Lecicia Sorri art.110 co.1
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Lecicia Sorri è un’attivista politica e musicista bolognese esperta in materia di giurisprudenza. Di recente ha pubblicato il suo primo EP in studio, art.110 co.1, cinque brani nei quali i temi legati alla protesta politica vengono cantati su basi musicali che strizzano l’occhio al genere techno, all’ industrial e all’elettronica.

L’intento dell’autrice è quello di utilizzare la musica come veicolo per diffondere e sensibilizzare le coscienze su questioni molto serie e di attualità: l’ecologismo, il transfemminismo e le disuguaglianze sociali vengono trattati nell’album secondo una prospettiva intersezionale, per cui ogni tema è inevitabilmente legato all’altro. L’obiettivo che Lecicia Sorri persegue tramite la musica è la decostruzione della narrazione dominante su questioni come l’immigrazione, ad esempio, con la speranza di riuscire a portare un giorno la sua voce anche alle istituzioni, poiché è convinta che ogni rivoluzione deve passare anche attraverso i canali istituzionali per consolidare e affermare un cambio di paradigma vero e proprio. 

«L’arte è un atto di sovversione – spiega Lecicia – ma anche di costruzione. In un momento storico come questo, non può essere fine a se stessa. Questo EP nasce da una necessità urgente, quasi un obbligo morale: non posso restare in silenzio mentre l’umanità va verso l’estinzione. Ho il privilegio di poter parlare, di avere un tetto sopra la testa, e credo che chi può farlo abbia il dovere di amplificare le voci di chi non viene ascoltato.»

La produzione di art.110 co.1 è stata affidata al produttore napoletano Otus_Medi, con cui l’artista bolognese ha lavorato alla creazione, per i suoi brani, di un sound ibrido e tagliente, progressista al pari dei testi dei brani. Infatti, ad accompagnare l’antagonismo politico è una ricerca timbrico-musicale che indulge ai suoni elettronici e alla sperimentazione: l’abbattimento dei confini diventa dunque un manifesto non solo politico, ma anche la dichiarazione programmatica di un’arte tutta urbana, che guarda alla leggerezza del suono come a un veicolo di sensibilizzazione su temi fondamentali. 

Emergono da art.110 co.1 alcuni brani, tra cui Sorri not sorry, del quale l’autrice racconta che «è la traccia più cupa dell’EP. È un flusso di parole recitate, un monologo interiore che si fa grido politico. Ho partorito un’idea tutt’altro che mesta, canto nel pezzo, denunciando il genocidio e la censura, la violenza sistemica e il ruolo distorto dei media. Ma oltre alla rabbia, c’è la visione di una rete capace di accogliere tutte le creature viventi, abbattendo confini e costruendo legami». Nel caso di VLFDM RMX, invece, racconta: «ho preso il primo brano registrato live e l’ho trasformato in un’invettiva dissacrante sul declino della società contemporanea. Un mix tra denuncia e sarcasmo, tra ansia collettiva e ironia feroce. Il remix spinge il pezzo in una nuova direzione, con una produzione che guida in un viaggio caotico tra il presente e il futuro». 

Lecicia Sorri con il suo sound tagliente ci regala dunque l’inizio di un progetto artistico che coniuga contenuti, leggerezza e una visione ben chiara sul futuro – distopico e incerto – che tutti e tutte abbiamo davanti. 

Giulia Imbimbo

Giulia Imbimbo
Nata a Napoli a ridosso del nuovo millennio, sono una studentessa di Lettere Moderne, divoratrice di album e libri. Credo nella capacità della cultura umanistica e dell'espressione artistica di rifondare i valori della società contemporanea.

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