Il rapporto tra uomo e natura e i cinque vizi capitalisti

Il rapporto conflittuale tra uomo e natura è da anni oggetto di studi scientifici e sociali, di analisi giornalistiche e di elaborazioni politiche che tentano di sensibilizzare la società umana alla tutela dell’ambiente. Una sensibilizzazione che avviene anche con la cultura, attraverso serie tv, film e documentari che denunciano le errate abitudini, i comportamenti sbagliati, “i vizi” per mezzo dei quali l’essere umano ha alimentato la crisi ambientale. In ogni ambito, insomma, si sottolinea una condotta anti-natura dettata da un sistema economico che ci suggerisce cosa desiderare, che influenza sistematicamente le nostre scelte, che nei fatti ci obbliga a vivere in una gabbia senza però privarci mai di quella illusione di libertà che fa girare il mondo. Il capitalismo sembra ormai esser una componente del nostro essere, del nostro vivere, del nostro fare e se è vero che «si governano più facilmente gli uomini facendo leva sui loro vizi che sulle loro virtù», il modo di produzione capitalistico sembra rappresentare davvero la cella in cui la specie umana nasce, consuma e muore.

Da vizi capitali a vizi capitalisti

Aristotele li definì gli “abiti del male”. Il ripetersi di alcuni comportamenti, la reiterazione di atteggiamenti negativi che vestono e al contempo affossano l’anima umano. I vizi capitali nascono con la nascita dell’uomo, si intensificano con l’avvento della religione, diventano incontrollabili con la venuta del capitalismo. Fu il monaco Evagrio Pontico che nel IV secolo d.C. si occupò di stilare la raccolta di passi biblici contenente gli otto (in seguito sette) “pensieri” distruttivi per l’anima dell’uomo. Ma la storia cambia, le società pure e fu così che circa 1400 anni dopo, in piena epoca illuminista, il termine “vizio” assunse un significato diverso. L’espansione economica e commerciale portò i grandi pensatori a definire vizio quell’inclinazione capace di indirizzare il mondo intero verso una nuovo tempo, l’era dell’interesse economico.

In un periodo storico in cui l’uomo è vittima delle conseguenze delle proprie azioni contro la natura (crisi climatica, pandemie, riscaldamento globale) riteniamo opportuno assegnare un nuovo significato ai suddetti “pensieri”. Un nuovo significato che, a differenza della comune riflessione cristiana secondo cui i sette vizi capitali rappresentano tutti quei comportamenti che allontanano l’uomo da Dio, metta in risalto quelle azioni a causa delle quali l’uomo distrugge l’ambiente. In altre parole, i cinque vizi capitalisti, quelli che contrappongono uomo e natura.

Superbia

Il rapporto tra uomo e natura e i cinque vizi capitalisti
“Superbia”, Callot Jacques (1592/ 1635)
Immagine: lombardiabeniculturali.it

La convinzione d’esser superiore agli altri, il pensiero grazie al quale l’uomo si erge al di sopra di tutto e tutti. Disprezzare il prossimo, non avere rispetto se non per se stessi porta a oltraggiare tutto ciò che ci circonda, compresa la natura. La superbia ha portato la società umana a non considerare più le conseguenze delle abominevoli azioni che ha commesso e che ogni giorno commette contro l’ambiente. L’uomo, che rappresenta lo 0,01% di tutte le specie viventi della Terra, si eleva al di sopra di tutto, persino del suolo che lo sfama, dell’aria che respira, dell’acqua che lo disseta, del pianeta su cui vive.

Avarizia

Il rapporto tra uomo e natura e i cinque vizi capitalisti
“Avaritia”, Callot Jacques (1592/ 1635)
Immagine: lombardiabeniculturali.it

L’intenso desiderio di ricchezze, la continua avidità di beni e denaro. È l’esatta fotografia della società moderna, la caratteristica principale del capitalismo che trova la sua massima espressione in quei fenomeni economico-sociali volti al soddisfacimento di bisogni molto spesso non essenziali: il consumismo, il produttivismo e la crescita economica infinita e senza limiti. L’uso indiscriminato delle risorse naturali che ne deriva pesa sempre più sulla salute del nostro pianeta, sta portando al collasso interi ecosistemi e mette a rischio la salute umana.

Lussuria

Il rapporto tra uomo e natura e i cinque vizi capitalisti, virtù
“Luxuria”, Callot Jacques (1592/ 1635)
Immagine: lombardiabeniculturali.it

Se nell’accezione religiosa la lussuria costituisce l’irrefrenabile desiderio del piacere sessuale fine a sé stesso, nella visione ambientalista tale vizio rappresenta l’eccessivo attaccamento ai beni terreni, l’amore smisurato per il non necessario, la devozione per l’accumulo e conseguentemente per lo spreco. Dal latino “luxuria“, rigoglio, eccesso, lascivia, sfrenatezza, anche la lussuria alimenta la non più sostenibile società dei consumi. Dei cinque vizi capitalisti, la lussuria e l’avarizia saranno molto probabilmente quelli che renderanno la Terra un pianeta inabitabile.

