L' energia geotermica può aiutare le megalopoli nella transizione ecologica?
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Correva l’anno 2007 quando uno studio pubblicato su Our World In Data attestava che il numero degli abitanti delle città aveva appena superato quello della popolazione residente nelle campagne. Un flusso sempre maggiore che ha portato le grandi città a espandersi fino a diventare vere e proprie megalopoli, centri urbani con più di dieci milioni di abitanti. Secondo il World Urbanization Prospects 2018 redatto dall’ONU, l’incessante migrazione della popolazione mondiale verso le grandi città farà aumentare il numero delle megalopoli attualmente presenti su scala globale: da 33 a 43 entro il 2030. Con un consumo del 67%-76% dell’energia prodotta globalmente (di cui più del 70% derivante da combustibili fossili), le grandi città causeranno un’accrescimento delle problematiche legate alla crisi climatica. Per questo motivo occorre un piano affinché le megalopoli invertano questa catastrofica tendenza. Un nuovo studio pubblicato su Nature analizza i possibili vantaggi ambientali derivanti dall’utilizzo dell’energia geotermica come mezzo utile alla transizione ecologica delle città mega-urbane.

L’insostenibilità delle megalopoli

Produttrici del 20% del PIL mondiale ed enormi consumatrici di energia, le megalopoli si avviano verso un futuro oggi più che mai incerto. Oltre la metà della popolazione mondiale vive nelle grandi città. Un numero destinato a crescere con il passare degli anni: si stima infatti che entro il 2050 gli abitanti delle megalopoli aumenteranno del 18%. Un incremento che comporterà anche l’accrescimento delle emissioni di gas serra associate del 70%-80%. Secondo la rivista accademica PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), l’aumento della popolazione di questi grandi centri urbani causerà una crescita del consumo di energia del 7%-40% utile al riscaldamento e al raffreddamento degli edifici. L’energia e le emissioni a essa legate non saranno le uniche sfide che le megalopoli dovranno affrontare. Trasporti, acqua, rifiuti, servizi igienico-sanitari e sicurezza: senza un’attenta pianificazione e ottimizzazione delle risorse economiche e ambientali, le città mega-urbane saranno destinate a un futuro a dir poco tragico.

Lo studio “Geothermal energy as a means to decarbonize the energy mix of megacities” pubblicato su Nature suggerisce che «Oltre alla domanda di energia, il cambiamento climatico potrebbe mettere a dura prova l’approvvigionamento idrico» poiché «Le megacittà situate nelle zone subtropicali potrebbero subire precipitazioni inferiori alla media al variare dei modelli meteorologici». Una sfida nella sfida, se si considera che una mega crisi idrica potrebbe essere affrontata solo con strumenti come la desalinizzazione e il riciclo delle acque reflue. Processi che ad oggi richiedono grandi quantità di energia.

Il progresso tecnologico nel campo delle energie rinnovabili ad oggi non riesce ad assicurare una fornitura di elettricità sicura. Strumenti come i pannelli solari e le turbine eoliche rappresentano senz’altro la scelta energetica più ecologica, ma i problemi tecnici a essi legati, spesso sottovalutati dal mondo dell’attivismo ambientale, non permetterebbero un’efficace produzione di energia. Le pale eoliche, ad esempio, dipendono dalle condizioni meteorologiche e quindi dalla presenza o meno di vento, mentre l’istallazione di pannelli solari capaci di fornire elettricità a un’intera megalopoli si tradurrebbe in occupazione di campi coltivabili, pascoli e distruzione di foreste. Oltre a ciò, le energie rinnovabili non garantiscono il cosiddetto “base load” (carico di base), ovvero il livello minimo di energia che è necessario fornire in modo continuo al sistema elettrico. Problematiche che potrebbero essere risolte grazie all’utilizzo dell’energia geotermica.

I vantaggi dell’energia geotermica nel processo di transizione ecologica

L’energia geotermica è molto spesso sottovalutata nei piani di sviluppo delle megalopoli. Eppure proprio questa tipologia di energia garantisce un carico di base capace di soddisfare la domanda di energia 24 ore al giorno, indipendentemente dalle condizioni meteo e dal ciclo giorno/notte. Rispetto ai pannelli solari e ai parchi eolici, la realizzazione di una centrale geotermica richiederebbe un minore utilizzo di terreno. Secondo i ricercatori «L’elettricità derivata dagli sviluppi geotermici può essere in grado non solo di soddisfare l’aumento del fabbisogno energetico delle megalopoli, ma anche di contribuire al futuro fabbisogno energetico. Oltre al settore residenziale esistono anche altre applicazioni industriali che possono sfruttare il calore dei circuiti geotermici, come l’agricoltura in serra, la conservazione degli alimenti, l’industria tessile, etc.».

L’aumento della stabilità della rete energetica e un minor utilizzo di spazio non sono gli unici vantaggi derivanti dall’utilizzo dell’energia geotermica. Quest’ultima infatti ridurrebbe di molto i costi collegati ai servizi di stoccaggio energetico e garantirebbe una efficace decarbonizzazione delle megalopoli.

Gli autori dello studio pubblicato su Nature sostengono che l’energia geotermica potrebbe aiutare le megacittà nel processo di transizione ecologica. Per centrare questo obiettivo è però necessario che le istituzioni politiche investano risorse economiche, magari provenienti da una maggiore tassazione delle fonti energetiche inquinanti, nella ricerca e nella sviluppo di questo tipo di energia.

Marco Pisano

Sono Marco, un quasi trentenne appassionato di musica, lettura e agricoltura. Da tre e più anni mi occupo di difesa ambientale e, grazie a Libero Pensiero, torno a parlarne nello spazio concessomi. Anch'io come Andy Warhol "Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare". Pace interiore!

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