“L’uscita della Grecia dall’Eurozona è sostenibile”, aveva detto pochi giorni fa Angela Merkel. Sulla questione, però, è intervenuta l’Unione Europea che ha affermato: “Secondo il trattato Ue l’appartenenza alla zona euro è irrevocabile”. 

 “L’euro c’è per restare e crescere e ha provato la sua resilienza”, ha dichiarato il portavoce della Commissione UE, che continuando ha precisato: “Non commentiamo le indiscrezioni. La posizione della Commissione resta quella espressa dal commissario Moscovici il 29 dicembre. L’unica dichiarazione che veramente vale è quella degli elettori greci il 25 gennaio”.

Grande fiducia, quindi, da Bruxelles nel voto dei Greci. Intanto, nella giornata di ieri, Alexis Tsipras aveva risposto duramente alle parole pronunciate dalla cancelliera tedesca: “L’austerità deve finire e il nostro debito deve essere tagliato”. E, in merito ai rapporti con la Troika, ha spiegato: “Syriza negozierà una soluzione ragionevole e realistica con i suoi creditori nel quadro degli accordi con la Ue. E in quest’ambito lavorerà a un’intesa che dovrà rivedere i termini del pagamento degli interessi e lavorare per il rilancio dell’economia”. Dunque, nessuno stop nei pagamenti. Anzi, il partito, nel caso di una vittoria elettorale si impegnerà “a mantenere l’equilibrio di bilancio” anche se punterà a ottenere “la possibilità di scorporare gli investimenti pubblici per qualche anno dal calcolo del deficit”.

E, a proposito di Grecia e di elezioni,  il partito di sinistra radicale Syriza, guidato proprio dal leader Tsipras, resta ancora in cime alle preferenze, anche se il divario tende a ridursi rispetto a Nea Dimokratia, partito di centro-destra guidato dall’attuale premier Antonis Samaras.

In caso di vittoria, la sinistra avrà davanti a sé un duro percorso: dovrà trovare innanzitutto un alleato con cui poter governare e poi eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. I tempi però sono ristretti. Nella migliore delle ipotesi le due operazioni potranno concludersi in una quindicina di giorni, dopo i quali sarà possibile far partire i negoziati con la Troika, tenendo presente che il 28 febbraio terminerà il sostegno proveniente da Bce, Fmi e Ue ad Atene. Inoltre, a minacciare l’avanzata di Syriza è l’alternativa politica di Papandreou, una nuova formazione nata dal divorzio con i socialisti. Infatti, gli esperti di flussi elettorali hanno rivelato che più del 6% dell’elettorato greco sta pensando seriamente di votare il nuovo partito, rimettendo in discussione il risultato del voto del 25 gennaio.

Tuttavia, l’instabilità e l’incertezza della situazione greca influenzano negativamente anche la Borsa: a Milano Ftse Mib cede subito -0,75% per poi accelerare al ribasso a metà giornata, con una flessione -1,49% a 18.845 punti.

Andrea Palumbo

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