Nel cuore della città di Napoli scavato nel tufo è nascosto uno dei siti culturali più suggestivi al mondo intero: stiamo parlando del Cimitero delle Fontanelle.
Il Cimitero delle Fontanelle è sito a Via Fontanelle nel cuore del rione Sanità della città di Napoli. Luogo mistico e toccante, altro non è che un antico ossario che contiene i teschi di quelle anime napoletane che anni addietro non potevano permettersi una degna sepoltura.
La Napoli del XVI secolo ha una storia triste e tormentata: il capoluogo fu a quei tempi colpito da un’epidemia di peste e di colera. Tante furono le vittime di queste malattie ed elevato era il numero di cadaveri da seppellire e per questo motivo fu creata un’area apposita in cui far riposare gli uomini, le donne e i bambini che ingiustamente erano passati a miglior vita. L’antico ossario contiene di fatti ben 40.000 resti di capuzzelle.
Prima di questa decima, i defunti venivano seppelliti nelle chiese di Napoli, ma ben presto il numero dei morti salì notevolmente e gli spazi erano terminati. Fu per questo motivo che la Cava delle Fontanelle usata fino ad allora per reperire blocchi di tufo fu adibita a camposanto. Il Cimitero delle Fontanelle fu quindi aperto nel 1654: i resti aumentarono notevolmente a seguito di carestie e di cinque eruzioni del Vesuvio.
Anche in queste circostanze non mancarono espedienti: il popolo di Napoli non era tanto concorde nel dare questo tipo di sepoltura ai defunti e decidevano di affidarsi ai becchini i quali però facevano finta di interrare i morti nei sotterranei delle chiese per poi ritornarci la notte e deporre il cadavere nel Cimitero delle Fontanelle. Ecco perché aumentò notevolmente il numero di ossa in questo luogo e tant’è vero che molte volte i resti venivano riversati per strada.
Il Camposanto delle Fontanelle restò abbandonato per buona parte del XIX secolo, ma fu poi riaperto e riordinato nel 1872 grazie all’attività del canonico Gaetano Barbati, ma appena a metà del secolo successivo, un decreto del Tribunale ecclesiastico ne predispose la chiusura in quanto il culto dei napoletani alle capuzzelle fu considerato oggetto di culto pagano e non ammesso dalla fede cristiana. Nel 2002 fu poi riaperto per pochi giorni l’anno e a partire dal 2010 a seguito di un’occupazione pacifica fu riaperto al pubblico.
Oggi i numerosi resti di ossa sono stati distribuiti e riordinati in tre navate che portano il nome della categoria a cui i defunti appartenevano: i preti, gli appestati e le anime pezzentelle.
A Napoli però il culto delle anime pezzentelle era una cosa particolarmente mistica. Nel Cimitero delle Fontanelle erano sepolti coloro che erano morti poveri e i loro resti erano considerati un tramite tra il mondo dei vivi e l’oltretomba. I sopravvissuti si recavano allora ad adottare una capuzzella: questa era simbolo di «quell’anima d’o priatorio» che era destinata al paradiso ma aveva bisogno di qualcuno che pregasse per lei; in cambio i vivi ricevevano favori e chiedevano intercessioni di grazie.
Ma non mancano leggende sul Cimitero delle Fontanelle: secondo alcuni studiosi sono conservate tra le ossa anche i resti del famoso poeta Giacomo Leopardi che morì proprio a Napoli.
E tra le altre, quando i turisti e i napoletani decidono di visitare questo luogo, si imbattono in capuzzelle famose che hanno alle spalle una propria storia. Mentre per alcuni sulla capuzzella del Capitano ruota la leggenda di un uomo geloso, per Roberto De Simone si tratterebbe di un camorrista spregiudicato che profanò il luogo sacro facendo l’amore con una donzella e che dopo aver ricevuto minacce dal capitano decise di invitarlo al suo matrimonio dove però fece una brutta fine. Un’altra capuzzella famosa è quella di Donna Concetta che a differenza delle altre è sempre lucida e mai impolverata: difatti è considerata la capuzzella che suda e che esaudisce le grazie. Infine c’è poi la capuzzella di Don Pasquale che se appare in sogno dà numeri vincenti da giocare al lotto.
Sacro e profano, vita e morte, cristianesimo e paganesimo, misticismo e suggestione: sono parole chiave che accostiamo nella nostra mente quando pensiamo al Cimitero delle Fontanelle di Napoli.
Senza alcuna ombra di dubbio resta uno dei luoghi più affascinanti dell’intera città che lascia i turisti e i napoletani stessi basiti e straniti. Si tratta comunque di un luogo di culto che rievoca quella storia dolosa che decimò il popolo partenopeo il quale ancora una volta di fronte a disagio e alla morte non si è arreso e ha cercato di risolvere al meglio la situazione avendo sempre rispetto per il defunto.
Ma ciò non ci stupisce perché a Napoli il culto religioso è veramente sentito dal popolo: basti pensare alle catacombe di San Gaudioso e al miracolo di San Gennaro che la città aspetta con fervore per un anno intero. E ancora una volta, nel Cimitero delle Fontanelle è possibile imbattersi in un pubblico che rispetta il culto dei morti con devozione e sentimento.
Arianna Spezzaferro