Gola

Il rapporto tra uomo e natura e i cinque vizi capitalisti
“Gula”, Callot Jacques (1592/ 1635)
Immagine: lombardiabeniculturali.it

L’ingordigia, l’abbandono totale verso i piaceri della tavola, in altri termini un sistema alimentare che sta distruggendo interi ecosistemi, che inquina, che sfrutta eccessivamente le risorse energetiche e che non garantisce la sicurezza alimentare a centinaia di milioni di persone. Negli ultimi 50 anni il settore agroalimentare mondiale ha avuto un impatto ambientale devastante. Secondo un recente studio le emissioni del solo sistema alimentare globale renderebbero impossibile limitare il riscaldamento a 1,5°C e difficile anche realizzare l’obiettivo dei 2°C contenuto nell’Accordo di Parigi.

Accidia

virtù
Melencholia“,  Albrecht Dürer (1514)
Immagine: wikipedia.org

L’inerzia permanente, l’inoperosità derivante dall’indifferenza verso la minaccia più grande del 21esimo secolo, la crisi ambientale. Citando Antonio Gramsci «chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita». È nell’accidia che il rapporto tra uomo e natura muore. L’immobilismo del mondo politico, conseguenza di un’inadeguata pressione da parte dei cittadini, rappresenta il badile con cui l’uomo si sta scavando la fossa. Senza azioni radicali e sacrifici collettivi sarà impossibile riuscire a vincere la battaglia ambientale.

Le virtù ecologiche per salvare il rapporto tra uomo e natura

Conoscere i vizi e combatterli con le virtù. Il difficile rapporto tra uomo e natura può e deve migliorare grazie a comportamenti virtuosi quali, a esempio, le buone pratiche. A tal proposito abbiamo il dovere di contrapporre ai cinque vizi capitalisti altrettante virtù ecologiche grazie alle quali è possibile diminuire il nostro impatto sull’ambiente.

virtù
«Fra i beni divini, invece, si trova al primo posto, in posizione preminente, la saggezza; al secondo, subito dopo, l’intelligenza, l’atteggiamento temperante dell’anima. Terza viene la giustizia che nasce dalla mescolanza di queste virtù con il coraggio. Al quarto posto, infine, mettiamo il coraggio.» – Platone, Le leggi
Immagine: medium.com

Prudenza (o saggezza)

La principale virtù dell’anima razionale con la quale discernere i fatti reali dagli ideologismi che molto spesso rappresentano un freno nella lotta alla crisi ambientale. Caratteristica principale della scienza, la prudenza, nella filosofia platonica “saggezza”, è sicuramente l’attributo che più di tutti potrà aiutarci nel campo della tutela della natura. Inutile dire che prevenire è sempre meglio che curare.

Temperanza

Controllare gli impulsi eccessivi, essere moderati nell’uso dei beni materiali. L’antidoto naturale contro il consumismo, contro la voglia irrefrenabile del possedere, dell’acquistare e consumare beni non necessari. La temperanza è la virtù di cui necessitiamo per ridurre in modo sostanziale la nostra impronta di carbonio.

Fortezza (o coraggio)

Resistere, resistere, resistere! Non scoraggiarsi di fronte all’indifferenza politica nei confronti della tutela ambientale. Continuare a lottare, a gridare, a manifestare affinché le istanze ambientaliste non finiscano sul fondo di un cassetto. Combattere in maniera costante e con qualsiasi mezzo (pacifico) contro chi, accecato dall’avarizia, distrugge ogni giorno l’ecosistema Terra e il futuro delle nuove generazioni.

Giustizia

Parafrasando Nelson Mandela, assicurare un futuro sostenibile alle nuove generazione non è un atto di carità, ma un atto di giustizia. E proprio per la giustizia climatica che milioni di giovani si sono riuniti in movimenti globali atti a ricucire lo strappo nel rapporto tra uomo e natura e a pretendere azioni politiche rapide contro la crisi climatica.

Scienza

La più importante delle tre “virtù intellettuali”. La scienza intesa come l’insieme delle discipline grazie alle quali la società umana ha fatto passi da gigante in un breve periodo temporale. Solo tramite la scienza ambientale possiamo comprendere a fondo le problematiche inerenti il rapporto tra uomo e natura e solo grazie alla scienza ambientale riusciremo ad avere le soluzioni più adatte alla crisi ambientale di cui siamo e saremo sempre più vittime.

Marco Pisano

Marco Pisano
Sono Marco, un quasi trentenne appassionato di musica, lettura e agricoltura. Da tre e più anni mi occupo di difesa ambientale e, grazie a Libero Pensiero, torno a parlarne nello spazio concessomi. Anch'io come Andy Warhol "Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare". Pace interiore!

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