A Lampedusa, esattamente un anno fa’ ,si compiva quella che è stata da molti definita come la più grave catastrofe marittima nel Mediterraneo dall’inizio del XXI Secolo.
Artefice di quella strage fu il mare, quel mare in cui ogni estate i numerosi turisti annoiati cercano la vita, ma in cui un pugno di straccioni venuti da lontano, privi del denaro necessario per compiere un viaggio in piena sicurezza, ma imbottiti di speranze e sogni vani, trovarono inesorabilmente la morte.
Morte che per molti non era in realtà inesorabile, perchè, oggi, gridano che, ad ucciderli, fu anche l’indifferenza.
Per questo, nella giornata di ieri, si è tenuta una piccola cerimonia, per ricordare i morti di un anno fa’.
Chi a Lampedusa lamenta scarsa accoglienza…
L’indifferenza della autorità, l’indifferenza delle istituzioni italiane ed europee nei confronti dei quali, una folta schiera di manifestanti che è giunta a Lampedusa per contestare quelle istituzioni che sfilano tra una cerimonia e l’altra per celebrare il ricordo della tragedia.
Sono tanti e sono riuniti davanti all’ingresso dell’aeroporto dell’isola per affermare il proprio dissenso nei confronti della linea perseguita dall’Unione Europea in materia d’immigrazione.
Essa, infatti, per i manifestanti, sarebbe indirizzata non tanto ad un piano di solidarietà ed accoglienza nei confronti dei migranti, quanto ad un loro respingimento.
Principale accusato sarebbe il sistema Schengen e Frontex, cioè l’istituzione UE che la “Carta di Lampedusa“, promossa dall’associazione “Melting Pot”, chiede ancora oggi di sopprimere.
Frontex è in effetti un’agenzia operativa, cioè un istituto che si occupa principalmente di compiere delle azioni “sul campo” più che di promulgare regolamenti e direttive, con il compito di coadiuvare gli Stati membri nelle operazioni di sorveglianza e controllo delle frontiere, con il preciso obiettivo di combattere l’immigrazione clandestina.
Ciò che i manifestanti recrimano alle istituzioni europee è di aver dato vita ad un sistema volto a rendere più difficile l’immigrazione legale, per la quale non esiste ancora un piano europeo ben definito.
I migranti sarebbero lasciati a loro stessi, proprio nel momento in cui se ne celebrano le vittime. Dall’altro lato dell’isola invece, nei pressi del Porto Vecchio, un altra dura protesta viene inscenata.
…E chi ne lamenta troppa
Al Porto Vecchio vi sono dei cittadini indignati anch’essi dall’ipocrisia delle cerimonie, ma il loro grido è diverso, questi infatti non recriminano la poca accoglienza per i migranti, per loro quell’accoglienza è anche troppa; secondo questi infatti, l’economia dell’isola sarebbe in ginocchio e ad essere ignorate sono le necessità dei cittadini di Lampedusa che, ancora una volta devono sacrificarsi per far fronte all’emergenza immigrazione.
Le istituzioni a Lampedusa
Le istituzioni, dal canto loro sono qui, e poco importa se i manifestanti considerano la presenza di alcune parti del governo e dell’Unione Europea come una “pagliacciata”, loro sono qui per ricordare una catastrofe, a dare un forte segnale.
Il Presidente del Parlamento Europeo Martin Shulz cerca di essere conciliante, ammette che “La tragedia di Lampedusa è una macchia sulla nostra coscienza di europei“, ma viene fischiato perchè secondo molti è troppo tardi per portare avanti certi slogan, nascondere le proprie colpe con nuove promesse.
Federica Mogherini, Ministro degli Esteri del governo italiano, Alto Commissario agli Affari Esteri e alla Sicurezza Comune in pectore, non è d’accordo con chi si oppone alla loro presenza : “ Che ci sia l’Ue qui non è per niente banale, è il segno di un impegno che c’è stato e che continuerà. Questo è un segnale politico importante“. La futura Lady Pesc si è per altro impegnata a costruire un canale di immigrazione legale, individuando tre cose da continuare a fare per combattere l’attuale emergenza: continuare a salvare vite, avere accoglienza efficace e aprire canali legali; presente anche il Presidente della Camera, Laura Boldrini.
Una giornata difficile insomma, ricca di tensioni, che ha trasformato il ricordo di un tragico avvenimento in un triste spettacolo fatto di proteste e vuote cerimonie, disturbando la quiete di coloro che erano lì soltanto per sfogare il proprio pianto, per spendere una preghiera in memoria di chi da quel viaggio in mare, non è tornato più.