell’uomo che guida il Partito del Labour inglese a partire dal 4 aprile 2020 . Con una percentuale del 56,2% di consensi ha vinto al primo turno, affermandosi come leader battendo le rivali Rebecca Long-Bailey e Lisa Nandy. Pur essendo stato nominato Sir nel 2014 dalla regina Elisabetta per il suo ruolo come Procuratore Generale, cosa che gli ha procurato il soprannome di “Baronetto della working class”, il suo background socialista è reso evidente dal nome datogli dai genitori in onore di Keir Hardie, uno dei fondatori del Labour stesso; di origini umili, essendo figlio della classe operaia inglese con padre attrezzista e madre infermiera, è apprezzato in modo particolare per il suo impegno sulla linea dei diritti civili, talvolta pro bono, e per aver difeso due ragazzi portati in tribunale da McDonald’s per aver messo in discussione le politiche di quest’ultimo. “McLibel case” il nome della causa in questione, passata alla storia anche grazie al documentario prodotto dal noto regista/attivista Ken Loach.

La linea politica di Keir Starmer si posiziona in antitesi a quella del suo predecessore Corbyn e più vicina alla celebre “Terza Via” di Tony Blair, capo del partito dal 1997 al 2007. Se, infatti, negli ultimi 5 anni il Partito Laburista ha visto una radicale virata a sinistra, una divisione su più fronti, una certa ambiguità sul fronte Brexit e in ultimo lo scandalo a causa delle dichiarazioni antisemite dell’ex leader, con l’elezione di Starmer, il quale si è dapprima scusato con gli elettori e ha poi promesso di sradicare il problema dalle radici, si tornerà a una politica fatta di opposizione basata sul dialogo e sull’interlocuzione costruttiva piuttosto che sul semplice ostruzionismo. Opposta anche la sua convinzione europeista: Starmer è stato un tenace sostenitore della proposta di un secondo referendum sulla Brexit. Come obiettivo vi è anche quello, secondo lui fondamentale, di rendere il Labour di nuovo credibile agli occhi degli elettori e di riportarlo in auge dopo l’ultima tremenda sconfitta del 2019, che ha visto i voti diminuiti di quasi l’8% in quella che è stata definita la peggiore tornata elettorale dal 1932. Far progredire e riunificare il partito sotto una direzione e riacquistare la fiducia degli elettori: uno dei primi compiti di Starmer sarà, dunque, quello di riportare “a casa” tutte quelle pecorelle erranti che nel corso delle ultime elezioni si sono smarrite e si sono fatte ammaliare dai tories.

Il neo-eletto si trova di fronte una situazione alquanto difficile: da un lato la pandemia da CoViD-19, dall’altro la Brexit. Due pesanti sfide da affrontare che, a breve, metteranno tutto il parlamento inglese sotto esame da parte degli elettori e degli attori internazionali. Si può affermare che dagli USA all’Europa il modo per combattere il populismo di destra sembra essere lo stesso, porre a capo del partito un moderato che riesca a ricostruire sotto la propria leadership un nuovo elettorato di sinistra allargata e dai confini sfumati.

Michela Partucci

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