Napoli, capoluogo di regione campano, non è solo la città della pizza, del mandolino e della sfogliatella: è senza ombra di dubbio una capitale di cultura e un archivio di storia e tradizione. In uno dei posti più suggestivi della città è collocata la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” che è considerata la terza biblioteca più importante d’Italia, a seguito delle Nazionali di Roma e Firenze.

Da Piazza Plebiscito e da Piazza Trieste e Trento è possibile accedere alla Biblioteca Nazionale di Napoli “Vittorio Emanuele III”. Palazzo Reale è la sede di questo meraviglioso complesso che è oggi uno dei luoghi di cultura per eccellenza: sono tantissimi i volumi che sono presenti all’interno delle numerose sale della biblioteca, così come cospicui sono i manoscritti e gli opuscoli conservati con cura e dedizione.

La Biblioteca Nazionale di Napoli è dipendente dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (MiBACT) e dal punto di vista dell’organizzazione, dipende dalla Direzione Generale Biblioteche: numerosi sono gli esperti che hanno tutti i giorni tra le mani tanti testimoni manoscritti e tanti sono gli studiosi e gli studenti che si recano in biblioteca per approfondire ricerche e nozioni.

Sorta alla fine del XVIII secolo, nel Palazzo degli Studi che oggi è la sede del Museo Archeologico, la Biblioteca Nazionale di Napoli inglobò in sé tante raccolte librarie che provenivano dalla Reggia di Capodimonte (si ricordi la famosa libreria farnesiana di Carlo di Borbone), dalla biblioteca dei Gesuiti e dalla biblioteca cartesiana. La struttura fu aperta al pubblico solo a partire dal 13 gennaio 1804 con il nome di “Reale Biblioteca di Napoli”; fu solo con l’unità d’Italia che prese il nome di “Biblioteca Nazionale”. La dedica al re Vittorio Emanuele III arrivò solo nel 1927 a seguito di un lungo e tortuoso dibattito di cui fu protagonista Benedetto Croce: obiettivamente, il Palazzo degli Studi non era più in grado di contenere una mole elevata di libri e manoscritti e per questo motivo fu necessario chiedere un ampliamento della struttura o un cambio sede. Croce, promotore della discussione, riuscì a ottenere il trasferimento della sede a Piazza Plebiscito.

Ad accrescere il patrimonio della biblioteca fu Antonio Ranieri, intimo amico napoletano del poeta Giacomo Leopardi: qualche anno dopo la morte del poeta recanatese, il napoletano Ranieri decise di donare alla struttura alcuni degli autografi più belli e particolari del Leopardi. E inoltre, nel 1910, fu aggiunta anche l’Officina dei papiri ercolanesi che fu creata anni prima dal re Carlo di Borbone con lo scopo di custodire i papiri più belli della città vesuviana.

Intanto, con i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il patrimonio letterario della biblioteca fu salvato dalla direttrice dell’epoca Guerriera Guerrieri: per tutelare i libri, i manoscritti e gli opuscoli dalle incursioni belliche, decise di trasferirli nelle città più sicure dell’entroterra. Ma un altro momento difficile fu a ridosso del terremoto del novembre 1980: l’ala verso il mare fu seriamente lesionata e fu reso necessario lo sgombero di quel lato e l’avvio di lavori di ristrutturazione.

Biblioteca nazionale Napoli
Biblioteca Nazionale di Napoli “Vittorio Emanuele III”

Varie e splendide sono le sezioni della Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”: una è dedicata ai manoscritti rari, un’altra ai periodici; c’è addirittura una sezione “Americana” e una “Venezuelana”. Ma senza ombra di dubbio, quella più sentimentale è dedicata alla letteratura napoletana: costituita negli anni Settanta del secolo scorso, essa comprende tutti i documenti sulla storia e sulla cultura di Napoli e dell’intero Mezzogiorno.

Oggi la Biblioteca Nazionale di Napoli è certamente meta di visitatori e di turisti: non fanno però eccezione gli studenti napoletani che ogni giorno affollano le aule per studiare e per approfondire la cultura e il proprio sapere. E inoltre, la biblioteca del Palazzo Reale, è sede di convegni, congressi, mostre e esposizioni: la struttura porta avanti un progetto lineare e chiaro con professori, esperti e studiosi di ogni parte del mondo. È essenzialmente luogo di dibattito culturale, di tavole rotonde, di incontri tra personalità di grande spicco in ambito territoriale e politico.

Nella Sala Rari della Nazionale di Napoli si organizzano ogni anno da oramai tre decenni circa quaranta manifestazioni l’anno con musicisti, giornalisti, critici letterari e attori: si tratta di solito di incontri di lettura ad alta voce in cui ognuno prende parte ed espone le proprie opinioni e i propri pensieri.

Biblioteca nazionale Napoli
Biblioteca Nazionale di Napoli “Vittorio Emanuele III” – Sala Rari

Varie sono anche le attività espositive che vengono realizzate: difatti, si organizzano spesso mostre in cui vengono esposti al pubblico i manoscritti di Torquato Tasso, Giovan Battista Vico e Leopardi, oltre ai stupendi papiri di Ercolano e a testimoni iconografici spettacolari.

Arianna Spezzaferro

 

Arianna Spezzaferro, nata a Napoli il 12/04/1993, è laureata in Lettere Moderne e specializzata in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Amante della cultura umanistica, della filologia romanza e della lettura, aspira a diventare un'insegnante di Letteratura italiana, perché crede fermamente di poter trasmettere, in futuro, ai suoi alunni l'interesse vivo per tale disciplina. Attualmente scrive per Libero Pensiero News come coordinatrice della sezione Cultura e delle rubriche ed è docente di lettere nella scuola secondaria di II grado.

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