“Città che legge” è un progetto partito sabato 14 novembre.
La prima di quattro serate ha avuto inizio alle ore 19:30 presso la sede operativa di Polis SA a Nocera Superiore. La sala sovraffollata da lettori e gente incuriosita dalle premesse ha permesso la riuscita dell’evento che vedeva come fulcro principale “Il libro come punto d’incontro”: per recuperare un contatto diretto con la cittadinanza ed in particolar modo con gli amanti della lettura. Attraverso la voce di Davide Speranza e la critica di Francesco Forte, è stato possibile calarsi nella Nocera Inferiore romanzata di Domenico Rea, quella Nofi così dettagliatamente descritta in “Ninfa plebea” che col suo stile crudo ha lasciato aperto il dibattito verso lo spiraglio di luce, più o meno evidente, che i lettori hanno scoperto nel viaggio di Miluzza con Pietro verso Corbara. Spiraglio di luce che caratterizza un finale aperto che da possibilità agli uomini di migliorare la propria condizione, ma ciò che effettivamente caratterizza lo stile di Domenico Rea è il linguaggio fluido che spazia tra arcaismi linguistici ed un italiano ricco e consapevole che rende ancora più incalzante la narrazione.
Parte integrante del progetto “Città che legge” è stato il dibattito aperto e vivo dei partecipanti che si sono sentiti liberi di esprimere il loro personale giudizio riguardo qualcosa di fortemente intrinseco alla loro realtà storica.
Il contributo musicale è stato affidato ad Ensemble Liceum, costituito da Vincenzo Volpe che ha composto le partiture proposte, Francesco Amato, Concetta Giordano e Angelo Antonacchio che con musica ispirata alla tradizione nazionale hanno aperto la serata a suon di chitarra acustica con un brano da loro composto :”Tarantella di Materdomini”.
La serata è stata programmata in maniera meticolosa, intervallando letture a spettacoli musicali, ricca di testimonianze storiche e rimembranze su ciò che era Nocera negli anni della Seconda Guerra Mondiale.
Teresa Manzo