Giornata da dimenticare, quella odierna, per il deputato del Partito Democratico Matteo Richetti, 40enne modenese braccio destro di Renzi: se a mezzogiorno era giunta l’ufficialità del suo ritiro dalle primarie in Emilia-Romagna in vista delle elezioni regionali di novembre decise in seguito alle dimissioni del presidente uscente, sempre in quota PD, Vasco Errani, nel pomeriggio gli è stata comunicata la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati: è accusato di peculato durante la sua presidenza del Consiglio Regionale emiliano. Errani si era dimesso in seguito ad una condanna in appello per falso ideologico.
Con il suo ritiro, avvenuto con la mancata presentazione delle firme, i candidati che il 28 settembre si sfideranno sono il segretario regionale del PD Emilia Romagna Stefano Bonaccini e l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani, che ha dalla sua il sostegno di 30 delegati dell’assemblea regionale.
Richetti si affida al proprio profilo privato su Facebook, alle ore 15, per spiegare la propria decisione: “L’unità è un valore che non va solo dichiarato, ma anche praticato. Per me, in politica, è un valore importante, così come lo è trovare un punto di sintesi, di lavoro insieme. Per questo non metterò in campo la mia candidatura. Decisione sofferta e meditata, ma credo sia nell’interesse dell’Emilia Romagna e del PD. Ora non è il momento delle divisioni, il nostro Paese e la nostra regione non possono permetterselo. Nel tempo in cui stiamo portando avanti riforme importanti per l’Italia accolgo l’invito, arrivato da più parti, all’unità. Lo faccio perché non basta prendere applausi scroscianti dal nostro popolo, dai democratici, quando si fanno appelli alla coesione. Bisogna saperla realizzare. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno messo la loro faccia e la loro firma a mio sostegno, sapendo che non una goccia di questo sforzo andrà perduta.”
Il richiamo era arrivato da un seccato Renzi proprio dal palco bolognese della Festa dell’Unità, quando aveva ripreso sia Richetti che Bonaccini, anch’egli renziano e sponsorizzato dal segretario nazionale.
L’indagine in cui è coinvolto Richetti è quella sulle “spese pazze” del Consiglio Regionale, coordinata dai pubblici ministeri Morena Plazzi e Antonella Scandellari con la supervisione del procuratore Roberto Alfonso e del procuratore aggiunto Valter Giovannini, che probabilmente sarà chiusa entro il mese di ottobre: sarà in tale sede che si deciderà di archiviare le singole posizioni oppure di procedere con i rinvii a giudizio. Le indagini su Richetti sono partite da un esposto presentato nel 2011 dal consigliere del Movimento 5 Stelle Andrea Defranceschi, poi sospeso da Grillo e Casaleggio, e lo riguardano in merito agli spostamenti avvenuti in auto blu da e per la propria abitazione. Richetti è indagato insieme ad altri 8 consiglieri del PD, tra i quali lo stesso Bonaccini: a questo punto il favorito è decisamente Balzani, che probabilmente sarà candidato unico, sempre che non si ritrovi coinvolto in grane giudiziarie.
Moricca Simone