Ieri sera si è tenuto il confronto televisivo tra i due candidati che si contendono la vittoria al ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi, previsto per il 7 maggio. I sondaggi danno ancora in vantaggio il candidato centrista socio-liberale, Emmanuel Macron. Ma, negli ultimi sondaggi, il margine tra i due candidati si è ridotto e Marine Le Pen, la candidata della destra radicale euroscettica, è riuscita a recuperare consensi.
Il margine tra i due, però, risulta ancora ampio: 59% per Macron e 41% per Le Pen.
Il confronto tra i due candidati è stato molto acceso. Un vero e proprio scontro all’ultimo sangue, nel quale spesso si sono interrotti e sovrapposti, nella totale impotenza dei due conduttori che sono stati raramente capaci di moderare il dibattito-scontro. Marine Le Pen ha accusato, a più riprese, il suo avversario di essere il candidato delle banche e della finanza. Macron, invece, ha accusato la sua avversaria di non avere un progetto politico vero e proprio e di utilizzare il confronto solo per lanciarsi in attacchi personali.
Marine Le Pen ha, infatti, utilizzato gran parte del suo tempo per dipingere Macron come il candidato del sistema politico ed economico: oltre ad averlo descritto come l’uomo di banche, finanza e multinazionali, ha spesso ricordato l’incarico di Ministro dell’economia per Hollande, svolto da Macron dal 2014 al 2016 e il sostegno che ha ricevuto dall’ex-Presidente. Dopo aver identificato Macron come il «candidato di Hollande e dei socialisti», Marine Le Pen ha ricordato i «danni dei socialisti», come, ad esempio, privatizzazioni e riduzione di stipendi e pensioni.
Macron ha contrattaccato dicendo di essere portatore di una proposta e leader di un movimento (En Marche!) totalmente nuovi e slegati dai partiti tradizionali, ricordando che da tempo, ormai, ha abbandonato il Partito Socialista (2009) e la Presidenza di Hollande (2016) e che, invece, la Le Pen è la candidata del Front National, un partito con una lunga e nota storia alle spalle. Ha definito, inoltre, la leader della destra come «la signora della paura», ovvero come colei la quale ha giocato sui timori della gente per ottenere consensi.
I principali temi del confronto sono stati gli stessi che hanno investito l’intera corsa delle presidenziali francesi. Macron ha continuato a proporsi come il candidato delle «occasioni della globalizzazione», ovvero come colui che vuole innovare la Francia sfruttando le opportunità del mondo globale e dell’attuale sistema. All’accusa di essere vicino alle grandi industrie, Macron ha risposto che le politiche economiche in favore di questi gruppi economici possono essere benefiche per tutta l’economia e la società francesi. La Le Pen si definisce, invece, portatrice delle istanze della “Francia popolare”, degli ultimi, degli sconfitti della globalizzazione neoliberista, dei lavoratori e delle piccole realtà economiche francesi che sono state strangolate dalle politiche a favore delle grandi industrie, proponendo aumento di pensioni e stipendi e una tassazione progressiva sui redditi più alti.
Marine Le Pen accusa Emmanuel Macron di portare avanti un programma costruito per accontentare i gruppi finanziari che lo sostengono, accusandolo di essere un nemico dei lavoratori, citando il caso dello stabilimento Whirlpool. Il 26 aprile, infatti, Macron era chiuso all’interno dello stabilimento a discutere con i sindacati, durante i picchetti dei lavoratori che si oppongono alla delocalizzazione dell’azienda. A sorpresa, Marine Le Pen è arrivata tra i lavoratori, promettendo loro la nazionalizzazione dello stabilimento e l’applicazione di una tassa del 35% sulle importazioni dei prodotti degli impianti delocalizzati. La leader del FN è stata acclamata, tra applausi e selfie, mentre, alla sua uscita, Macron ha ricevuto i fischi dei lavoratori.
Marine Le Pen ha, inoltre, accusato Macron di essere candidato alle presidenziali francesi senza fare gli interessi dei francesi, bensì quelli della Germania. Macron ha risposto dicendo che gli interessi di Germania e Francia siano gli stessi. Un ulteriore momento di tensione, è sorto quando Marine Le Pen ha chiesto «è vero che lei è sostenuto dalla Merkel?» e Macron ha risposto «certo, io voglio essere alleato della Germania di Angela Merkel». A quel punto Marine Le Pen lo ha attaccato dicendo: «Bene! Io le dico che se la Francia dovrà essere guidata da una donna, quella donna non sarà Angela Merkel», come ad insinuare che Macron Presidente sarebbe, in realtà, un “fantoccio” della cancelliera tedesca.
Marine Le Pen ha accusato Macron di essere un «estremista europeista» che, con la proposta degli Stati Uniti d’Europa, vuole eliminare definitivamente la sovranità nazionale dei Paesi europei e, quindi, favorire il collasso dell’Europa stessa. Addirittura è arrivata a definirsi la candidata «realmente europeista» di queste presidenziali francesi. Sull’uscita dall’Unione Europea e dall’Euro la Le Pen ha detto che i disastri previsti da Macron e dagli europeisti in seguito alla Brexit non si sono verificati e che, anzi, l’economia del Regno Unito è in crescita. Macron ha, allora, ricordato che il Regno Unito, a differenza della Francia, non ha mai adottato la moneta unica. Incalzata ulteriormente sul tema dell’abbandono dell’Euro, la Le Pen ha ricordato che il popolo francese, tramite referendum, aveva bocciato la Costituzione Europea e che essa era stata poi imposta lo stesso dai governi, ignorando la volontà popolare. La candidata del Front National ha spiegato, quindi, che, da Presidente indirebbe un ulteriore referendum per decidere sulla moneta unica. Sul periodo in cui indire il referendum, Marine Le Pen è stata un po’ evasiva, spiegando che non sarà una delle prime azioni della sua Presidenza, perché è un tema importante che va trattato con la massima serenità.
Nelle battute finali, Emmanuel Macron si è definito il candidato per una Francia aperta, accogliente e delle possibilità per tutti, contrapposto alla candidata della paura e della chiusura. Marine Le Pen, per tutta risposta, ha detto che lei rappresenta solo la chiusura delle frontiere, ma l’apertura per i francesi, per i lavoratori, i poveri e contro il fondamentalismo islamico.
Prima della fine di queste presidenziali francesi ci aspettano ancora tre giorni, i quali potrebbero rivelarsi altrettanto infuocati, in cui Emmanuel Macron e Marine Le Pen si contenderanno l’elettorato di Fillon e Mélenchon per intascare la vittoria finale.
Pietro Marino