Il 5 aprile 1968, il cielo di Londra fu teatro di un evento tanto audace quanto controverso: il tenente Alan Pollock, pilota della Royal Air Force (RAF), decise di celebrare il 50º anniversario della RAF con una dimostrazione non autorizzata, culminata in un volo attraverso le arcate del celebre Tower Bridge. Quel gesto lo rese famoso, ma gli costò la carriera.
Il contesto storico e la crisi della RAF
La Royal Air Force (RAF) è l’aeronautica militare del Regno Unito. Fondata il 1° aprile 1918, fu la prima forza aerea indipendente al mondo e giocò un ruolo decisivo in molte campagne del Novecento, a cominciare dalla Battaglia d’Inghilterra durante la Seconda guerra mondiale, quando i caccia britannici respinsero la Luftwaffe nazista.
Negli anni Sessanta la RAF stava attraversando una fase di profondi cambiamenti. Il Libro Bianco sulla Difesa del 1957, redatto dal ministro Duncan Sandys, aveva stabilito che il futuro della difesa britannica non sarebbe dipeso tanto dagli aerei con pilota, quanto dai missili guidati. In quegli anni si puntava soprattutto sui missili terra-aria (per la difesa antiaerea) e su quelli balistici di medio raggio, visti come più economici e tecnologicamente avanzati rispetto ai tradizionali reparti di caccia. Questa scelta ebbe conseguenze pesanti: il ridimensionamento dell’industria aeronautica britannica, la cancellazione di vari progetti di nuovi velivoli e, di conseguenza, un diffuso calo di morale tra i piloti, che temevano di vedere il loro ruolo ridotto a qualcosa di marginale in una forza aerea sempre meno centrale.
In questo contesto si muoveva Alan Pollock, all’epoca comandante di volo del No. 1 (Fighter) Squadron. Alla delusione generale si aggiunse, nel 1968, un fatto simbolico: nel cinquantenario della RAF non era stata organizzata alcuna celebrazione ufficiale. Per Pollock questo appariva come un chiaro segnale di indifferenza da parte del Ministero della Difesa verso la storia e i sacrifici della forza armata. Fu allora che decise di agire di testa propria, con un gesto clamoroso e spettacolare.
Il volo di Alan Pollock sotto il Tower Bridge a Londra
Il 4 aprile 1968, Alan Pollock e altri membri del suo squadrone visitarono la base RAF di Tangmere, nel West Sussex, destinata alla chiusura. Il giorno seguente, durante il volo di rientro verso la RAF West Raynham, si staccò dalla formazione e virò a bassa quota verso Londra.
Ai comandi di un Hawker Hunter FGA.9, un caccia prodotto dalla Hawker Aircraft, sorvolò l’aeroporto di Dunsfold prima di raggiungere il centro della capitale. Fece più passaggi radenti (secondo alcune fonti tre) sopra il Parlamento britannico, come gesto di protesta contro il governo di Harold Wilson e la mancata celebrazione del cinquantenario RAF. Subito dopo passò sul RAF Memorial, inclinando le ali in segno di rispetto.
Pochi istanti più tardi, davanti a sé, si trovò il Tower Bridge. In una scelta fulminea decise di attraversarne le arcate: a circa 400 mph (640 km/h) compì il primo volo sotto il ponte con un jet da combattimento.
Le reazioni e le conseguenze del volo di Alan Pollock
Il passaggio di Alan Pollock sotto il Tower Bridge non passò certo inosservato. Nei cieli di Londra, chi alzò lo sguardo vide un caccia da combattimento sfrecciare tra le torri del ponte a una velocità impressionante. Alcuni rimasero sconvolti da quello che sembrava un gesto sconsiderato e pericoloso, altri lo interpretarono invece come un atto di patriottismo e un omaggio ai caduti della RAF. In ogni caso, né i civili né le autorità erano preparati a un gesto del genere.
Al rientro alla base di West Raynham, Pollock non ebbe il tempo di godersi l’impresa, siccome fu subito arrestato. Molti si aspettavano un processo davanti alla corte marziale, ma il governo temeva che un’udienza pubblica avrebbe dato troppa risonanza alla protesta di un ufficiale della RAF. Così si optò per una strada diversa: una commissione medica lo dichiarò non idoneo al servizio e Pollock fu congedato “per motivi di salute”.
Eppure Pollock non fu lasciato solo. Alcuni colleghi e perfino figure esterne gli mostrarono solidarietà. La BOAC, compagnia aerea britannica, gli fece recapitare un barile di birra come gesto di appoggio e sei membri del Parlamento espressero apertamente la loro simpatia per lui. Era il segno che la sua protesta non veniva percepita solo come un atto di indisciplina, ma anche come un richiamo al rispetto della storia e delle tradizioni della RAF.
Con il passare degli anni, il giudizio sull’episodio è rimasto diviso. Per molti Pollock è diventato un eroe non celebrato, simbolo di coraggio e ribellione; per altri, il suo gesto fu un colpo di testa che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia se qualcosa fosse andato storto. Qualunque sia l’interpretazione, il suo volo rimane una delle pagine più sorprendenti dell’aviazione britannica e un episodio che ancora oggi alimenta racconti e discussioni.
Gianluca De Santis