Serena Autieri torna a Napoli con Rosso Napoletano

L’attrice napoletana Serena Autieri, torna a Napoli, al teatro Augusteo dall’8 al 17 dicembre, con un nuovo musical, Rosso napoletano, scritto e diretto da Vincenzo Incenzo, coreografie – Bill Goodson, direzione Musicale – Vincenzo Campagnoli scenografia – Roberto Crea, costumi – Concetta Iannelli, disegno luci – Luigi Ascione, prodotto da Enrico Griselli per Engage.

Rosso napoletano, Carmela è l'energia di Napoli

Rosso napoletano ripropone un tema centrale della storia di Napoli, la ribellione del popolo nel 1943 e i quattro giorni di lotta eroica per cacciare via dalla città il nemico nazista. La splendida Autieri indossa le vesti della panettiera Carmela, una ragazza madre che cresce da sola la sua bambina e che alla notizia dell’armistizio dell’Italia con i tedeschi riapre il suo forno. Un giorno le appare il soldato Raphael e tra i due è amore a prima vista.

Carmela è una donna energica su cui grava la colpa di avere una figlia senza marito, che non attende di avere il perdono del suo popolo ma lotta per guadagnarsi la sua reputazione. Non è la gente, ma le sue mani, il suo forno a restituirle l’autorevolezza perduta. Tutto sembrerebbe procedere a suo favore con l’incontro dell’affascinante soldato Raphael, con il quale non avrebbe più dovuto rinunciare all’amore ma…

Il colpo di scena

A questo punto il regista si serve di un elemento storico fondamentale per conferire quella “devianza” alla trama iniziale, l’ostacolo, che trasforma una semplice contingenza storica in unostorytelling napoletano”: Hitler dichiara il tradimento dell’alleata Italia. Il colonnello Scholl prende il comando della città e punisce i dissidenti. Ora Carmela è dilaniata dall’amore per la sua Napoli e l’amore per Raphael che, improvvisamente, diviene il nemico del suo popolo. Raphael è rappresentato con i tratti dell’eroe “romantico” così come lo definisce il regista Incenzo. Rinnega la guerra e muore per salvare dai tedeschi la donna amata, mentre la città dopo una strenua resistenza si libera dalle truppe nemiche.

La numerologia del “monaciello” nel teatro della vita

Uno spettacolo che diverte e commuove allo stesso tempo: a fare da cornice a Rosso napoletano sono le grandi canzoni della tradizione napoletana reinterpretate in chiave moderna. Un’opera ibrida in cui la commedia si fonde al musical, dove personaggi esilaranti come il Professore e Donna Rosa irrompono nel dramma accanto ai personaggi lirici personificati da Carmela e Raphael.

Ad evidenziare la discrasia tra l’elemento drammatico e comico sono gli Off voice che separano le scene. Il sipario chiuso, una voce narrante vestita di luce rossa rompe la quarta parete. È una sorta di spiritello, come un “monaciello” nel teatro della vita che tutto vede senza mai essere visto. Portatore di un’antica saggezza e onnisciente, ride sulle vicende tragiche svelandone il significato con la numerologia tipica della smorfia napoletana.

“Jatevenn”: il tema dell’equivoco e dell’appartenenza identitariaRosso napoletano, Serena Autieri: Carmela è l'energia di Napoli

E se Raphael cerca di salvare Carmela dai proiettili dei nazisti, non riuscirà a salvarla invece dal disonore. Sorpresa con il soldato verrà accusata di essere una delatrice e condannata alla fucilazione. Finché per un nuovo equivoco, alla morte di Raphael verrà scagionata dal popolo di Napoli, che la riconoscerà come membro della comunità.

Rosso napoletano. Serena Autieri: Carmela è l'energia di NapoliAbbiamo parlato dello spettacolo – e non solo – proprio con Serena Autieri che ha così risposto alle nostre domande:

Napoli è spesso protagonista per rappresentazioni teatrali e cinematografiche contemporanee, ma spesso diventa uno stereotipo. Quali sono i tratti che rendono originale Carmela in Rosso napoletano?

«Carmela è una donna ricca di forza e di energia, appartiene a quella Napoli autentica, solare. Spesso purtroppo dai media viene trasmessa un’immagine di Napoli negativa, associata alla criminalità. Napoli invece è bellezza, cultura, carisma ed è proprio la sua spettacolarità che “Rosso Napoletano” vuole portare in scena, al di là di ogni luogo comune o stereotipo, una napoletana può essere anche bionda dagli occhi verdi».

Lei, quando torna a Napoli, avverte quel senso di “spaesamento” così come lo definiva Sartre?

«No, io non lo avverto affatto. Quando torno a Napoli, anche se per lavoro mi sono dovuta spostare altrove e sono stata accolta con affetto, ritrovo sempre quel calore nella gente, nei colori della città di cui sono figlia. Gli stessi attori dello spettacolo sono stati scelti durante le audizioni a Napoli e mi piacerebbe fare molto per aiutare i giovani talenti di questa città».

Lo scrittore Erri De Luca ha affermato che i napoletani siano molto “critici” nei riguardi del teatro, lei da attrice ha percepito questa caratteristica nel suo pubblico?

«Sì, assolutamente. Il pubblico napoletano è molto attento, resta in silenzio per due ore ad osservare e decidere alla fine se deve applaudire oppure no. È una platea molto esigente forse perché a Napoli abbiamo una grande tradizione teatrale. Napoli è una città che vende molti biglietti a teatro, con un pubblico preparato e appassionato».

Rosso napoletano, offre uno spaccato della città popolata dalle sue figure leggendarie di “scugnizzi”, marinai “femminelli”, prostitute e professori, è un dramma che si propone di offrire una visione alternativa alla Napoli criminale, di una “Belisidora” in cui il bene sopravvive al male, una città brulicante di vitalità.

Rosa Auriemma

 

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