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In ricordo delle 366 persone che il 3 ottobre 2013 persero la vita in mare nelle acque poco distanti da Lampedusa nel tentativo di giungere sulle coste italiane. La nave proveniente dall’Eritrea affondò dopo un guasto interno che provocò un gravissimo incendio. La tragedia di Lampedusa insieme a quella di Porto Palo del Natale del 1996 è considerata la più grande strage di migranti a cui ha assistito il Mar Mediterraneo.

 

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I saluti del sindaco Servalli

Pippo Zarrella porta a Cava De’ Tirreni un’esperienza che è riuscita a far breccia nei cuori dei più piccoli. Un connubio tra arte e democrazia che anche l’amministrazione comunale ha apprezzato molto perché ha rappresentato un catalizzatore di intenti e buona volontà, tra la riquilificazione dei muri della scuola Carducci-Trezza ai workshop organizzati dall’Unione Degli Studenti.

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“Provate a sedervi senza uscire dai quadrati. Ecco cosa si prova a stare in un barcone 4×4”

Il 3 Ottobre i protagonisti sono stati i piccoli studenti della scuola: le tre classi quinte delle elementrari e tutte le classi dell’istituto superiore di primo grado.
Arrivando in palestra, i giovani studenti hanno ascoltato la storia che Pippo raccontava.. Poi hanno sperimentato cosa volesse dire “stare su un barcone 4×4“.

12077249_10207647577257838_1622584145_nI ragazzi dello Spazio Pueblo hanno, poi, mostrato un video con foto e clip delle varie esperienze della Marina Militare in mare aperto, degli sbarchi e delle senzazioni di chi arriva a toccare la terraferma dopo giorni e notti in mare.

12076945_10207647577777851_1805784242_nIl viaggio dei ragazzi continua. Dopo avero ascoltato una poesia, vengono portati al banchetto di Pippo: qui sopra trovano pezzi di imbarcazioni, chiodi arrugginiti e galleggianti, accostati alle foto fatte da Pippo in giro per l’Italia in cui vengono immortalati alcuni momenti salienti degli sbarchi (uno tra tutti è quello avvenuto a Salerno nel Luglio 2014).

 

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Si passa al banchetto organizzato dell’Unione Degli Studenti: i ragazzi mostrano i dizionari che hanno realizzato grazie ad un’iniziativa nata a livello regionale. Un “dizionario di sopravvivenza” per affrontare il primo gap, quello linguistico. Negli ultimi mesi si sono impegnati per tradurre dall’inglese, francese, rumeno ed arabo all’italiano ed il progetto ha affascinanto al punto tale che i docenti ne hanno richiesta una copia per classe.

12076988_10207647578337865_1715840285_nPippo e Giovanni Loria disegno le linee guida di una particolare rivisitazione delle Guernica, in cui da una barchetta di carta parte una novoletta che inneggia alla Euro(Hope), cioè alla speranza che si prova volendo arrivare nell’Unione Europea e carcando un luogo migliore in cui vivere, lontani dalla guerra. Nel pomeriggio gli studenti si sono divertiti a riempire di colore quelle linee guida ed in ogni punto hanno lasciato un segno di riconoscimento.

12087623_10207647577337840_1030519869_nSi arriva alla fine del viaggio: tutti gli studenti hanno realizzato delle barchette di carta con la tecnica origami. Grazie a queste barchette un’altra ala della palestra è stata decorata.

12077029_10207647576977831_1777423183_nLa parte esterna della scuola è stata decorata da artisti internazionali:
RYAN spring DOOLEY – U.S.A., CARLOS ATOCHE – PERU’ (studiosotterraneo), LUIS ALBERT ALVAREZ – MEXICO (studiosotterraneo), Nunzio (cirillo)- NAPOLI, LoriaTeoria (BAU), Pippo Zarrella, GONE.

 

Wop è un termine denigratorio inglese utilizzato nei paesi anglosassoni, in particolare negli Stati Uniti d’America, per indicare le popolazioni dell’Europa sud-occidentale di lingua neolatina
(con particolare riferimento agli italiani), alle quali per stereotipo sono attribuiti atteggiamenti spavaldi, volgari e violenti. Il significato di Wop è With-Out-Passport.
Gli immigrati italiani sprovvisti di passaporto erano malvisti dalla popolazione americana, il cui pregiudizio portò ad identificare ogni italiano come un wop. Il tentativo di ripetere in italiano questa parola inglese ha dato vita alla parola ‘guappo’, da cui la pronuncia “uapp” .

 

Nessuno è illegale.

Sara C. Santoriello

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