Ieri, venerdì 6 novembre, l’associazione C’at accis a salut, con alla guida Gabriel Aiello, è scesa in piazza a Casalnuovo per dire “BASTA” alle condizioni in cui i cittadini della cosiddetta Terra dei Fuochi continuano ad essere costretti a vivere. La manifestazione ha avuto inizio alle ore 17:oo:  la cittadinanza di Casalnuovo di Napoli si è riunita in piazza Mafalda, da dove poi è partita la marcia di protesta. Il corteo ha attraversato tutto il paese, che è stato ritenuto non adatto a far parte della lista dei paesi appartenenti alla Terra dei Fuochi; ma Casalnuovo  ospita due aziende ai limiti della legalità ecologica (la Ramoil e la Co.ma.sa) e “vanta” il 54 % di mortalità al colon retto fra i suoi abitanti. Inoltre considerando che tutti i paesi circostanti rientrano nella suddetta lista, la mancanza di Casalnuovo appare assurda.

C’at accis a salut anche quest’anno è scesa in piazza per manifestare il suo sdegno. Sfortunatamente l’importanza della manifestazione non è stata colta dalla stessa comunità colpita, infatti presenti c’erano solo 700 persone circa dei cittadini di Casalnuovo, di cui la stragrande maggioranza erano studenti. Ciò che rincuora, almeno, è sapere che i giovani di Casalnuovo non hanno intenzione di far finta di nulla. Durante la manifestazione ci sono stati cori, urla di rabbia, canti e le parole furiose di Gabriel che con quanta voce aveva in corpo denunciava una società corrotta, gestita da politici che invece di curare, seppelliscono, perché nascondere è più comodo.

Estremamente toccante è stato poi il passaggio del corteo davanti al cimitero di Casalnuovo, passaggio non casuale e strettamente collegato anche alla scelta della data: si è scelto il 6 novembre perchè giorno vicinissimo alla festa dei morti e si è scelto di passare davanti al cimitero per dedicare questa marcia ai defunti. Pochi secondi di marcia silenziosa, un momento di commemorazione, ricco però di rabbia, di domande e anche di tristezza per coloro che ci hanno abbandonato troppo presto, uccisi da quella che doveva essere la loro casa, uccisi dalla propria terra.

Ora ci resta solo sperare che sempre più cittadini di Casalnuovo decidano di affiancare C’at accis a salut nella  lotta per riprendersi la loro terra, per evitare che un paese ricco come Casalnuovo sparisca fra i fumi tossici.

Simona Pisano

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