È stato da poco inaugurato in Giordania il progetto SESAME, un’iniziativa cooperativa di scienziati e governi della regione che è stata da molti associata al CERN sebbene gli scopi scientifici siano molto diversi.
SESAME è un acceleratore di particelle di “terza generazione” che è stato ufficialmente inaugurato ad Allan, Giordania, nel maggio scorso. Esso rappresenta il primo importante centro di ricerca internazionale del Medio Oriente; da molti paragonato al CERN nasce con obiettivi e finalità scientifiche differenti che lo rendono in ogni caso un’ottima occasione di cooperazione tra popoli.
Sviluppato sotto l’egida dell’UNESCO è stato realizzato in collaborazione con le autorità palestinesi e la partecipazione di Israele, Cipro, Egitto, Iran, Giordania, Pakistan e Turchia. Un ruolo importante è stato rivestito dall’Italia che ha contribuito attraverso l’Istituto nazionale di fisica nucleare ed Elettra Sincrotrone Trieste oltre ad aver stanziato, attraverso il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca un finanziamento da 5 milioni di euro.
Lo scetticismo di molti è stato superato: la difficile situazione politica in Medio Oriente non ha impedito la nascita di SESAME. Certo, le difficoltà non sono state poche: da un punto di vista economico molti dei finanziatori hanno incontrato una serie di ostacoli; fu lo stesso direttore Khaled Toukan, durante alcune interviste, a svelare che l’Iran, a causa delle sanzioni che hanno impedito il trasferimento internazionale del denaro, ha dovuto rimandare i propri finanziamenti mentre Cipro e Pakistan hanno pagato solo una parte delle loro quote. L’assassinio di due fisici iraniani nel 2009 e nel 2010 di alcuni membri del consiglio hanno provocato non pochi rallentamenti al progetto.
L’organizzazione intergovernativa è assolutamente autonoma e indipendente, sia nei piani di ricerca sia nelle questioni puramente economiche. Una garanzia per la comunità scientifica raccolta attorno al progetto che ha come obiettivo principale quello di promuovere l’eccellenza scientifica nel Medio Oriente consentendo una ricerca scientifica di livello mondiale in materie che vanno dalla biologia all’archeologia e alle scienze mediche passando per la scienza dei materiali, la fisica e la chimica.
La ricerca di SESAME ruoterà attorno alla materia, indagandola come mai è stato prima possibile: grazie alla luce di sincrotrone, generata da elettroni e positroni, che viaggiano a velocità vicinissime a quelle della luce, si ottiene una radiazione che agisce come un potentissimo microscopio permettendo di studiare la strutturo microscopica della materia. Cellule, proteine e nanomateriali saranno sotto il grande occhio della comunità scientifica.
Il costo di costruzione di SESAME, circa 110 milioni di dollari, è appena un sesto del costo della European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble, uno dei sincrotroni più avanzati al mondo. Il progetto è nato con ambizioni moderate, sfruttando anche parti donate da impianti europei che erano stati smantellati, ed è stato costruito su un terreno offerto gratuitamente. Tutto questo non devo comunque sottovalutare l’importanza strategica della posizione di SESAME: se da un lato questa ha impedito di raccogliere maggiori finanziamenti, incontrando problemi politici non da poco, d’altro lato permette di studiare in loco papiri, mummie, testi biblici antichissimi che se trasportati rischierebbero facilmente di venire distrutti. SESAME resta comunque un’occasione unica per tutto il mondo della scienza sebbene lavorerà molto al di sotto delle proprie potenzialità.
L’altro aspetto da non trascurare è rappresentato dalla valenza sociale del progetto: situato nel bel mezzo di un polverone politico, SESAME si pone l’obiettivo di costruire ponti scientifici e culturali contribuendo ad una cultura di pace attraverso la cooperazione scientifica. Come centro intergovernativo sarà aperto a tutti gli scienziati del Medio Oriente, compresi gli studenti universitari che potranno visitare il centro e condurre esperimenti in cooperazione con scienziati e studenti di altri paesi.
Proprio in quest’ultimo aspetto SESAME ricorda il CERN, nel tentativo di creare un collante culturale e scientifico. Se il laboratorio europeo di fisica delle particelle nei pressi di Ginevra ha aiutato a superare il disastro della seconda guerra mondiale e al culmine della guerra fredda ha portato scienziati sovietici e occidentali a lavorare insieme anche SESAME spera di poter permettere il superamento delle diffidenze reciproche in Medio Oriente. Allo stesso tempo SESAME si erge come scudo contro la fuga di cervelli dalla regione, stimolando la creazione di un ambiente scientifico motivante che incoraggerà i migliori scienziati e tecnologi a rimanere oppure, a chi già è andato via, d’ipotizzare un ritorno a casa.
Francesco Spiedo