Liz Wahl, conduttrice dell’edizione USA dell’emittente russa all news RT, ha la voce rotta dall’emozione, mentre comunica in diretta che si dimette perché non d’accordo con quello che vorrebbero farle dire, “whitewashing”,“ripulendo” la condotta di Putin, sull’invasione russa della Crimea. 

La giornalista dichiara di rifiutarsi di continuare a lavorare per un’emittente del governo russo e che la parzialità dell’informazione proposta cozza con i suoi valori americani, che le impongono di comunicare solo la verità.

Nonostante incidenti come questo, prontamente liquidato come “autopromozione” della dipendente, il governo russo, che finanzia (lautamente) il canale, non può che essere soddisfatto della crescita del numero di spettatori di RT negli ultimi anni: l’imponente emittente internazionale ha redazioni in diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania, versioni multilingue (anche in spagnolo e arabo) del sito web, pagina Facebook, account Twitter. Tutto quello che serve, insomma, per raggiungere un pubblico che è ormai stimato in circa 700 milioni di spettatori.

Il segreto? Per dirla con lo slogan pubblicitario che, sollevando parecchie polemiche, è circolato dappertutto a Londra lo scorso anno, è raccontare “una seconda versione”. RT indaga il lato oscuro della notizia, quello che i media occidentali coprono perché non possono (e non vogliono) mostrare. Rimesta nel torbido del non detto, cercando risposte alternative a domande che il pubblico si pone da anni. Fa dietrologia. L’Occidente è imperfetto almeno quanto la Russia, perciò perché non mostralo?

In un momento storico particolarmente complesso, Putin tenta di accattivarsi l’opinione pubblica mondiale, contrattaccando il fuoco di fila dei media occidentali, che gli rimproverano autoritarismo interno e comportamenti ambigui all’estero. Stuzzicando l’audience sui meccanismi occulti della politica e dell’economia mondiali e cogliendo l’ormai cronica disaffezione delle società occidentali per le loro istituzioni politiche, la nuova pravda multimediale spiega quello che BBC e CNN non vogliono spiegare, ma soprattutto illumina sul perché faccia comodo che di certe cose si incolpi Putin.

I nuovi media russi così intendono inserirsi nello spazio tra antagonisti e complottisti, facendo proseliti in entrambe le categorie, particolarmente di moda in Occidente, e alleggerendo la pressione, se non aumentando il consenso, sulle politiche di Putin.

Al fianco di RT, in questa impresa ci sono Russia Beyond the Headlines, che periodicamente allega a pagamento inserti a diversi quotidiani internazionali (tra cui il nostro “la Repubblica”) e soprattutto Sputnik, un portale internet che è anche una web radio: come RT, ha redazioni in tutto il mondo, anche in Italia, e usa gli stessi ingredienti vincenti di RT (veste grafica accattivante, titoli semplici e uno slogan simile, “dire il non detto”), con un target più giovane. La missione di andare “oltre i titoloni” è l’ispirazione comune di queste operazioni.

Il rischio di essere ostacolati è concreto. L’Ofcom, l’autorità britannica sulla TV, ha recentemente sanzionato l’emittente russa per la parzialità nella gestione delle notizie su Ucraina e Siria.

RT però non si ferma davanti a questi attacchi alla libertà di (contro)informazione: dopo l’abbattimento dei jet russi, sono stati la Turchia ed Erdogan a finire nel mirino della “seconda versione”. Ogni mossa del governo turco è stata analizzata per metterne in luce l’ambiguità nei confronti dell’ISIS. La copertura della notizia della diffusione delle prove del contrabbando turco del petrolio del Califfato è stata totale. La Turchia ha risposto comprando pagine di quotidiani stranieri per pubblicizzare l’iniziativa “Turkey, Discover The Potential”, che mostra al mondo i vantaggi della collaborazione con Ankara, nel momento più difficile per la credibilità internazionale di Erdogan.

Non è certo una novità, insomma: la tensione (internazionale) oggi corre anche sul filo dei media, l’ha capito pure l’Isis con il suo Dabiq. Restate sintonizzati.

Ludovico Maremonti

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