Correva l’anno 2008 e lo Zenit San Pietroburgo era appena diventato la squadra più affascinante d’Europa, dopo il 5-1 complessivo rifilato al Bayern Monaco tra la semifinale d’andata e quella di ritorno in Coppa Uefa, e la vittoria poi in finale contro i Rangers giocata a Manchester. E come per ogni storia che crea fascino nelle persone, tutti noi abbiamo iniziato a seguire le vicende dei nostri eroi russi sia all’Europeo 2008 che in generale nei loro club, e non solo per guardare Andrey Arshavin. E per questo stesso motivo, abbiamo visto tutti l’exploit di un ragazzino russo della Dinamo Mosca di nome Aleksandr Kokorin, che proprio dal 2008 in poi è iniziato a venire fuori nel calcio che conta e a mettere in mostra le sue qualità.
Ma la storia di Kokorin non è quella del classico talento che viene fuori dai campionati minori e cerca di imporsi nel calcio europeo (anche perché sappiamo che raramente i calciatori russi vanno via dal proprio paese, quindi non è detto fosse la sua priorità), bensì quella di un ragazzo con ottime qualità individuali ma con la testa ovunque fuorché sul rettangolo di gioco. E in tutto questo sarebbe anche il miglior talento sfornato dal calcio russo negli ultimi anni, il più giovane marcatore nella storia (gloriosa, peraltro) della Dinamo Mosca, e la speranza alla quale la Fiorentina si aggrappa per uscire fuori dal pantano della zona salvezza, ma per conoscerlo meglio ci serve raccontare parte della sua storia.
Kokorin: personaggio “sui generis“
Nel 2014, l’allora attaccante della Dinamo si fece pizzicare in un uno strip club avvinghiato a due spogliarelliste e con la sua fidanzata a casa ad aspettarlo inutilmente. Inutile dire che la storia è finita dopo molte polemiche ed Arsenal e Roma che si defilarono per il cartellino dell’allora 23enne, nonostante Fabio Capello, CT della Nazionale russa, ne consigliasse fortemente l’acquisto. Quisquilie rispetto a ciò che sarebbe accaduto qualche anno dopo, ma andava fatta una prima infarinatura per capire appieno il personaggio. Nel 2016, assieme al compagno di mille avventure Pavel Mamaev (importante specificarlo), venne beccato in discoteca a Montecarlo subito dopo l’eliminazione agli Europei in Francia, e per questo venne multato e relegato tra le riserve dello Zenit. E infine nel 2017 si fece ritrarre al matrimonio di un suo amico, mentre divertito si dilettava a sparare in aria con una pistola, con tanto di foto postate con orgoglio su Instagram.
Ma è nel 2018 che Kokorin e Mamaev si mettono nei guai nella maniera più stupida possibile in assoluto: il 9 ottobre hanno aggredito senza motivo un autista dell’emittente Ren-TV, che è finito in ospedale con numerose fratture e un trauma cranico. Nella stessa giornata sono poi andati in un locale e, probabilmente più ubriachi e molesti del solito, hanno aggredito un funzionario del governo russo con una sedia, apostrofandolo con insulti razzisti e il tutto davanti alle telecamere di sicurezza del locale, il tutto condito dalla mancata apparizione davanti alle autorità che per un po’ ha fatto pensare alla fuga. Ciò è costato ai due 1 anno e 6 mesi di reclusione nella prigione di Belgorod, nella quale hanno comunque trovato il tempo di giocare a calcio, come ha poi fatto Ronaldinho nel carcere di Asunción.
Dopo l’incarcerazione, ovviamente lo Zenit ha fatto di tutto per liberarsi del contratto del bad boy del calcio russo (così come ha tentato di fare il Krasnodar con Mamaev) senza riuscirci in alcun modo e arrivando poi addirittura a rinnovarlo fino al 2020. Spedito poi al Sochi in prestito a gennaio 2020, ha totalizzato 10 presenze condite da 7 reti e 3 assist, forse la miglior media gol che abbia mai avuto nella sua carriera, riuscendo così a salvare la squadra che al suo arrivo era relegata all’ultimo posto in classifica, e forse a guadagnarsi qualche altro anno di una carriera che sembrava dovesse finire nel 2018, con il Cremlino che premeva per una condanna più severa.
Kokorin è un personaggio a dir poco sopra le righe, quasi quanto il talento rimasto inespresso in questi anni vissuti nella gelida Russia tra Zenit e Nazionale alternati tra grandissime giocate e stupidaggini altrettanto grosse che certamente ne hanno minato la sua carriera. E da buoni italiani, non possiamo che etichettare e paragonare un giocatore del genere con i nostrani Cassano e Balotelli, notoriamente presi d’esempio quando si vuole parlare di un grande talento che si rovina con le proprie mani. Eppure per quanto si possa cercare una correlazione tra questi giocatori, che pure hanno bruciato i migliori anni della loro carriera, Aleksandr Kokorin non è paragonabile ai due ragazzacci del calcio italiano, né a qualunque altro bad boy venuto fuori dal post Joey Barton. E per quanto siamo inclini a concedere seconde possibilità alle persone, il suo arrivo in Italia non può che farci sorridere e lasciarci in attesa sul futuro, perché Kokorin è incredibilmente talentuoso, e in una squadra che si arrampica sui gol del solo Vlahovic, una spalla con queste qualità può solo far comodo.
Andrea Esposito