C’è qualcosa di straordinariamente attraente nella Route 66, un concetto di libertà all’americana, che si incastra proprio in questa strada leggendaria, un nastro d’asfalto che attraversa otto stati, da Chicago a Santa Monica, costellato di motel, diner, paesaggi sconfinati e scorci autentici della cultura statunitense.
Proprio mentre la mitica Mother Road si prepara a spegnere 100 candeline nel 2026, l’idea di un viaggio on the road torna a popolare l’immaginario di chi sogna gli Stati Uniti, soprattutto adesso che le restrizioni sono un ricordo lontano e l’invito a riscoprire realmente ogni angolo del Paese torna a imporsi prepotentemente.
Il fascino della Route 66, d’altra parte, è tangibile in ogni singolo chilometro che la compone, percorrerla significa far coincidere orizzonti geografici e personali, concedersi la libertà di fermarsi dove si vuole, vivere la spontaneità di un viaggio autentico.
Si tratta della perfetta sintesi tra avventura e cultura pop, tra spazi immensi e memoria americana. Per questa ragione non può essere annoverata tra le esperienze adatte proprio a tutti, perché vivere la Route 66 significa assumersi anche una buona dose di responsabilità organizzativa, logistica, finanziaria e, soprattutto, di sicurezza.
Un viaggio in auto tra deserti, cittadine semi abbandonate, strade polverose e motel spesso isolati comporta più di un semplice piano ferie. Implica pensare a tutto, dal rifornimento del carburante, a mappe, telefoni, eventuali guasti, condizioni meteo imprevedibili, chilometraggi scorrevoli ma disomogenei e, soprattutto, significa prendere coscienza del fatto che un imprevisto, seppur piccolo, può cambiare in un attimo l’esperienza, trasformandola da sogno a fastidio, da vacanza a inconveniente.
Basta uno pneumatico sgonfio, una distorsione, un ritardo aereo all’andata o al ritorno, per doversi confrontare con spese non preventivate, dai soccorsi stradali ai ricoveri, con costi negli USA che possono esplodere nel giro di poche ore.
Proprio qui entra in gioco una scelta che sempre più italiani fanno, anche per un viaggio così leggendario: sottoscrivere una polizza viaggio, come un vero compagno di viaggio invisibile che protegge la libertà stessa di partire e ricalca quel senso di indipendenza che pervade chiunque si lanci nell’impresa di road tour lungo la Route 66.
In questo senso, Imaway propone un’assicurazione Viaggio USA come formula costruita su misura per chi sogna l’America vera, selvaggia, country, stile cowboy.
Diversa dal solito discorso massimali e numeri, questa copertura si distingue per fluidità, ampiezza e supporto concreto in ogni fase del viaggio. Innanzitutto, la copertura sanitaria è robusta, poiché copre spese mediche fino a 5 milioni di euro, con rimborso diretto e assistenza in italiano h24. Nessun anticipo di spesa e nessuna sorpresa da capire a posteriori.
Poi, ci sono garanzie come il rimpatrio sanitario, essenziale in caso di incidente serio, e la tutela per bagagli e dispositivi elettronici, ormai estensioni inevitabili della nostra giornata, soprattutto se viaggiamo con uno smartphone o una fotocamera a documentare l’avventura.
Quello che rende veramente differente la copertura Imaway è però la possibilità di scegliere il pacchetto Rientro Ritardo o Annullamento, che protegge interamente la vacanza se, per motivi validi, si è costretti a cambiare i piani.
In un viaggio come quello sulla Route 66, spesso organizzato per tempo e con prenotazioni multiple, questa garanzia diventa una sicurezza preziosa nel momento in cui si vuole ottimizzare il rapporto tra esperienza e spesa sostenibile. Infine, l’assistenza stradale USA inclusa annulla ogni ansia legata a un inconveniente su strada.