Cliff Young e l'ultramaratona australiana

Nel mondo dello sport, ci sono storie che trascendono i record e le medaglie per diventare vere e proprie leggende. Una di queste è quella di Cliff Young, un semplice contadino australiano che nel 1983 sconvolse il mondo delle ultramaratone, sfidando ogni pronostico e cambiando per sempre il modo in cui si corre a lunga distanza. La sua impresa è una testimonianza di determinazione, resistenza e umiltà, e continua a ispirare atleti e appassionati di tutto il mondo.

Immagine generata con DeepAI.

Le origini

Cliff Young nacque il 8 febbraio 1922 a Beech Forest, nello stato di Victoria, in Australia. Cresciuto in una fattoria, sviluppò fin da giovane un legame speciale con la terra e gli animali. La sua famiglia possedeva una grande proprietà di oltre 2.000 ettari, e Cliff passava le giornate a lavorare nei campi e a occuparsi del bestiame. Nonostante le difficoltà economiche e le condizioni di vita dure, sviluppò una straordinaria resistenza fisica e mentale.

Young non aveva un’educazione sportiva formale né una preparazione atletica specifica, ma era abituato a correre per ore mentre inseguiva le sue pecore durante le tempeste. Questo allenamento naturale forgiò il suo incredibile livello di endurance, sebbene all’epoca nessuno, nemmeno lui stesso, si rendesse conto di quanto fosse fuori dal comune.

La Westfield Sydney-Melbourne Ultra Marathon

Nel 1983, l’Australia ospitava una delle competizioni più impegnative al mondo: la Westfield Sydney-Melbourne Ultra Marathon, una corsa di 875 chilometri che collegava le due principali città australiane. Era una gara riservata ai migliori atleti di endurance, corridori esperti e altamente allenati che affrontavano il percorso con strategie meticolose e team di supporto. Il vincitore tipico era un atleta giovane, in perfetta forma fisica, con anni di preparazione alle spalle.

Tutto cambiò quando alla partenza si presentò Cliff Young, un contadino di 61 anni, con una tuta da lavoro e stivali di gomma. Con il suo aspetto trasandato e la totale mancanza di sponsor o supporto professionale, era difficile immaginarlo come un vero concorrente. Tuttavia, Young era determinato a dimostrare che la resistenza e la forza mentale potevano prevalere sulla preparazione atletica tradizionale.

Immagine generata con DeepAI

Un nuovo stile di corsa

Quando la gara ebbe inizio, gli altri atleti si allontanarono rapidamente, adottando la strategia classica delle ultramaratone: correre per circa 18 ore e dormire per il resto della giornata. Cliff Young, invece, aveva un piano diverso. Avanzava con un’andatura insolita, un passo lento e costante che sembrava più simile a uno shuffle (trascinamento dei piedi) che a una corsa tradizionale. La maggior parte degli spettatori e degli esperti di corsa lo sottovalutò, convinti che si sarebbe arreso dopo poche ore.

Ma Young aveva un segreto. Abituato a inseguire il bestiame nella sua fattoria a Colac, nello stato di Victoria, era solito correre per giorni interi senza riposarsi. Così, mentre gli altri concorrenti si fermavano per dormire, lui continuava a muoversi, avanzando lentamente ma inesorabilmente.

La vittoria inaspettata

Giorno dopo giorno, Cliff Young ridusse il distacco dai favoriti. Il suo stile di corsa, apparentemente inefficace, si rivelò incredibilmente efficiente nel risparmiare energia. Senza mai fermarsi per lunghe pause di sonno, alla fine della competizione Young non solo riuscì a completare la corsa, ma la vinse con un vantaggio incredibile di quasi dieci ore rispetto al secondo classificato.

Il tempo impiegato fu di 5 giorni, 15 ore e 4 minuti. Young aveva battuto ogni previsione e stabilito un nuovo record per la gara. La sua impresa non solo lasciò il pubblico senza parole, ma cambiò per sempre la strategia delle ultramaratone: gli atleti iniziarono ad adottare il “shuffle” e a ridurre le ore di sonno per massimizzare la performance.

La vittoria di Cliff Young scatenò un’ondata di entusiasmo in tutta l’Australia. I giornali lo definirono “l’eroe improbabile” e le televisioni trasmisero immagini della sua corsa instancabile. Molti si chiedevano come un uomo della sua età e senza una preparazione atletica specifica fosse riuscito a compiere un’impresa simile. La sua storia divenne simbolo di determinazione e umiltà, e in breve tempo divenne un’icona popolare.

Immagine generata con DeepAI:

L’eredità di Cliff Young

Dopo la sua vittoria, Cliff Young divenne un’icona nazionale. Nonostante il premio in denaro di 10.000 dollari australiani, decise di non tenerlo per sé, ma di dividerlo con gli altri concorrenti, dimostrando un’incredibile generosità e un profondo senso di sportività.

Young continuò a correre e a partecipare ad altre competizioni, ma il suo impatto andò oltre il mondo dello sport. Il suo esempio ispirò migliaia di persone, dimostrando che l’età, le condizioni fisiche e la mancanza di esperienza non sono ostacoli insormontabili quando si ha una volontà di ferro.

Il caratteristico passo di Young, il “shuffle”, divenne una tecnica studiata dagli esperti di corsa. A differenza della corsa tradizionale, che implica un sollevamento netto dei piedi, il suo metodo riduceva lo sforzo muscolare e permetteva di conservare energia per lunghe distanze. Oggi molti ultramaratoneti adottano una versione modificata di questa tecnica.

Cliff Young è la prova vivente che la determinazione e la passione possono superare qualsiasi ostacolo. La sua storia rimane una delle più incredibili nel mondo dello sport e continua a motivare corridori di tutte le età a sfidare i propri limiti. Ancora oggi, il suo “shuffle” viene studiato e imitato dagli ultramaratoneti di tutto il mondo. La sua leggenda vive nel cuore di chiunque creda che la vera forza risieda nella perseveranza e nello spirito indomito di chi non si arrende mai.

Gianluca De Santis

Gianluca De Santis
Laureato in Mediazione Linguistica e Culturale a L'Orientale di Napoli, in Relazioni Internazionali all'Università Statale di San Pietroburgo e in Commercio Internazionale presso Mbway Bordeaux in Francia, da sempre mi sono interessato alla sfera internazionale. Il contesto geopolitico, estero e diplomatico, sono le cose che da sempre mi hanno fatto brillare gli occhi. Ed è proprio di questo, e magari non solo, che parlerò con voi.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui