De Magistris candida Clemente a sindaco di Napoli: una strategia perdente
Fonte: Il Riformista

Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha sciolto la riserva sul futuro candidato “in sua vece” alla guida della città, che tornerà al voto nel 2021. Il suo nome ha spiazzato tutti: a correre per le prossime amministrative sarà Alessandra Clemente, attuale assessore alle Politiche Giovanili della giunta partenopea.

Il sindaco “arancione”, sembra non avere dubbi: «Alessandra è la persona giusta in questo momento» e prosegue: «Ho ritenuto che potesse essere la persona in questo momento più utile per aprire un ragionamento con la città, con la nostra maggioranza, con coloro che hanno fatto il viaggio insieme a noi, con i partiti, insomma con tutti. Credo che questo sia il metodo giusto». Insomma, de Magistris consegna la sua eredità politico-amministrativa ad Alessandra Clemente che, forse anche sospinta anche dalla sua storia personale di significativa rilevanza (è nipote di Sandro Ruotolo e figlia di Silvia Ruotolo, vittima innocente della camorra), è una dei pochi membri della giunta che dal 2013 ad oggi non è mai stata sostituita, anzi, col tempo è riuscita a conquistarsi la fiducia del primo cittadino accumulando 16 deleghe, dal Patrimonio ai Lavori pubblici, dall’Innovazione alla Sicurezza Urbana alla Polizia Municipale, sino a giungere ad oggi, risultando per il momento l’unico nome scelto per le prossime amministrative.

Tuttavia, stando alle dichiarazioni effettuate da de Magistris, lo stesso ci tiene a precisare: «Non si tratta di una candidatura che va in continuità o in discontinuità». Si evince, dunque, che la scelta di un nome come quello di Alessandra Clemente è frutto di una valutazione personale che prescinde da un progetto politico definito. Forse de Magistris ha voluto spiazzare gli avversari, esprimendo un nome che potesse dare riscontri immediati nella realtà politica partenopea. Risulta difficile pensarlo, poiché dopotutto il nome di Alessandra si vociferava già da tempo. Le dichiarazioni di Clemente, tuttavia, chiariscono la sua collocazione politica funzionale a nuovi e vecchi equilibri cittadini. Non a caso, a proposito di de Magistris ha osservato: «io credo che l’esperienza di Luigi de Magistris sindaco, nel bene e nel male, ognuno darà la sua valutazione, sia irripetibile». Il metodo che ha portato alla sua scelta è stato criticato dalla base di demA (il movimento politico che fa riferimento al sindaco), che non è stata in nessun modo coinvolto nella scelta. Critiche giungono anche dallo zio di Alessandra Clemente, Sandro Ruotolo, rinomato giornalista d’inchiesta minacciato dalla camorra, oggi senatore, che gela de Magistris: «Non condivido il metodo».

In foto il giornalista e senatore, nonché zio di Alessandra Clemente, Sandro Ruotolo. A destra Marco Sarracino, Segretario metropolitano del PD a Napoli . Fonte: Istituzioni24.it

Dunque il nome di Alessandra Clemente candidata per le prossime amministrative porta con sé un bel po’ di malumori e ad ampie spaccature in seno al movimento dell’attuale sindaco di Napoli, ma anche nello stesso Partito Democratico, che oggi non è convinto della scelta di de Magistris: Sarracino non nasconde in alcun modo le intenzioni del suo partito, il quale si contrapporrà come alternativa al movimento demA alle prossime amministrative, cercando di fare blocco con il Movimento 5 stelle. Ma sono equilibri ancora precari, ed è difficile parlare fin da ora di coalizioni definite: c’è da sciogliere il nodo dei dem molto vicini al governatore della Campania Vincenzo De Luca, i quali non vedono di buon occhio un asse consolidato Pd-M5S, ma nemmeno la figura del sindaco uscente. Insomma, de Magistris ha giocato d’anticipo, ma la sua mossa, priva di una preparazione politica con demA e con rete della società civile che da anni fa da ponte tra i territori e il primo cittadino, sarà effettivamente coronata dal successo? Sarebbe stato indubbiamente più costruttivo un dibattito territoriale da cui maturasse prima un programma e successivamente un nome. Privo di una coalizione politica larga, così come di un confronto democratico e di scelte condivise da un’ampia maggioranza, rischia di bruciare la sua candidata.

Le varie critiche giunte “alla corte del re” non investono solo il metodo adoperato. Altre considerazioni hanno riguardato la preparazione politica di Alessandra Clemente, considerata per alcuni inadeguata a ricoprire una carica politica così delicata e importante: di indubbia competenza giuridica, con tanto pratica forense presso l’ufficio legale della FAI (Federazione Antiracket Italiana) è stata considerata poco efficace e versata nei suoi ruoli politici di assessorato. La sua personalità, che presenta eccessivi accenti di trionfalismo, unita ad una certa smania di propaganda, sono ulteriori aspetti che accentuano una certa autoreferenzialità, non solo politica ma anche umana: non le permettono di tessere nuove reti che vadano oltre gli ambiti di cui si occupa. Ricercatissima dai media, dialetticamente ricercata e colta, dotata di una capacità quasi naturale di occupare il palcoscenico, è il fiore all’occhiello della giunta de Magistris, ma non riesce a trasmettere umanità, e si qualifica come una trascinatrice di massa a metà. Alessandra Clemente è conosciuta nel suo entourage, stimata per la forza e il coraggio con cui affronta tutt’ora la vita e incoraggia gli altri, ma tuttavia non è riuscita ad insediarsi nei rioni e nelle periferie della sua città, perdendo di vista i bisogni della società “fantasma”, di quelle ombre dimenticate soprattutto tra i giovani. Potrà davvero essere un riferimento in grado di catalizzare consensi a valanga, come il sindaco uscente prima di lei?

Di sicuro, posta in questi termini, l’investitura “continua e discontinua” di de Magistris risulta una scelta che indebolisce la stessa candidata da lui designata. Investirla di un ruolo del genere significa piuttosto intestarle un progetto amministrativo ma isolarla dal mondo politico e sociale che l’avevano animato. De resto, l’amministrazione guidata da Luigi de Magistris si è sempre collocata in un preciso campo ideologico di Sinistra, peculiarmente declinato secondo coordinate eminentemente locali, del quale sarebbe necessario preservare i legami maturati fin dal progetto della rivoluzione arancione. Alessandra Clemente è una candidata che porta con sé competenza e valore politico, ma sarebbe controproducente illudersi che lei sola possa rappresentare la Sinistra così come pensata e vissuta da Luigi de Magistris, per formazione, carisma e contesto politico-elettorale.

Ma se oggi il primo cittadino si è trovato quasi costretto a fare un nome attraverso un metodo di investitura diretta è perché in tutti questi anni a livello territoriale i rapporti tra i vari soggetti politici e sociali si sono inesorabilmente andati a sfilacciare, anche e soprattutto a causa dell’eccessiva autoreferenzialità. Responsabilità che investe in prima persona Luigi de Magistris, ma non assolve tutti gli altri.

Bruna Di Dio

Bruna Di Dio
Intraprendente, ostinata, curiosa professionale e fin troppo sensibile e attenta ad ogni particolare, motivo per cui cade spesso in paranoia. Raramente il suo terzo occhio commette errori. In continua crescita e trasformazione attraverso gli altri, ma con pochi ed essenziali punti fermi.

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