I racconti del terrore Edgar Allan Poe
Fonte: https://barbarapicci.com/2017/12/20/fotostoria-colori-89/originariamente-collocato-in-una-tomba-non-marcata-edgar-allen-poe-fu-sepolto-il-9-ottobre-1849/

I racconti del terrore” di Edgar Allan Poe, un horror appartenente alla categoria dei cosiddetti classici, gode di un fascino e di una pregnanza di significato propri di un numero ristretto di libri. Edito innumerevoli volte dopo la sua prima pubblicazione, che risale al 1845, e messo anche in scena da Roger Gorman nel 1962; questo libro è una fucina di brevi racconti inquietanti e fantastici che ha fatto la storia del genere horror. I racconti sono stati suddivisi da Edgar Allan Poe in più edizioni, a loro volta organizzate in tre sezioni: Racconti fantastici, Racconti del mistero e dell’incubo e Racconti del terrore e del grottesco. Questa serie di brevi storie tratta di argomenti mistici narrati con un fascino gotico da far accapponare la pelle e nel loro susseguirsi si incontrano vicende di vario genere che hanno appassionato e appassionano ancora oggi moltissimi lettori. La prima suddivisione in sezioni non è stata mantenuta nelle edizioni novecentesche che vedono “I Racconti del terrore” organizzati in sulla base di tre tematiche: Mistero – Incubo/Fantasia e Terrore, in ciascuna delle quali si susseguono omicidi, storie di morti e di fantasmi, di significati celati dietro terrificanti incubi.

I racconti che appartengono alla categoria del Mistero sono quelli che vedono alternarsi storie di omicidi e morti avvenute sotto un alone di mistero che spesso vanno a sfociare, nel risolversi delle vicende, nel buffo o grottesco. Tra questi rientra la storia del “Mistero di Marie Roget“, ispirata ad un fatto di cronaca accaduto a New York e ambientata a Parigi, in cui si narra della scomparsa improvvisa della fanciulla e dell’indagine che ne segue. Fra gli altri “Racconti del Terrore” di Edgar Allan Poe, rientrano quelli che ci incuriosiscono con vicende fantastiche o di incubi, in cui lo stampo gotico della narrazione è associato alla follia e stranezza dei personaggi, spesso difficili da comprendere. Uno delle più famose storie che seguono questo genere è “Il diavolo nel campanile“, ambientata in un villaggio sperduto tra i posti più belli del mondo. Nel campanile di questo villaggio alloggia un omiciattolo che scatena con il suo arrivo una maledizione nel paese e per risolverla dovrà soltanto essere cacciato. Infine, abbiamo i racconti del terrore veri e propri, che rappresentano il cuore di questo testo, la sezione più riprodotta e anche la più nota. Si tratta di vicende con ambientazione contemporanea nell’Europa in cui viveva Poe che sono designati all’insegna dell’orrore estremo.

Questa tipologia di storie è inoltre arricchita dalla dimensione oltremondana che viene contemplata attraverso la morte e il Demonio, nonché ambientata sullo sfondo dell’inconscio umano. Tra questi rientra il famoso “Uomo della folla” un racconto non horror, ma immerso in un alone di mistero e dubbi, dove un uomo resta sempre seduto ad osservare dal suo bar preferito tutti coloro che passano e ne indovina il carattere e le professioni. Nell’osservare individua un vecchio e minuto passante che non si chiarifica alla sua indagine e decide di seguirlo, nel seguirlo però si accorge che il suo girare in tondo lo rende un uomo che non vuole farsi scoprire, ma restare sempre celato tra la folla. Non sono, quindi, solo spaventosi “I racconti del terrore” di Poe, sono intriganti, inquietanti e amplificati da un’indagine psicologica che l’autore conduce sugli individui del suo tempo. Proprio questo scavare a fondo che lo scrittore pratica è l’aspetto che mette più paura della sua opera perché ci porta a scoprire la trama di intrecci fitti nella mente di ciascun individuo, quella che più terrorizza qualsiasi essere umano. Si può parlare allora di questa opera come di un thriller/horror di carattere psicologico, dove a fare paura è ciò che si cela nei protagonisti umani.

Edgar Allan Poe oltre ad essere uno scrittore straordinario, si mostra con questa sua opera un maestro del terrore, ispirato anche dall’epoca di evoluzione e allo stesso tempo di cupo cambiamento a lui contemporanea. Cercando di mantenere sempre un tono da narratore distaccato, non coinvolto nella sua opera egli sfocia comunque, in alcuni casi, nell’immedesimazione, nel rendere noto il suo punto di vista sulle vicende. Quando l’autore assume il punto di vista del protagonista, è allora che la storia si fa più interessante e anche il lettore riesce in un immedesimazione senza eguali, che è la chiave per comprendere ed apprezzare maggiormente questo genere letterario. Tuttavia, il confine sottile tra realtà e fantasia cela un espediente letterario, utilizzato dall’autore, che rende ancora più enigmatiche le vicende, riuscendo al contempo nel coinvolgere attivamente il lettore, proto a risolvere i crimini compiuti, come un ispettore del mistero. Nonostante queste vicende appaiano lontane dalla quotidianità, alcuni eventi hanno un fondamento negli eventi avvenuti in quegli anni ed è questo che inquieta maggiormente. Perché conoscere l’uomo e la sua identità nascosta è un’impresa che Poe cerca di portare a conclusione nei suoi “Racconti del terrore“, ma la strada verso l’intimo inconscio e, tante volte, anche conscio umano è oscura e spaventosa.

Probabilmente è proprio questa indagine non conclusa che porta il lettore a procedere nella narrazione, seguendo senza sosta le vicende che sono miele per gli appassionati del genere. Se questo spaccato, riprodotto attraverso brevi racconti, sulla complessità umana è la fonte del successo che Edgar Allan Poe ha avuto come autore nel corso degli ultimi secoli, vorrà dire che l’individuo è interessato a comprendere se stesso e chi gli sta intorno anche a costo di finire nell’oscura trama dei racconti di terrore.

Francesca Scola

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui