Potere d’acquisto maggiore, è questo l’obiettivo di Matteo Renzi che rilancia il tema del Tfr in busta paga. E’ lo stesso Presidente del Consiglio ad affermarlo durante un’intervista a Ballarò anticipata in alcuni spezzoni da RaiNews24: “Ne discuteremo nei prossimi giorni. Ma anziché tenere i soldi da parte alla fine del lavoro te li do tutti i mesi. Significa che, per uno che guadagna 1300 euro, un altro centinaio di euro al mese che uniti agli 80 euro inizia a fare una bella dote”, circa 180 euro. I soldi, quindi arriverebbero dall’anticipo del Tfr in busta paga e non alla fine del rapporto lavorativo.
Renzi poi spiega: “Il Tfr così com’è c’è solo in Italia. Se diamo il Tfr in busta paga si crea un problema di liquidità per le imprese. Le grandi ce la fanno, le piccole sono in difficoltà. Stiamo pensando di dare i soldi che arrivano dalla Bce alle Pmi per i lavoratori”. Sicuramente, ha aggiunto il presidente del Consiglio, “nella legge di stabilità metteremo 1,5 miliardi per gli ammortizzatori sociali, per cambiare il meccanismo delle tutele, delle difese: daremo una mano vera alle persone”.
Ma l’intervista affronta anche il tema dei sindacati, il Presidente del Consiglio ha sfidato Susanna Camusso: “Quando la Cgil sara’ in piazza, mi pare abbiano detto il 25 ottobre, noi saremo a fare la Leopolda. Ci hanno anche risolto il problema di chi fa la manifestazione contro”, ha detto il premier . “Grande rispetto per tutti i sindacati, però dov’erano in questi anni in cui i diritti dei ragazzi venivano cancellati, i diritti dei cassintegrati venivano improvvisamente svaniti? Dov’erano quando siamo passati dal 7 di disoccupazione al 13 %? Non c’erano. Tornano in piazza ora? Bene! Viva! Che bello! Io nel frattempo non mollo e continuo a cercare di cambiare un Paese che ha bisogno di avere forse un po’ meno discorsi astratti e un po’ più proposte concrete come stiamo facendo noi”, ha poi aggiunto.
Subito la risposta ironica della Camusso: “Perchè togliere ad un giovane presidente del Consiglio delle illusioni? Lasciamogliele”. Il leader della Cgil aveva detto: “Noi stiamo lavorando per preparare la manifestazione del 25 ottobre e abbiamo attorno a noi molto consenso e credo che ne troviamo ancora di più dopo ieri perché c’è una domanda interessante che circola, e che riguarda, come dice il documento approvato dalla direzione del Pd, che ci troviamo di fronte al fatto che si vuole modificare la norma dell’articolo 18 anche per coloro che già ce lo hanno. Quindi mi pare che aumentino le ragioni della mobilitazione”.
Renzi ha anche attaccato la minoranza del Partito Democratico, in particolare Massimo D’Alema che ha dato show durante il suo intervento in Direzione, di lui ha detto: “Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo: tutte le volte che parla guadagno un punto nei sondaggi”.
L’ultimo sondaggio Datamedia Ricerche per Il Tempo ha rilevato un buon andamento per il Partito Democratico che ha guadagnato il 2.2% nell’ultima settimana e, in un secondo sondaggio sulla fiducia nei leader si conferma il trend, Matteo Renzi è in testa al 51% seguono Matteo Salvini (21%) e Giorgia Meloni (20%), che possono vantare uno stacco notevole da Alfano (fermo al 13%).
Luca Mullanu