L’intelligenza artificiale inquina quanto 20 milioni di auto
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Ormai non si parla d’altro: l’Intelligenza Artificiale si sta facendo sempre più spazio nella nostra vita quotidiana. È necessario però considerare opportunità e rischi che porta con sé il nuovo astro nascente della tecnologia. In particolare, sembrerebbe controverso il rapporto tra i nativi sistemi IA e il tema della sostenibilità. I modelli autogenerativi nascono anche come un mezzo essenziale che permette agli studiosi di fare progressi nella ricerca scientifica, soprattutto nell’ambito del contrasto alla crisi climatica.

L’IA permette di prendere in analisi il livello di inquinamento ambientale e di giocare in anticipo per contenerlo, prevedendo, attraverso l’analisi dei dati, nuove modalità per ridurne gli effetti disastrosi. Ironia della sorte? Per adempiere a questa nobile missione, l’Intelligenza Artificiale inquina quanto 20 milioni di automobili. Un singolo modello emette 300 tonnellate di anidride carbonica, 5 volte meno di un’automobile ecologica durante il suo intero ciclo di vita. Uno studio di PwC UK e Microsoft mostra come le tecnologie lA a servizio della sostenibilità aiuterebbero a diminuire le emissioni di gas serra dall’1,5 al 4% entro il 2030. Ma allo stesso tempo, ogni azione nel mondo digitale comporta un’emissione di anidride carbonica.

In un thread su Twitter, Il prof. Tom Goldstein del dipartimento di Informatica della University of Maryland ha provato a stimare l’impatto dell’utilizzo di ChatGPT. La fame di energia della chatbot produce un consumo paragonabile a quello che, in media, un individuo occidentale genera in 3 mesi. Il machine learning, il processo attraverso cui le intelligenze artificiali vengono avviate, ossia quando iniziano a “masticare” dati su dati, ha importanti conseguenze di inquinamento sul pianeta. Il mondo delle IA viene spesso paragonato all’industria petrolifera.

Fingiamo ora di essere in un episodio di Black Mirror e pensiamoci in un ipotetico futuro: se Google si affidasse completamente all’IA, in un anno consumerebbe 29,3 terawattora – la stessa quantità generata dall’Irlanda: un intero Paese. Pur parlando di uno scenario ipotetico, gli attuali modelli di Intelligenza Artificiale consumano già l’1-1,3% dell’energia mondiale. Il web, se fosse una nazione, sarebbe la quarta più inquinante al mondo. Google e Meta utilizzano sistemi di IA per selezionare i commenti degli user o suggerire contenuti. Sono atti automatizzati che singolarmente non consumano tanta energia, ma che vengono ripetuti triliardi di volte al giorno.

Così le aziende, per contenere i danni, hanno stazionato i loro datacenter in luoghi molto freddi per garantire minori consumi di energia. Google ha riorganizzato un’ex cartiera ad Hamina per sfruttare le basse temperature delle acque del Golfo di Finlandia, riducendo così il consumo energetico. Meta ha costruito il suo primo data center al di fuori degli USA a Luleå, in Svezia, dove si utilizzano esclusivamente energie green e il clima freddo e secco consente di usare l’aria esterna per raffreddare le decine di migliaia di server del campus. In ogni caso, nonostante l’analisi sull’’impronta di CO2 della nostra vita digitale – che è sempre buona cosa per aumentare la nostra consapevolezza in qualità di cittadini e utenti – rimane irrealistico pensare che la corsa all’Intelligenza Artificiale possa fermarsi o rallentare.

Benedetta Sabatano

1 commento

  1. Il futuro dell’intelligenza artificiale nel contrasto all’inquinamento è una prospettiva entusiasmante che offre molte possibilità di miglioramento per l’ambiente. È importante investire in tecnologie sostenibili e innovative per garantire un futuro più pulito per le prossime generazioni. Per ulteriori informazioni su intelligenza artificiale, vi invito a visitare il mio sito web: https://gptdeutsch.com/

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