Silvio Berlusconi merita di stamparsi un sorriso a sessanta denti in faccia. Anche stavolta Silvio ha dimostrato di essere non il politico del quale l’Italia ha bisogno, nonostante sia stato definito un possibile “salvatore politico dell’Italia” da Bill Emmott, ma – diversamente dalle altre volte – Silvio ha dimostrato di essere l’unico politico in Italia.

Definirlo “l’unico politico” – come anche “salvatore politico” – è senz’altro un’affermazione impegnativa, ma è anche il giusto riconoscimento per chi ha una strategia di lungo termine e non si limita ad improvvisare tattiche per far oscillare i sondaggi giorno per giorno di qualche centesimo di punto percentuale.

E la strategia è delineabile immedesimandosi in Silvio Berlusconi stesso.

Mettendosi nei suoi panni, pensando quello che penserebbe lui, considerando passato, presente e futuro, mettendo in preventivo qualche concessione per ottenere vantaggi.

È per questo che passiamo in prima persona: per interpretare un monologo interiore che potrebbe aver considerato – nei contenuti, se non nei termini – il vecchio Silvio.

Perché certo, puoi essere il più seguito su Facebook, e puoi sembrare cool, ma la falsa scaramuccia dello “stalinista” Salvini che purga il “leninista” Maroni ti si ritorcerà contro, perché grazie a quell’episodio la gente di una certa età ha percepito che sotto la felpa verde in realtà siete comunisti, e l’elettore di centrodestra non vota i comunisti, ma un rassicurante moderato di successo. E puoi anche avere un candidato scelto tra i tuoi uomini più apprezzati in Lombardia, perché tanto ci votano in continuità con quello che è stato da quando ci serviva il volto moderato e cattolico di Formigoni, ma poi con la storia della razza bianca da difendere e le gaffe più o meno genuine di chi esce dall’estrema provincia, beh, i perbenisti votano la mia lista e non la tua.

Oppure perché tu non conti nulla, sei donna e non di elevata statura, né fisica né politica, però sei utile perché avendo tolto il marchio infamante di Alleanza Nazionale dal tuo simbolo-matrioska mi riavvicini i nostalgici dell’MSI, quelli che ho aiutato 25 anni fa a non essere più ostracizzati in quanto fascisti. E anche a te posso lasciare il contentino di un candidato nel Lazio, perché tanto prima del fratello del commissario Montalbano c’erano la Polverini e Storace, così non mi crei problemi.

E dato che io sono Silvio, e sono sempre stato uno che ha fatto dell’apparenza una virtù, vi lascio apparire sul Programma per l’Italia, lascio apparire in gran risalto le vostre proposte più o meno irrealizzabili, più o meno incostituzionali, tanto i programmi non generano obblighi e possono essere disattesi sempre – nessuno ne tiene memoria, nessuno!

Vi ho incastrati, cari miei, e non potete più farci nulla: guardate il simbolo della lista, così semplice e così carico di significati subliminali, dei quali non vi rendete nemmeno conto. Salvini è scritto in cima al simbolo, in posizione marginale, anche se sullo sfondo verde. Anche Meloni è in fondo al simbolo, perché tanto essendo donna è normale che stia sotto, e per di più è su uno sfondo rosso, lei erede dei fascisti.

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Come appare il simbolo depositato al Viminale dal centrodestra per la Circoscrizione Estero [Libero Pensiero News]
Mentre guardate la scritta Berlusconi, che capolavoro del marketing. Posizione centrale, perché è questo Silvio il fulcro del progetto. Scritta in azzurro libertà su sfondo bianco. Bianco e blu, i colori del cielo, i colori moderati, i colori della DC. Sono io l’argine al populismo, e sono contemporaneamente il populismo primigenio, il primo ed inimitabile.

Li ho ingabbiati, giovani sprovveduti, e loro credevano di fare la pelle al giaguaro. Salvini poteva correre da solo, al nord avrebbe preso quasi tutti i seggi del maggioritario e una buona quota al proporzionale. Probabilmente avrebbe avuto più di quello che ha da me. E la Meloni, che vorrebbe essere più rilevante, si trova a rincorrere ora me, ora lui, per cercare di trovare un po’ di quella visibilità che CasaPound le ruba.

Questo è il Silvio calcolatore, il Silvio leader, per come lo immaginiamo. Ma Silvio Berlusconi sarà candidabile? Allo stato attuale delle cose no, e quindi si renderà necessario individuare anche un eventuale “capo politico” della coalizione, ed anche un plausibile “candidato” Presidente del Consiglio.

Un pattern ricorrente nei progetti – politici e non – di Silvio Berlusconi è l’iniziale. La sua iniziale, per essere precisi.

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S come Superman, S come Silvio [Copyright: DC Comics]
Per aprire il ciclo di vittorie del Milan, Silvio scelse Sacchi. Il suo conduttore di punta in Mediaset è Scotti, uno dei volti più affidabili dei suoi telegiornali era Sposini.

In politica la traccia è più recente, ma comunque significativa: prima di Salvini, uno dei potenziali successori è stato uno Stefano, che di cognome fa Parisi.

Ma Salvini per Silvio è scomodo, non è rassicurante, e soprattutto non è un prodotto della propria scuola.

Un potenziale candidato di Silvio, in realtà, c’è. Sarebbe una persona in grado di spostare una discreta percentuale di voti, se accettasse. Sarebbe una persona che ha contribuito, indirettamente, a svecchiare ed anche a migliorare l’immagine di Silvio mentre non era più al centro della scena. Sarebbe uno degli assi da giocare nell’ultimo mese di campagna elettorale, di quelli in grado di far compiere la rimonta o, come più probabile, marcare un distacco notevole dal probabile secondo polo, quel Movimento 5 Stelle dall’elettorato volatile e non più in crescita, mentre chi vota a destra tende storicamente a non esporsi nei sondaggi, contrariamente a chi in questo periodo vota M5S o PD. Ancora meglio, e sarebbe una mossa utile per riconquistare quegli elettori che hanno provato l’ebbrezza di votare pentastellato, sarebbe un debuttante assoluto della politica, eppure già conosciuto. Una persona che sappia essere credibile anche quando finge. Un giovane scafato.

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Il (non ancora) candidato a Milano [Credit: Sky Atlantic]

Sì, è proprio lui l’uomo che fa al caso di Silvio.

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Il (non ancora) candidato negli uffici di Silvio Berlusconi [Credit: Sky Atlantic]
Perché, a parte quelle collaborazioni fittizie con Berlusconi in 1992 e 1993, è stato davvero il Presidente del Consiglio, ma in The young Pope di Sorrentino. E, almeno per una volta, non è stata un’idea di Stefano Accorsi.

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Il Presidente del Consiglio italiano, forte del suo 41%, incontra Papa Pio XIII [Credit: Sky Atlantic]
Coincidenza? Io non credo.

È per questo che Stefano Accorsi sarebbe il candidato perfetto per Silvio Berlusconi.

Simone Moricca

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