Campania, De Luca prospetta lockdown
Fonte: AGENsir

Lockdown in Campania fatta eccezione per le attività essenziali. Il governatore De Luca è diretto e non utilizza mezzi termini: in Campania il numero dei contagi è fuori controllo e, secondo il presidente della Regione, le misure utilizzate fin qui anche da parte del governo non sono bastate ad arrestare la pandemia Covid-19, che ha fatto registrare un numero elevato di contagi e di ricoveri ospedalieri in tutto il paese.

Questa situazione ha portato il governatore della Campania ad alzare i toni: «basta mezze misure, chiudiamo tutto», queste le parole pronunciate e rivolte sicuramente, in primis, al Presidente Conte. Secondo il governatore non c’è tempo da perdere, bisogna serrare le saracinesche ed evitare assembramenti e spostamenti, l’unico modo per arrestare l’incremento dei contagi che ormai ha superato le 2.000 unità giornaliere. A sole poche ore dal primo “coprifuoco” campano, simile a quello programmato anche dalle regioni Lazio e Calabria, De Luca sterza verso l’imposizione di misure più drastiche e annuncia che se il governo non dovesse prendere provvedimenti in tal senso, egli lo stabilirà autonomamente: la durata del provvedimento potrà raggiungere e superare anche i 40 giorni. Nel frattempo in quasi tutta Italia è stata bloccata la movida e le scuole si accingono a ritornare alla DAD, mentre la maggior parte dei paesi europei e non solo continuano a registrare un elevatissimo numero di contagi (solo in Francia si sono registrati 40.000 casi in 24 ore). La situazione si presenta con la fisionomia di indubbia gravità.

Eppure, la richiesta di un nuovo lockdown in Campania da parte del governatore De Luca agita gli umori della cittadinanza: tutte le misure anti-contagio sono necessarie, si resterà a casa per senso di responsabilità, ma perché si è giunti ancora una volta impreparati, nonostante una seconda ondata della pandemia fosse ampiamente prevista? Insomma, i cittadini campani sono forse disposti a sottoporsi ad un altro sacrificio, ma non rinunciano alla verità ed a ricevere risposte politiche sui tanti errori che si sono susseguiti, sia a livello locale che nazionale. Solo qualche giorno addietro, lo stesso presidente De Luca inoltrava alla ministra dell’Interno Lamorgese la richiesta di 100 militari per il pattugliamento del territorio e per assicurarsi il rispetto alle direttive anti-contagio, quasi come fossero la soluzione alla Covid-19. Non una parola sugli investimenti strutturali nelle infrastrutture sanitarie o sul necessario incremento dell’organico a livello socio-sanitario, niente su un possibile rafforzamento del trasporto pubblico, e nessuna promessa concreta su un piano di aiuti socio-economici. A monte, nemmeno ci si era adoperati per tracciare in maniera efficiente i nuovi contagi: dopo la fine graduale delle restrizioni nello scorso maggio, con quattro mesi di pianificazione a disposizione, la Campania si è trovata completamente impreparata alla seconda ondata, a causa di una politica che non ha gli strumenti, i mezzi o la volontà per organizzarsi.

Lockdown in Campania De Luca
Il governatore-sceriffo De Luca, promotore di un nuovo lockdown in Campania. Fonte: corriere.it

Non è più un mistero, la Sanità campana in questo momento è al collasso. Eppure le poche risposte che giungono dai rappresentanti del territorio sono un inno al terrorismo mediatico misto a forme di censura messe in atto dallo stesso governatore De Luca. Secondo un’inchiesta del programma “Piazza Pulita“, il Direttore dell’Ospedale Cotugno di Napoli, quello dell’Ospedale Cardarelli e il responsabile dell’ASL di Napoli hanno rifiutato di lasciare dichiarazioni, in quanto il controllo delle informazioni sanitarie è demandato esclusivamente all’unità di crisi regionale. Un fatto grave che imbavaglia i medici campani e nega che vi sia trasparenza. Perché accade questo? Perché il presidente della regione continua ad evadere rispetto alle domande dei giornalisti e piuttosto, in maniera autoreferenziale e con fare dittatoriale, sbatte i pugni sul tavolo durante le dirette Facebook incolpando ed apostrofando i cittadini e le cittadine senza mai fare mea culpa, mentre impone un altro lockdown in Campania?

La Campania ha evidentemente fallito nel contenimento della pandemia, ma rappresenta solo la punta dell’iceberg: il fallimento evidente riguarda il sistema capitalistico neoliberale, secondo i dettami del quale tutti i governi hanno dovuto tagliare la spesa pubblica in sanità, istruzione e welfare, dimostrando di essere succubi rispetto agli imperativi categorici dell’economia a discapito della salute pubblica. In estate era possibile spostarsi con disinvoltura da una regione all’altra, era possibile, inoltre, prendere un volo e raggiungere un’altra nazione, non si è mai posto il problema dell’apertura dei ristoranti, delle spiagge e delle discoteche: si era tornati alla “normalità”, senza correggere le disfunzioni che avevano reso così poco sostenibile la pandemia in primavera. Evidenti, dunque, non solo gli errori di pianificazione ma anche i limiti del nostro modello economico e valoriale, che emergono soprattutto in questo momento e ci negano gli strumenti per potersi organizzare e programmare una forma di adattamento alla Covid-19.

Tutto ciò, non scagiona gli amministratori e le loro responsabilità politiche, che rischiano di avere conseguenze disastrose: mentre il Presidente Conte dibatte in seno alla maggioranza circa l’opportunità di richiedere il MES per sostenere una sanità al collasso, e il governatore De Luca dal suo bunker di Salerno fa sapere che provvederà ad attuare un altro lockdown in Campania, chi aiuterà i lavoratori e le persone senza reddito? Parlare di chiusure totali e imminenti senza discutere di una pianificazione chiara di aiuti economici diretti è un suicidio che porterà necessariamente, di questo passo, ad una guerra civile.

Bruna Di Dio

Bruna Di Dio
Intraprendente, ostinata, curiosa professionale e fin troppo sensibile e attenta ad ogni particolare, motivo per cui cade spesso in paranoia. Raramente il suo terzo occhio commette errori. In continua crescita e trasformazione attraverso gli altri, ma con pochi ed essenziali punti fermi.

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