cattive intenzioni

Le cattive intenzioni non ci piacciono? Beh, immagino che i buoni propositi che ci siamo fissati per il 2020 non sono andati proprio come ci si aspettava. L’anno vecchio giunge al termine e quello nuovo comincia: contro ogni aspettativa, pare che anche il 2020, proprio come il 2019 ed il 2021, finirà. Bisogna ammettere che nella storia contemporanea occidentale, ma probabilmente in buona parte anche globale, è difficile trovare un anno più intricato, complesso e difficile di quello che si sta chiudendo in questi giorni.

Ma non perdiamo le speranze per il 2021: al di là dell’arrivo dei vaccini, forse unico faro nel marasma socio-politico-sanitario provocato dalla pandemia, tutti gli altri segnali fanno pensare che l’anno nuovo continuerà a metterci in mostra il peggio di questo paese. D’altro canto, su che basi possiamo affermare che la pandemia ci ha cambiato in meglio? Abbiamo evidentemente troppa fiducia nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio, quando la magia dovrebbe toccare le nostre menti e farci rinsavire, dopo che non siamo rinsaviti in 10 mesi di pandemia. Quindi, come ogni anno che si rispetti, abbiamo bisogno di iniziarlo con le cattive, anzi le peggiori, intenzioni. Citando un po’ a sproposito Carlo, se la storia si ripete la prima volta come tragedia, benvenuti al suo secondo ripetersi, la farsa che ci attende nel 2021:

1) Aprire l’Università a 5 Stelle

Raggi ed Appendino (ahimé) trainano moralmente l’immagine di un partito che, senza più Grillo che appare come deus ex machina per peggiorare le posizioni già precarie dei 5 Stelle, è in rotta verso l’autodistruzione. Il comico di Genova è stato ormai sostituito a pieno titolo dal comico di Pomigliano d’Arco, che dal cabaret pentastellato è finito dritto dritto a capo della Farnesina. Un CV di tutto rispetto. Come il consenso popolare può totalmente sostituire la conoscenza della politica? Si attendono risposte da Luigi. Attenzione: non è ovviamente vero che solo chi ha avuto voglia e privilegio di studiare può fare politica (evviva il passato di Teresa Bellanova e di Valeria Fedeli), basterebbe però un minimo di interesse e competenza — caratteristiche assenti sotto la voce Di Maio. Tra le cattive intenzioni del 2021 non può dunque mancare un’Università a 5 Stelle, che farà concorrenza alle già esistenti scuole politiche di Salvini (vince chi insulta meglio) e Letta (viva i moderati). Sembra ormai confermato che Di Maio in persona voglia prendersi cura di due corsi del primo anno in questa Università; nello specifico, “Teoria della banalizzazione di problemi complessi” e “Come dare il colpo di grazia a un partito: dal 30 al 15 per cento in un solo anno”. Si pensa anche a una cattedra onoraria, sempre per Luigi, in virtù del suo fantastico operato nei casi ILVA e Whirpool: tutti a casa senza lavoro.

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Una delle versioni migliori del nostro capo della Farnesina, Luigi Di Maio (fonte: Donna Pop)

2) Rimpatriare i criminali italiani e deportare i migranti

Tra le cattive intenzioni per il 2021 non può mancare l’augurio di tanti altri magnificenti sforzi diplomatici per rimpatriare gli amati criminali nostrani. Molotov, Ribbentrop e perfino Kissinger temono di essere spodestati nell’albo della diplomazia dal rimpatrio di Chico Forti dalle carceri USA alle carceri italiane. Il windsurfer e showman originario di Trento, accusato nel 1998 dell’omicidio dell’uomo d’affari Dale Pike, potrà finalmente pesare sulle nostre tasche e finire di scontare la sua pena nel Belpaese. Guai a chi si lamenta: un italiano è pur sempre un italiano, no? Che sia un omicida pazienza e, comunque, pare che salutasse sempre. A sentire Di Maio, infatti, il rientro di Chico è un “bel regalo di Natale per lui” (e su questo non ci piove) “per la sua famiglia” (sua moglie è americana, i figli pure: saranno mica contenti che se ne vada dagli States?) “e anche per l’Italia, perché fa ben sperare” (aiuto). Ma non dimentichiamo i precedenti successi del governo Conte in materia: i teatrini montati per il rimpatrio di Battisti e di Silvia Romano, degni di una puntata di Furore (furore, furore tatatata. Proprio quello). Ma per ogni criminale che importiamo, deportiamo manciate di persone il cui crimine è quello di non avere un passaporto. In effetti una delle migliori cattive intenzioni del 2021 è proprio quella di continuare, come già avviene, a rimpatriare i migranti e le migranti in arrivo dalla Tunisia, facendo loro firmare un foglio tramite il quale si auto-dichiarano migranti economici — un’incorretta e riduttiva categoria inventata di sana pianta in Europa. Più di 4 milioni è invece il costo di ogni nave sulla quale i migranti trascorrono la loro quarantena prima di essere rimpatriati. La Farnesina dovrebbe essere fiera di un tale risultato: prendersela con e annichilire chi è più vulnerabile alle autorità e abbassare il capo di fronte ad Al Sisi, barattando la verità su Giulio Regeni con la concessione del giacimento di gas di Zohr: una vita in cambio del più grande giacimento di gas del Mediterraneo? Un affarone, direbbero pregevoli personaggi del calibro del governatore della Liguria, Giovanni Toti, già famoso per aver proposto di sopprimere gli anziani in quanto categoria non produttiva.

