Incoraggiante inizio per l’Italia di Antonio Conte: vittoriosa 2-0 contro l’Olanda, in grado di ripetersi contro la Norvegia (quest’ultima sfida già valida per l’Europeo 2016). Il disastro brasiliano deve essere accantonato con coscienza e velocità, e l’ex allenatore della Juventus sembra essere l’uomo giusto per mettere le cose a posto. I segnali di cambiamento si palesano in campo sotto forma di aggressività, concretezza e mentalità di gruppo. Caratteristiche proprie del nuovo Commissario Tecnico.
Tra le note positive c’è l’intesa Immobile-Zaza, punto di forza dell’attacco azzurro. Contro la Norvegia il napoletano è risultato molto impreciso, ma ha saputo lavorare per la squadra facendo sponde e movimenti. L’altro ha segnato, colpito una traversa e cercato giocate di fino. Rispetto alla sfida con l’Olanda il livello tecnico degli avversari era decisamente inferiore quindi gli spazi e i tempi permettevano un buon margine di errore, come testimonia il gol dell’1-0.
In realtà le due punte sono ancora l’unico sfogo offensivo della squadra: troppo poco, ma pretendere da De Sciglio e Darmian entrambe le fasi di gioco già a settembre è eccessivo, soprattutto alla luce del lavoro difensivo richiesto dal CT. Stando al Conte pensiero, quando la manovra dell’avversario si sviluppa lungo una fascia, l’esterno dal lato opposto deve abbassarsi fino alla linea dei centrali garantendo solidità al reparto.
Tra i centrocampisti sono rimasti nell’ombra i due incursori Giaccherini e Florenzi, troppo spesso costretti ad inseguire i pari ruolo norvegesi, finendo col perdere lucidità in fase di ripartenza; discorso simile per De Rossi. La mediana è stata costretta a difendersi con vigore soprattutto dopo il 2-0 e il problema principale a quel punto, era impostare gioco con lucidità (al netto delle assenze di Pirlo e Verratti). Far girare velocemente la sfera per uscire dalla difesa in palleggio è nelle corde di De Rossi solo fin quando il pressing avversario è blando, e visto che Giaccherini e Florenzi preferiscono andare senza palla, non c’è nessuno attualmente in rosa. che rischia la giocata sui 40 metri; causa del ristagno a centrocampo e motivo per cui Bonucci si erge a califfo della manovra.
Il centrale bianconero è fondamentale nei primi secondi dell’azione, ed anche se la prestazione complessiva non è esente da sbavature, ha saputo chiudere su King in più occasioni; un lavoro non da poco, considerato il fisico e la mobilità del centravanti scandinavo. Bonucci si è reso protagonista anche in area avversaria con la rete del due a zero, guadagnandosi la palma di migliore in campo in questa prima giornata di qualificazioni europee.
Lo scempio brasiliano è quasi solo un brutto ricordo.
Il Club Italia ha assoluta necessità di tornare ai vertici del football mondiale, l’inizio è certamente tra i migliori auspicabili, in termini di risultati, ma la strada è ancora molto lunga. Il materiale umano a disposizione è valido, così come il progetto. Non ci resta che azionare la macchina e sperare che con Mr. Conte possa guidarla al meglio senza incappare in incidenti di percorso.
Cappelli Alessandro