Il 2 settembre il Consiglio comunale di Napoli ha approvato a maggioranza un documento relativo al Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) «Napoli-Centro Storico» – Presa d’atto degli interventi finanziati con risorse FSC 2014-2020, per un valore complessivo di 71 milioni e 500mila euro.
I progetti approvati sono 9, riguardano diversi luoghi della città e vanno da l restauro della Galleria Principe di Napoli fino alla creazione di un incubatore di cittadinanza attiva: «È un passaggio molto importante che il Consiglio compie – ha spiegato l’assessore Lieto – perché ratifica un budget molto significativo del Cis per il Centro storico che ci consente di intervenire su diverse aree con diversi progetti. Ci sono interventi più legati alla riqualificazione delle strade, interventi per la riqualificazione di immobili in cui insediare attività di utilità collettiva e con ricadute culturali, interventi che riguardano vasti luoghi urbani ad esempio il pacchetto per il Rione Sanità e i Vergini e la riqualificazione della Salita dello Scudillo».
La Salita dello Scudillo
La Salita dello Scudillo è la storica e ripida strada che dal Rione Sanità si snoda per circa un chilometro, tra verde e costoni tufacei, sfiorando costruzioni di grande eleganza, fino a raggiungere la zona dei Colli Aminei. La strada pare esistere, con il nome di “Scutillum”, già da epoche remote, arrampicandosi verso il mausoleo della Conocchia – sepolcro monumentale di età romana – andato distrutto alla metà degli anni Sessanta del 1900 a causa di un tentativo di speculazione edilizia.
Da sottolineare anche il ruolo strategico che essa ha rivestito e al quale può assurgere nuovamente, per mantenere il vallone della Sanità come luogo di passaggio e non relegare oltre la zona al singolare status di periferia interna, del quale il quartiere risente per l’isolamento dai principali flussi di transito da quando il ponte murattiano (a tutti noto come Ponte della Sanità) è stato eretto per collegare Capodimonte al resto della città. Oggi l’antichissima strada dello Scudillo, chiusa al traffico dal 1987 a causa di alcuni crolli di costoni tufacei e della costruzione dei ponti della Tangenziale, è diventata una foresta inestricabile fatta di rovi e arbusti che nascondono alla vista uno scorcio panoramico tra i più belli della città, scelto nel ‘700 come luogo di villeggiatura da molti nobili napoletani.
Nel corso degli anni la Salita – estremamente ripida e da cui nasce la famosa “lava dei Vergini” – si è trasformata in una maxidiscarica. Per cercare di contrastare il degrado si decise di innalzare due muri, uno a valle e l’altro a monte del tratto chiuso per i crolli. Ma la strada è caduta lentamente nell’oblio, nonostante i numerosi studi di fattibilità e progetti che si sono susseguiti negli anni. L’ultimo progetto per il recupero dello Scudillo, nel 2016, prevedeva l’inserimento della strada in un bando regionale, progetto che è rimasto di fatto lettera morta al pari delle centinaia di proposte lanciate da cittadini, associazioni e gruppi politici.
L’assessore Lieto ha sottolineato inoltre che si tratta di un programma «molto importante che interviene su una serie di luoghi con temi e tipi di interventi diversi e ben assortiti e per noi significa avviare nei prossimi mesi il processo di implementazione di queste attività che siamo certi avranno ricadute significative sulla qualità della vita e dei luoghi urbani».
Valentina Cimino