Democrazia Governo Conte Bis voto
Fonte: it.wikipedia.org

Facciamoci una domanda, anzi due, e diamoci una risposta, che richiede una feconda e costruttiva riflessione: democrazia significa semplicemente andare al voto per eleggere un esecutivo? Il Governo Conte Bis sarà dunque illegittimo? No. Ovviamente no.

Politici, giornalisti e pensatori sovranisti, infervorati da un radicale e intransigente neo-giacobinismo dantoniano misto a populismo prêt-à-porter, sono di avviso assai diverso: a ogni sondaggio, a ogni elezione, in ogni occasione, la volontà popolare andrebbe costantemente interpellata, finché, forse per logoramento, non siano concessi loro “pieni poteri”.

Modestamente, ma con qualche sponda nella Costituzione, nella politologia democratico-liberale, e nel mero pragmatismo, ci si permette di dissentire.

Democrazia, quale democrazia?

Il termine “Democrazia”, per esprimere il proprio significato sostanziale, deve necessariamente accompagnarsi a un aggettivo, e va declinato al plurale. La storia del sistema politico-istituzionale democratico è molto travagliata, e grossomodo può distinguersi tra una componente filosofico-idealistica di matrice diretta e una componente pragmatica, elaborata nel corso degli ultimi secoli e di matrice formale.

Il modello idealistico-ateniese, riscoperto e attualizzato nella seconda metà del XVI secolo con il pensiero democratico-egualitario di Rousseau, ha conservato, in ambienti socialisti e giacobini, e ancora oggi conserva il suo fascino nel dibattito politico per la genuina radicalità, sostanzialità ed efficacia, e colora le ipotesi di dare corpo a ipotesi contemporanee di democrazia diretta e più partecipativa.

Davide Casaleggio, proprietario della piattaforma Rousseau, espressione che vorrebbe essere di “Democrazia Diretta”. Fonte: Adnkronos.com

Ma è il sistema democratico inglese, coadiuvato da svariati contributi filosofici che spaziano da Voltaire, con il costituzionalismo razionalista, a Mill, con il concetto di rappresentanza, da Montesquieu, con la divisione e l’equilibrio dei poteri, fino a Tocqueville, con il controllo delle maggioranze. Si tratta di ciò che costituisce l’ossatura della democrazia come sistema operativo e funzionale, seppur tra diverse distorsioni, nella consolidata prassi politica nei paesi occidentali.

Democrazia rappresentativa o barbarie

La Democrazia italiana, faticosamente costruita nel dopoguerra, è di tipo rappresentativo, nel contesto di una Repubblica Parlamentare. Il Parlamento, composto dai rappresentanti eletti, è il centro della vita democratica ed esprime la volontà popolare, non l’esecutivo. E’ dunque il primo ad eleggere il secondo con l’accordo della fiducia, e non direttamente il popolo.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, garante della legge e del popolo, ha l’obbligo costituzionale di nominare il premier, che dunque non eleggiamo, e di vagliare tutte le ipotesi di governo possibili in Parlamento attraverso le consultazioni (art. 92 e 94). Ciò che sta avvenendo nelle sedi preposte per la formazione di un possibile governo Conte Bis si confà dunque alle regole della democrazia ed è perfettamente legittimo. Né più né meno del precedente, che peraltro partiva grossomodo dalle stesse percentuali di consenso alle scorse elezioni politiche.

Democrazia Governo voto
Sergio Mattarella, Fonte: tpi.news

La democrazia “autentica”, alla quale i sovranisti si riferiscono per convenienze contingenti, è un’utopia politica aurorale, storicamente determinata nelle città-stato elleniche, in presenza di una società meno complessa e stratificata. Non è possibile votare di continuo ad ogni fluttuazione dell’opinione pubblica. Questo modello di democrazia plebiscitaria, funzionale all’elezione di un capo per acclamazione, che bypassa i cardini istituzionali vagliati in secoli di storia e filosofia, descrive un sistema completamente diverso, che di democratico ha solo il nome.

