Risale a mercoledì la drastica decisione della BCE di rimuovere la deroga che consente alle banche greche, oramai dal 2010, di dare in garanzia i propri titoli di Stato per approvvigionarsi di liquidità. La motivazione data dalla Banca Centrale Europea risiede nella pretesa del Governo del neo eletto Tsipras di non seguire le orme del proprio predecessore nel rinnovare il programma anti-crisi e pro-austerity dell’UE. Tsipras ha dichiarato a tal proposito che «la Grecia non fa ricatti e non li accetta».
Varoufakis, il Ministro delle Finanze greco, in occasione dell’incontro con il collega tedesco Schaeuble, ha dichiarato che «La Germania sa bene che cosa può succedere quando si scoraggia troppo a lungo una nazione orgogliosa […] Questa nazione prima o poi fermenta», alludendo evidentemente alla volontà immutata di imporre un regime di ristrettezze ad Atene, chiedendo al Governo di Sinistra Radicale di ritrattare ogni promessa fatta in campagna elettorale.
Il Varoufakis dell’incontro a Berlino è positivo, deciso più che mai a non cedere ai richiami dell’Eurogruppo, qualificandosi bensì quale “opportunità” per l’Europa stremata da un’oligarchia immune ai bisogni dei cittadini.
«Noi siamo disposti a trattare. Siamo una chance per l’Europa. Noi abbiamo grande sostegno nel popolo greco, usateci per iniziare nuovo capitolo della storia dell’UE» ha affermato il Ministro Varoufakis, ricordando le parole rivolte dallo stesso Tsipras a Juncker.
Ma l’UE non vuole trattare e con essa la BCE, che con la propria manovra ha messo la Grecia con le spalle al muro: è una Nazione che rischia di fallire, così come fallisce una qualsiasi società con grossi debiti e nessuna liquidità a disposizione.
Ancora una volta ad esprimersi è il Ministero di Varoufakis, che tenta di tutelare la dignità del proprio progetto minimizzando l’operato della BCE con il ricorso all’Emergency liquidity assistance, una misura di emergenza che consente alla Banca Centrale greca di erogare maggiore liquidità – il problema viene dunque arginato nel miglior modo possibile, con la consapevolezza che la misura extraordinaria non può garantire né ripresa, né sviluppo, né costanza.
L’11 febbraio andrà ufficialmente in vigore la manovra della BCE, data in cui si riunirà l’Eurogruppo in via del tutto straordinaria per discutere la situazione della Grecia. Tsipras e Varoufakis saranno chiamati in tale occasione a porsi in modo differente, con programmi nuovi che siano conformi al regime austero voluto dai vertici dell’UE.
Dopo il 25 gennaio, l’11 del mese corrente si configura essere un’ulteriore fondamentale tappa per l’assetto economico e politico europeo: un ridimensionamento delle pretese della Grecia equivarrebbe alla totale impossibilità di uscire dalla condizione di perenni debitori dell’oligarchia europea.
Rosa Ciglio