Non sono soltanto le madri a dover restare accanto ai neonati: è un aspetto spesso trascurato. Il congedo di paternità in Italia è stato “esteso” a 10 giorni, la Francia lo ha da poco raddoppiato. Com’è la situazione nel resto del mondo?
Congedo di paternità: come funziona in Italia
La legge di bilancio – entrata in vigore lo scorso primo gennaio – ha confermato il congedo di paternità e non solo: oltre alla proroga, per quest’anno, il congedo obbligatorio passa da 7 a 10 giorni, fruibili anche in via non continuativa. Il congedo obbligatorio di paternità è una misura sperimentale, introdotta dalla legge Fornero (L.92/2012) per gli anni 2013-2015, prorogata dalla legge di stabilità del 2016 – che ha aumentato da uno a due giorni l’originaria astensione obbligatoria del padre; per il biennio 2017-2018, dalla legge di bilancio 2017 che, per l’anno 2018, ha ulteriormente innalzato i giorni spettanti fino a 4, e ancora un’ulteriore proroga per l’anno 2019, dalla legge di bilancio 2019 che ne ha aumentato la durata da 4 a 5 giorni.
Per l’anno 2020, il congedo obbligatorio è stato prorogato dalla legge di bilancio 2020, che ne ha inoltre elevato la durata da 5 a 7 giorni. Per l’anno solare 2021 la legge 178/2020 (legge di bilancio) ha ulteriormente aumentato a dieci il numero dei giorni di congedo obbligatorio e ha ampliato la tutela del congedo stesso prevedendone la fruizione anche nel caso di morte perinatale del figlio. Durante il congedo il padre ha il diritto di ricevere in busta paga il 100% della retribuzione.
Questo è sicuramente un importante risultato per il congedo papà, ma è solo il raggiungimento di uno standard minimo imposto da una direttiva europea: il comunicato ufficiale del Parlamento Europeo ha chiarito i termini dell’accordo indicando le nuove regole del congedo di paternità. Innanzitutto la soglia minima dei 10 giorni di congedo normalmente retribuiti; il papà potrà godere di ulteriori 2 mesi di congedo (facoltativo e non trasferibile all’altro genitore) pagati non meno della retribuzione per malattia.
Il congedo facoltativo va nella direzione della redistribuzione delle responsabilità di accudimento e cura fra entrambi i genitori, senza pesare necessariamente sul ruolo materno. L’Italia entro il 2022 dovrà conformarsi al resto dei Paesi europei, in cui i neo-papà hanno più giorni a disposizione per stare con la propria famiglia.
Il congedo di paternità è storia molto recente: questa misura era infatti assente fino al 2012 – i neo papà fino a quel momento potevano usufruire del congedo parentale, astensione facoltativa dal lavoro fino al compimento degli 8 anni della prole per un periodo di tempo che poteva essere continuativo o frazionato e retribuzione al 30% (misura, questa, prevista per la madre e per il padre). Negli anni il numero di coloro i quali hanno usufruito del congedo è aumentato: dai 73mila del 2015 ai 135mila del 2019, secondo i dati dell’Inps. Restano però esclusi i dipendenti pubblici, per cui le disposizioni non sono ancora in vigore poiché non è stata ancora emanata la circolare applicativa.
E in Europa?
La situazione è diversa nel resto d’Europa. Innanzitutto si guarda ai paesi scandinavi, all’avanguardia per il sostegno alla famiglia: in Svezia sia la madre che il padre hanno diritto a 12 mesi di congedo; in Norvegia i papà possono beneficiare di quasi un anno di congedo; la Danimarca invece ancora prevede più settimane per la madre che per il padre su un totale di 52 settimane. Ma è la Finlandia sulla vetta del podio nella parità genitoriale: sette mesi di congedo parentale per la mamma, e sette mesi di congedo parentale per il papà. Pagati. E il genitore single potrà usufruire di tutti e 14 i mesi del congedo.
In Francia a partire da luglio 2021 sarà raddoppiata la durata del congedo di paternità: si passerà da 14 a 28 giorni e i primi 7 giorni sono obbligatori. Dal 1 gennaio 2021 in Spagna sia le mamme che i papà hanno diritto a 16 settimane di congedo, non trasferibile e pagate al 100%. Le prime 6 settimane sono obbligatorie subito dopo la nascita, le successive 10 sono facoltative e i genitori potranno decidere se utilizzarle a tempo pieno o part-time. in Germania si ha diritto a 12 mesi di congedo parentale che diventano 14 se ne beneficia anche il papà (per almeno due mesi) e con una retribuzione pari al 67% dello stipendio. Ma sono ancora pochi i papà che decidono di beneficiare dei mesi di congedo parentale, oltre ai canonici 2, in alternanza alla propria partner.
La società cambia, cambiano i tempi e per fortuna cambiano anche i papà: il congedo di paternità è una questione cruciale poiché impatta su diverse sfere della vita. Coinvolge la salute della madre, la salute di chi è appena natə, permette una riflessione sul ruolo del padre dopo il parto. E serve anche per combattere la disparità di genere, di guardare a quelli che sono sia i diritti che i doveri dei genitori indipendentemente dal genere e/o dall’orientamento sessuale. Serve per aiutare le donne a superare tutte le difficoltà con cui si scontrano quando decidono di voler essere sia madri che lavoratrici.
Sono necessari numerosi passi in avanti sia da parte delle persone singole sia da parte delle istituzioni per poter arrivare a un cambiamento che è innanzitutto un cambiamento culturale: la cura della famiglia non è una prerogativa esclusiva delle donne.
Valentina Cimino