Protestano, davanti Montecitorio, i medici dell’Inps. Un gruppo di camici bianchi si è riunito davanti il Parlamento per protestare contro la decisione dell’Istituto nazionale di previdenza sociale di ridurre drasticamente le visite di accertamento della malattia dei dipendenti privati.

Riduzione delle visite di controllo del 90%, il che equivale per molti medici dell’Inps alla disoccupazione. Infatti come spiega all’Adnkronos Salute Antonio Centonze, medico Inps di Lecce: “Una riduzione che ci ha messo in ginocchio. Praticamente siamo disoccupati, visto che veniamo pagati in base al numero delle visite. Se prima di questi tagli facevamo circa 90-100 visite al mese, ora ne facciamo una ventina. Un danno notevole, non solo per le nostre tasche, ma anche per le casse dello Stato, dal momento che l’assenteismo è un costo che pesa“.

La ratio di tale decisione è quella di risparmiare circa 50 milioni di euro per raggiungere l’obiettivo dei 500 milioni di taglio imposti dalla legge di stabilità del 2013. Per cui, spetterebbe all’azienda del lavoratore verificare la reale malattia di quest’ultimo e pagare il medico per la visita. La decisione presa, lo scorso maggio, tramite una circolare dal titolo “Temporanea sospensione delle procedure riguardanti le visite mediche di controllo” ha subito generato le proteste del Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale). Il suo portavoce, Alfredo Petrone, commentò così la decisione: “L’Istituto ha deciso la temporanea sospensione delle visite mediche di controllo disposte d’ufficio. Si tratta di un provvedimento preso senza alcun preavviso e rispetto al quale esprimiamo forte dissenso” aggiungendo che “basta un aumento dello 0,1% di assenze per malattia – fa notare ancora Petrone –  per far perdere 100 milioni“. A tutto ciò va aggiunto che poco prima della circolare, citata precedentemente, l’Inps si era posto l’obiettivo di ridurre del 3% i giorni di malattia dei lavoratori. Obiettivo raggiungibile attraverso le visite di controllo che invece, ora, vengono ridotte del 90%.

I manifestanti chiedono un contratto di lavoro a tempo indeterminato, in regime di convenzione e che siano unificate le visite di controllo dei dipendenti privati e pubblici, dove quest’ultime vengono svolte dai medici dell’Asl.

Valentino Arena

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