Famiglia=Mamma+Papà. Giggì basta illegalità”
Questo, il vergognoso striscione ad opera dell’associazione “Gioventù Nazionale Napoli“, in bella mostra a Piazza Municipio, che è comparso dopo la decisione del Comune di Napoli di trascrivere l’atto di nascita di Ruben, figlio di due donne, ormai sposate e residenti in Spagna da circa dieci anni, su richiesta del consolato generale d’Italia a Barcellona.

Il bambino, registrato all’anagrafe in Spagna, non ha potuto ricevere la cittadinanza in quanto Marta Loi e Daniela Conte, le due neo mamme, non possiedono il passaporto spagnolo.

Le reazioni di fronte allo striscione omofobo sono state immediate, con la richiesta repentina di rimozione da parte dell’Arcigay Napoli.

Antonello Sannino, presidente dell’associazione Arcigay, che solo due giorni prima aveva espresso soddisfazione per la notizia della trascrizione dell’atto di nascita, dichiarando che questo era da considerarsi la dimostrazione di quanto  Napoli fosse città all’avanguardia per quanto riguarda i diritti delle persone LGTB, si è trovato a dover commentare, persuaso da un senso di profonda tristezza, l’oscena scritta colma di razzismo e odio. La sua posizione risulta chiara:

“Il Sindaco ha fatto quello che lo Stato non riesce a garantire con una legge. Illegale è un cittadino italiano senza documenti. Illegale è il nostro Parlamento che viola la Costituzione e i trattati internazionali. Questo striscione è il proseguio dell’odio innescato ieri da Adinolfi e amici in conferenza stampa che paragona il diritto a essere genitore con la liposuzione. Sembrano opinioni ma sono pensieri che generano odio”

Ciò che è stato fatto rappresenta un grave sintomo di quelle idee malate che ancora sono diffuse in una società immobile di fronte a tali situazioni. Di sicuro, anche se la parola giovani presente nel nome dell’associazione ideatrice dello striscione, spaventa più dello striscione stesso, non si può far altro che prendere atto di un sentimento d’odio dilagante nel nostro paese e cercare di combatterlo.

E così, sabato 17 Ottobre ha avuto luogo alle ore 19.00 a Piazza Plebiscito la performance #abbattiamoilmuro , organizzata da Futuro Remoto. Quest’anno la manifestazione italiana di diffusione scientifica e tecnologica ha promosso come tema principale “Le Frontiere“, non solo scientifiche ma anche culturali. Per questo motivo si è simbolicamente abbattuto il muro dell’omofobia, che purtroppo nella nostra realtà resta ancora troppo alto e forte.

Anche Claudio Finelli, responsabile cultura Arcigay, commentò la notizia della trascrizione dell’atto in maniera precisa, dichiarando che: “grazie alle urgenze dei singoli e alla sensibilità di coraggiosi rappresentanti delle istituzioni del nostro paese, assistiamo a posizioni che possono fare “scuola” in termini di civiltà e rispetto”.

Gli insegnamenti che derivano da queste azioni sono forse i migliori, e come dichiara Finelli, possono davvero far scuola. Ma c’è bisogno di chiedersi se, nel clima di tensione che vige nel nostro paese, dove la linea tra odio razziale e convivenza civile è molto labile, soltanto le urgenze dei singoli possano davvero cambiare le cose.

Alessandra Vardaro

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