Vale la pena ricordarlo: buona parte dei regimi totalitari si sono affermati sulla scia di ricorsi al voto troppo frequenti e repentini, in presenza di situazioni sociali, politiche ed economiche di grave incertezza, e dunque manipolabili. Proprio così: per arrivare al potere, il fascismo si avvalse del voto e della democrazia, per poi sbarazzarsene (ogni riferimento ai Tweet di Salvini è puramente casuale).

No al voto a tutti i costi: anche una questione di pragmatismo

Il ricorso al voto, naturalmente, è il sale della democrazia, anche rappresentativa. Ma un suo abuso, continuo e strumentale, comporta dei disordini di ordine pratico, oltre che giuridico e costituzionale.

Paradossalmente, il ricorso al voto frequente comporta una scarsa qualità, operatività e funzionalità della democrazia. Una democrazia che “inflaziona” voto è considerata ragionevolmente una democrazia malata, perché impossibilitata a concretizzare le proprie decisioni sul medio e lungo periodo. Senza rappresentanti stabili, la sovranità del popolo e della nazione nel consesso internazionale, che si concretizza in decisioni politiche ed è tanto cara alla nuova Destra, annichilisce e si svuota.

Democrazia Governo Conte Bis voto
Fonte: archivio.blogsicilia.it

Un’altra questione di estremo pragmatismo: i costi. “Il Capitano” ha pensato bene di stroncare bruscamente l’esperienza del governo giallo-verde il 20 agosto, una data che obbliga a elezioni da tenersi in tempi brevi per via dell’elaborazione della legge di bilancio, ma che è ben lontana da qualsiasi altro appuntamento elettorale nazionale. Con un parlamento così giovane, il ricorso alle urne, già discutibile, genererebbe una spesa considerevole per le casse dello Stato, tra i 300 e i 400 milioni di euro, se non si considerano anche i disagi finanziari.

Il governo Conte Bis è illegittimo solo per gli anti-democratici

La democrazia è una forma di governo della complessità ben poco idealistica e utopica, e in quanto tale si caratterizza per regole formali che sono sostanziali, attraverso le quali la sostenibilità del sistema e la tutela dei diritti dei cittadini sono garantiti. Dunque, non si può certo sostenere che il ricorso al voto sia sempre auspicabile o addirittura che il futuribile Governo Conte Bis sia illegittimo, come rumoreggiano Salvini e Meloni, evocando l’inciucio di palazzo se non il golpe.

Si possono esprimere tutte le valutazioni politiche e di opportunità del caso e suffragare imponenti manifestazioni anti-governative, ma porre un problema di legittimità democratica è scorretto, pretestuoso, e anche sovversivo. Farlo, significa aizzare l’opinione pubblica contro l’avversario, inasprire il confronto politico, e delegittimare e indebolire le istituzioni con una distruttiva campagna elettorale permanente.

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Salvini e Meloni, Fonte: ilgiornale.it

Chiunque ponga la sola questione della legittimità popolare, senza considerare i pesi e i contrappesi di un sistema democratico, quando il Parlamento è eletto da poco più di una dozzina di mesi, cela in realtà volontà profondamente anti-democratiche: ambisce alla dittatura della maggioranza, al plebiscito di piazza o virtuale, all’incoronazione quasi per ineluttabile volontà divina. Si tratta di chi desidera il voto affinché il risultato delle urne si confaccia a quella che considera la “maggioranza naturale del popolo italiano”, contro “i traditori della patria”.

In tal caso, si adoperi per l’adozione di un sistema diverso, magari somigliante a quello delle “democrazie illiberali”, degli Zarati, dei Sultanati. Fino ad allora, secondo l’art.1 , «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione». Fortunatamente.

Luigi Iannone

Luigi Iannone
Classe '93, salernitano, cittadino del mondo. Laureato in "Scienze Politiche e Relazioni Internazionali" e "Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica". Ateo, idealista e comunista convinto, da quando riesca a ricordare. Appassionato di politica e attualità, culture straniere, gastronomia, cinema, videogames, serie TV e musica. Curioso fino al midollo e quindi, naturalmente, tuttologo prestato alla scrittura.

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