Barriera corallina
Fonte immagine: ctsnotizie.it

Gli alberi non sono l’unica salvezza del pianeta. Non è solo piantando alberi e facendo la raccolta differenziata che possiamo salvare la Terra, bisogna anche prendersi cura del mare. Non parliamo solo di ripulire i mari dei rifiuti che vi vengono gettati, ma di dare un’occhiata a ciò che c’è sotto di esso: parliamo della barriera corallina.

La barriera corallina è un consorzio di organismi formato da microscopici polipi, ognuno munito di una bocca circolare circondata da tentacoli che possono legarsi insieme a milioni in un solo corallo. Al loro interno troviamo delle minuscole piante chiamate micro-alghe dove avviene la fotosintesi. Sebbene occupi l’1% del fondale subacqueo, da essa nascono la maggior parte dei pesci, è fonte di cibo e riparo del 25% delle creature marine.

A partire dagli anni ’80 si è assistito allo sbiancamento dei coralli, un fenomeno causato dall’enorme quantità di CO2 presente nell’atmosfera assorbita dagli oceani causando l’innalzamento della temperatura. A causa di questo processo, i coralli espellono le micro-alghe responsabili del colore e dell’alimentazione per poi morire nel giro di poche settimane. A causa dello sbiancamento, ¼ dell’oceano viene danneggiato e ha portato, nel 2016, alla perdita del 29% della barriera corallina.

Solitamente le temperature degli oceani seguono cicli costanti: se la temperatura è costante la variazione oscillerebbe sull’asse della temperatura media, oggi invece la temperatura media è variata e i picchi di calore diventano sempre più alti.

Nel 1997-1998 si è assistito al primo sbiancamento su scala globale, nel 2012 al secondo, nel 2017 al terzo sbiancamento globale.

«Senza un oceano in salute non avremo un pianeta in salute» afferma Richard Vevers, ex pubblicitario e adesso fotografo marino, il quale ha realizzato un documentario per la piattaforma di streaming Netflix dal titolo “Chasing Corals” (inseguendo i coralli). Nel documentario vengono osservati i cambiamenti delle barriere coralline insediate in Florida, Hawaii, Bermuda, Bahamas e Australia. Non solo in Florida sono scomparsi l’80-90% dei coralli, ma in Australia si è assistito a un nuovo fenomeno, quello dello schermo fluorescente: uno schermo solare chimico creato dai coralli per proteggersi dal calore. Non ha sortito però un effetto positivo, in quanto lentamente il tessuto vivo tende a marcire. Come illustrato nel documentario, tra circa 25 anni gli oceani diventeranno troppo caldi, la barriera non resisterà e nel giro di 30 anni perderemo gran parte di essi.

Ma non tutto è perduto.

Il geologo e paleontologo Federico Fanti, insieme all’ingegnere robotico Grace Young e alla biologa marina Vanessa Lovenburg, nel documentario di National Geographic “Il segreto degli oceani” ha mostrato una recente scoperta: in Tanzania, nel Saadani National Park, è presente una barriera corallina nata in un ecosistema poco ospitale. I coralli per vivere hanno bisogno di luce, qui invece crescono senza di essa. Questo tipo di corallo può essere la futura banca genetica per le barriere coralline. 

Questo dimostra come la natura riesca ad adattarsi e ad evolversi, ma non vuol dire che dobbiamo continuare a distruggerla perché tanto lei riesce a salvarsi in qualsiasi modo. 

«Lo stato della natura che ci circonda è uno specchio in cui osservare il nostro vero volto: il volto di una specie che ha imparato a barare al tavolo da gioco e non sa più giocare pulito»: le parole di Federico Fanti sono veritiere. L’uomo non deve credere di essere indispensabile per la Terra. Ha causato danni che presto diventeranno irreversibili, il cui unico finale possibile sarà l’estinzione. 

Nessuno crederebbe che un corallo sia capace di salvare il pianeta, ma è anche il suo lavoro che ci permette di vivere sulla Terra. Proteggiamolo e curiamolo, è un piccolo ma importante tassello che, se rimesso al suo posto, può limitare i danni causati.

Gaia Russo

Gaia Russo
Eterna bambina con la sindrome di Peter Pan. Amante dei viaggi, della natura, della lettura, della musica, dell'arte, delle serie tv e del cinema. Mi piace scoprire cose nuove, mi piace parlare con gli altri per sapere le loro storie ed opinioni, mi piace osservare e pensare. Studio lingue e letterature inglese e cinese all'università di Napoli "L'Orientale".

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