“3… 2… 1… BIIIP! E’ finita! San Antonio batte Miami 104 a 87 ed è campione NBA per la quinta volta nella storia della franchigia!”
Era il 15 Giugno scorso quando i San Antonio Spurs hanno vinto il quinto titolo della loro storia. Nemmeno lo stesso Popovich si sarebbe aspettato che quella rivincita presa contro Miami dopo le Finals dell’anno scorso, avrebbe avuto un peso così grande sui destini dell’NBA. Finisce l’era ventennale di David Stern e inizia l’era di Adam Silver che in 12 anni da aiutante, ha imparato come gira il mondo NBA.
La vittoria degli Spurs ha innescato una reazione a catena che ha cambiato il mercato NBA dalle radici. Su tutti, il ritorno del figliol prodigo LeBron James che spostandosi nell’Ohio, ha obbligato molti fan dei Cavs a far risorgere la maglia con il 23 come fenici dalla cenere. Poi Kevin Love che è arrivato a Cleveland per giocare, per la prima volta nella sua carriera, i Playoffs. Lo stupendo mercato dei Dallas Mavericks che, preoccupati dall’alta competitività della Western Conference, hanno sferrato colpi di alto livello, con il nome di Chandler Parsons in cima alla lista. Ma squadre come gli Spurs non hanno bisogno del mercato, perché le Finals ci hanno mostrato chi sarà il futuro della franchigia: Kawhi Leonard.
L’ala piccola di Riverside ha vinto il titolo di MVP delle Finals all’età di 22 anni e 350 giorni, giocando nello stesso ruolo del giocatore più forte e più completo del globo terracqueo e dimostrando che potrà ereditare le chiavi dello spogliatoio dei San Antonio Spurs quando Duncan, Parker e Ginobili decideranno di appendere le scarpette al chiodo. E’ diventato il terzo giocatore più giovane a vincere quel premio dopo Earvin Magic Johnson e il suo stesso compagno di squadra Tim Duncan. Un predestinato.
Un predestinato come molti dei giocatori che sono stati scelti al Draft 2014. I giocatori che formeranno la nuova era NBA. Di questo Draft si parla come il migliore mai visto dal 2003 a questa parte. Menzione d’onore per Alessandro Gentile, scelto alla 53 dai Timberwolves che hanno poi ceduto i suoi diritti a Houston. Alessandro giocherà ancora un anno a Milano, con le scarpette rosse ai piedi, ma è molto probabile che, a fine anno, Gentile volerà oltreoceano per raggiungere Datome, Bargnani, Gallinari e Belinelli.
Esatto. Marco Belinelli nasce a San Giovanni in Persiceto 28 anni fa. Non è mai stato il più forte a calcare un parquet, ma di sicuro è stato tra i più decisi a voler coronare il suo sogno. Marco spera che la vittoria del titolo degli Spurs non segni la fine della sua era. Marco spera che la stagione 2013/14 sia solo l’inizio per la sua carriera. Il primo italiano a vincere il 3 Point Shootout dell’All Star Game, ma soprattutto il primo italiano a vincere il titolo NBA, ad avere l’anello tra le proprie mani e poter dire, singhiozzando come un bambino:
“Ringrazio la mia famiglia, mia mamma, mio padre, che sicuramente mi stanno guardando adesso. Hanno sempre creduto in me. Nessuno, nessuno ha mai creduto in me in questi anni… e alla fine ho vinto!”
Tanti auguri Marco, perché in Italia c’è chi crede in te.
Fonti immagini: LaPresse / gazzettanba.it
Adami Luca