E’ stato ucciso l’ostaggio britannico Alan Henning. L’Isis ha diffuso il video dell’esecuzione. A riferirlo, i media americani, sottolineando che, però, l’autencitià del video non è stata verificata. Il video è sulla stessa linea degli altri e, nelle scene finali, il combattente dell’Is minaccia un altro uomo identificato come americano.
Il miliziano boia jihadista pare sia stato riconosciuto come Johnny il jihadista, parla e attacca il presidente inglese Cameron: “Il sangue di Haines era nelle tue mani, quello di Alan sarà sulle mani di tutto il Parlamento britannico”. Nelle loro mani, ora, ci sarebbe Peter Kassig, statunitense. “Obama hai iniziato a bombardare la Siria, la nostra gente. Quindi è giusto che noi attacchiamo un altro dei tuoi uomini”, è il messaggio del boia al presidente americano Barack Obama.
Alan Henning era un tassista britannico, rapito dai jihadisti durante una missione di aiuto in Siria lo scorso dicembre. Si era proposto di condurre un convoglio di aiuti umanitari per conto di una Ong musulmana. Nei giorni scorsi la moglie di Alan Henning, Barbara, aveva rivolto un commovente apello all’Isis affinché liberasse il marito e padre di due figli: “Chiedo allo Stato Islamico, per favore, liberatelo, abbiamo bisogno che torni a casa”. “Guardate nei vostri cuori e rilasciatelo. Alan è un uomo di pace, che ha lasciato la sua famiglia e il suo lavoro per guidare un convoglio fino alla Siria e aiutare i più bisognosi”.
La donna ha poi ricordato come l’uomo è stato rapito: “stava guidando un’ambulanza piena di cibo e acqua da distribuire a chi ne aveva bisogno, perché il suo scopo non era né più e né meno che questo, ossia un atto di pura compassione”. Per questo “imploro il popolo dello Stato Islamico di guardare nei propri cuori e liberarlo”.
Alan Henning è il secondo inglese ucciso in Siria da quando la Gran Bretagna si è unità ai raid contro lo Stato islamico a fianco degli Usa e dei suoi alleati arabi, Giordania, Arabia Saudita e Emirati Arabi. Prima di lui erano stati uccisi gli americani James Foley e Steven Sotloff e lo scozzese David Haines.
Luca Mullanu