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Chico Forti negli anni ’90 ed oggi (fonte: Il Corriere Della Sera)

3) Portare a termine le grandi opere devastanti

Il MoSE ha alzato per la prima volta le sue barriere a inizio ottobre 2020, dopo quasi 30 anni di lavori, critiche e corruzione. Il primo annuncio di quest’opera risale al 1992, data che coincide con la decisione di costruire un’altra grande opera, in tal caso seriamente inutile fin dal principio: il TAV Torino-Lione. Il fantomatico progetto per velocizzare il corridoio Piemonte-Alta Savoia, che dovrebbe forare più di 50km di montagna e passare accanto a una già esistente linea ferroviaria è tuttora oggetto delle critiche del movimento politico più duraturo e determinato della nostra penisola, i NO TAV. Ma forse il Recovery Plan appena approvato è l’occasione giusta: altri miliardi dell’UE da mangiare, altre frottole da raccontare sulla “strategicità” di questo progetto, dove di strategico c’è solo la spartizione delle poltrone e la corruzione sistematica. Per questo più di 20 miliardi dell’UE verranno impiegati per realizzare “Opere ferroviarie per la mobilità e la connessione veloce del Paese”. Metà Italia non disservita dai treni? Pendolari che prendono la Covid perché hanno la colpa di salire sui regionali e non pagare abbastanza per le Frecce? Tranquilli, costruiremo il TAV. E per un pelo non abbiamo rischiato di vedere inserito, tra i progetti da finanziare con i fondi del Recovery, quello del Ponte di Messina. Da Berlusconi in poi se ne era parlato poco, ma come arrivano nuovi fondi eccoli pronti i commensali che si siedono al banchetto delle grandi opere per mangiare. Certo non raffinato, ma un ottimo riassunto, è il murales di Blu realizzato a Chiomonte, estremità ovest del cantiere TAV. Eccolo un altro buon proposito, dunque: mangiare soldi finché ce n’è – e finché la maggioranza degli italiani non batte ciglio.

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Il Graffito di Blu a Chiomonte (fonte: autistici.org)

4) Incoronare Renzi a capo del Regno d’Italia

Tra le cattive intenzioni per il 2021, la più savoiarda sarebbe ripetere la magica incoronazione di Carlo Magno, avvenuta nell’anno 800 nella Basilica di San Pietro. Però stavolta, al posto di Carlo, ci mettiamo Matteo Renzi. Perché, ammettiamolo, se lo merita proprio. Un breve sunto di Renzi post-dimissioni nel 2016: si è fatto eleggere con un partito, è uscito da quel partito, ne ha creato uno tutto suo che sfiora sì e no l’1%, ha convertito due ministre del governo Conte e le ha fatte passare al lato oscuro della forza, ha minacciato di ritirare le due ministre in questione se Conte non lo avesse ascoltato, ha ricevuto i complimenti da Salvini, minaccia la caduta del governo un giorno sì e l’altro pure. Ultimo, ma certo non ultimo, ha dato la spallata finale, il colpo di grazia alla politica italiana dopo 20 anni di Berlusconismo. Ma più che all’incoronazione di Carlo Magno, quella di Renzi potrebbe somigliare più a quella di Napoleone Bonaparte: Pio VII arrivò a Parigi per incoronarlo, ma Napoleone, pur ringraziandolo, la mattina del 2 dicembre 1804 entrò nella basilica di Notre Dame e si pose da solo sul capo la corona da imperatore. Aiutiamo Renzi a tenere sotto scacco il governo dall’alto del suo 1%, eccolo il proposito per una democrazia sempre migliore: incoronare Renzi e tornare alla benamata monarchia. (PS: Nel caso, ricordarsi di chiudere il porto di Brindisi prima che Matteo segua le orme di Vittorio Emanuele III.)

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Un giovane Matteo Renzi con la classica espressione che ne avrebbe contraddistinto l’ascesa politica di lì a pochi anni (fonte: Civiltà Scomparse)

5) L’omicidio del giornalismo indipendente

Tra le cattive intenzioni del 2021, una è già stata realizzata nel dicembre 2020: il taglio Crimi(nale) dei fondi alle testate indipendenti. Nella manovra di bilancio valida per il 2019 il M5S, su proposta di Vito Crimi, era riuscito a ridurre progressivamente i 59 milioni di euro destinati all’editoria: del 25% nel 2019, 50% nel 2020 e 75% nel 2021, fino al loro totale azzeramento nel 2022. Una punizione in piena regola per testate che scelgono di non ospitare pubblicità, come Il Resto del Carlino, o che lavorano senza padroni, come la cooperativa di giornalisti che pubblica Il Manifesto — e un regalo ai peggiori imprenditori della carta stampata. In piena crisi economica da pandemia, l’emendamento presentato per la legge di bilancio 2021, volto a bloccare il taglio dei fondi all’editoria, non è passato; i fondi verranno azzerati totalmente entro due anni. E così il Manifesto, come ricorda Norma Rangeri nell’editoriale del 22 dicembre scorso, nel 2021 rischia di intonare il proprio canto funebre invece che festeggiare i suoi 50 anni di attività. 

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La copertina de Il Manifesto del 15 luglio 2016, durante uno dei frequenti attacchi economici contro la testata (fonte: Il Manifesto)

Che dire, le cattive intenzioni per il nuovo anno sono davvero tante, così tante che riesce difficile anche solo sintetizzarle: figuriamoci l’arduo compito di immaginare come il 2021 possa rappresentare un passo avanti rispetto al tragico 2020. Perché sì, si può sempre migliorare, ma, soprattutto, al peggio non c’è mai fine. In bocca al lupo a tutte e tutti, pronti per un altro anno all’insegna della malapolitica del Belpaese.

Lorenzo Ghione

1 commento

  1. E bravissimo Lorenzo, come al solito chiaro e senza tanti paroloni. Questo articolo mi è piaciuto molto anche per la sottile ironia. Complimenti

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