Come di consueto, anche lo scorso sabato è andato in onda su Rai3 Che fuori tempo che fa: il pre-serata di Fabio Fazio che introduce, da palinsesto, la visione di 2 episodi di Gomorra – La Serie. Tanti gli ospiti in studio o in collegamento esterno, tra cui: Vieri Razzini, Teo Teocoli, Maccio Capatonda ed Herbert Ballerina, Claudio Bisio, Marco Belinelli, Samantha Cristoforetti, ed ultimo, ma non per importanza, il magistrato Raffaele Cantone che ha esposto al pubblico quella che è la situazione attuale nella lotta alla corruzione ed alla criminalità organizzata. Prendendo spunto dalle sue dichiarazioni, ci concentreremo su quelle che sono le problematiche del partenopeo esposte in Gomorra – La Serie che, in realtà, riguardano l’Italia in toto e, che in ogni caso, sono solo uno dei tanti aspetti di una Napoli/provincia che tramite Nel nome del Padre (lavoro cinematografico in corso) di Gabri Gargiulo, non è solo espressione di violenza, droga, mafia e criminalità. Di seguito riportiamo la domanda che il collega Fabio Fazio ha posto al magistrato napoletano Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione:
Fabio Fazio – “Nella serie non ci sono personaggi positivi, non c’è Cantone. Mi sono chiesto vedendola se davvero esistono della sacche come quelle descritte. Cioè se c’è la possibilità che alcuni pensano che il potere faccia davvero esclusivamente riferimento al potere criminale.”
Raffaele Cantone – “Il film Gomorra è molto bello e fatto molto bene, però, è una prospettiva molto nera. Io conosco benissimo quelle realtà, Scampia è, in linea d’aria dal posto in cui abito, a meno di 2 km; ci sono stato tantissime volte nelle scuole. Sicuramente un pezzo di quella mentalità è descritta perfettamente, ma è un pezzo. C’è un’altra parte di quella zona che sta cercando di uscire, anche facendo opera di pulizia interna. Ci sono tanti soggetti che sono passati dal punto di vista criminale e che hanno verificato che quello è un potere effimero e che, in realtà, è un potere che non ti da nessuna sicurezza, perché ti porta a far ammazzare amici con amici, all’interno dello stesso clan, sulla logica di un semplice sospetto, così come viene evidenziato nello stesso film.”
Il sunto delle precedenti dichiarazioni di Raffaele Cantone è perfettamente espresso nel film Nel nome del Padre (in uscita nella seconda metà del 2015), di Gabriele Gargiulo e Vincenzo Ferraro (rispettivamente Regista e Produttore Esecutivo) con il quale, pur non nascondendo la difficile e problematica realtà che attanaglia Napoli ed ancor di più la sua provincia, si mostra di questi stessi territori il volto pulito, che quotidianamente cerca di non arrendersi alla logica della criminalità.
Come espresso da Vincenzo Ferraro (Produttore esecutivo del film Nel nome del Padre): “Nel nome del Padre è un Film che parla del pentimento di un camorrista, ed avviene anche e soprattutto attraverso la redenzione. Quindi con il nostro Film si vuole dare ai nostri territori un’immagine diversa da quella vista fino ad ora, evidenziandone le sue bellezze, la chiesa, gli imprenditori, le istituzioni, tutti che operano sinergicamente per la rivalutazione attiva del territorio… Senza ignorare queste ricchezze/brutture del territorio Napoletano, il nostro film ne accosta le immagini umane tra errori e grandi gesti.”
Cantone, Gargiulo e Ferraro contro gli scettici…
A questo punto, anche i sostenitori più agguerriti, di una Napoli vista solo come droga, camorra e violenza, non potranno fare altro che ricredersi dinanzi al lavoro di centinaia di persone che, ognuna con le proprie competenze ed abilità, cerca di contribuire al riscatto morale e quotidiano di territori disagiati come Scampia, ma non solo.
Nel nome del Padre è solo uno dei tanti esempi che testimoniano come le parole del magistrato Raffaele Cantone siano frutto di verità e non del solito campanilismo nei confronti di un popolo partenopeo, di cui si vogliono far emergere soltanto alcuni aspetti. Infatti Raffaele Cantone, continuando nella sua risposta, afferma proprio che: “Quella è una prospettiva un po’ di parte che non tiene conto che, in certe realtà, esistono anche altre immagini e altri modi di prospettare la realtà e altri modi di immettersi rispetto alla realtà. Io non credo che quella sia veramente la realtà della criminalità campana, è un pezzo.”
E così come c’è un pezzo negativo fatto di criminalità, ce n’è un altro positivo che, nonostante tutto, continua a dare una speranza concreta a tutte quelle persone del’hinterland napoletano, le quali non ne possono più di essere vessate da tv, radio e giornali con le solite strumentalizzazioni ad hoc di problematiche che, nella maggior parte dei casi, finiscono per colorare le parole di chi se ne fa portavoce pur non avendone mai avuto la reale percezione.
Gomorra è solo espressione di quel pezzo negativo; Nel nome del Padre è anche e soprattutto espressione di tutto quello che di positivo c’è, anche lì dove violenza, droga e camorra la fanno da padrone.
Di seguito, in ordine alfabetico, i nomi degli attori principali del film Nel nome del Padre: Paolo Brazza, Antonio Ciccone, Joe Ferraro, Salvatore Illiano, Rosy Izzo, Mario Maisto, Mirko Costa, Alessia Musolino, Rossana Palma, Matteo Pandolfi, Fabio Romano, Annamaria Scherma, Erica Toraldo, Giuseppe Trinchillo, Pasquale Trombetta.
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Fabio Palliola