Ieri erano le mani dell’Iscariota ad incassare 30 denari per consegnare alle autorità un uomo fastidioso, uomo che terminò sulla croce e a cui fu preferito, persino, il ladrone Barabba. Oggi, come e più di allora, a sporcarsi le tasche e la coscienza sono in tanti, ed a funestare un destino comune sono le piaghe della criminalità, del sottosviluppo e dell’iniquità.
Giosi come Giuda, lettori cari, in questa Pasqua che ha da risorgere anzitutto un’idea di dignità morale e moralità dignitaria, svilita e rattrappita lungo le dita avide e adunche di politici, manager, dirigenti, boss e imprenditori.
Corruzione: la nuova parola d’ordine per accedere al clamore mediatico delle ultime settimane. Il disegno di legge anticorruzione, presentato dal Presidente del Senato Grasso immediatamente dopo l’insediamento del Governo Renzi, nella primavera del 2013, è finalmente approdato in aula ad ottenere l’assenso delle due Camere, dopo un’agonia d’indifferenza lunga circa due anni. Nel testo, fra le altre cose, si reintroduce il reato di falso in bilancio e si inaspriscono le pene e le sanzioni per gli episodi di corruzione.
Per qualcuno si è trattato di un traguardo storico, per altri di un compromesso al ribasso, per altri ancora di uno slogan propagandistico. Eppure, che l’Italia avesse ed abbia bisogno di rimodulare le forme di contrasto alla corruzione è evidente. A tal proposito, gira da anni la famosa leggenda secondo cui i danni causati dalla corruzione al nostro Paese ammontino a circa 60 miliardi di euro l’anno.
Una stima fantasiosa ed approssimativa, come dimostra anche questa analisi de Il Post; pur ammettendo, comunque, che si tratti di molto meno, resta evidente l’entità di un problema che affonda lontano le sue radici, nella mentalità incancrenita del malaffare e della collusione, nello spregio dei valori istituzionali e nell’abuso di potere.
Corrompere significa plagiare la volontà ed il buonsenso in nome del Dio Denaro, acclamandosi alla croce dell’opportunismo in attesa di una resurrezione etica chiamata prescrizione. Gli italiani, del resto, sono abituati alla necessità quotidiana di “oliare gli ingranaggi” col denaro per ottenere qualsiasi cosa, dal più banale esercizio dei propri diritti ai meccanismi criminali in grado di manipolare e speculare su appalti, assunzioni, incarichi.
Ci eravamo illusi che la pioggia di monetine che sommerse Craxi di vergogna, ai tempi di Tangentopoli, avesse annegato definitivamente ogni velleità in tal senso; ma il potere logora chi lo detiene così come chi vorrebbe detenerlo, e in un contesto privo di trasparenza è stato fin troppo facile perpetuare il rituale sacro della mazzetta.
Dal ministro Lupi al sindaco di Ischia Giosi Ferrandino, le cronache attuali ridondano di casi simili, malcelando un costume diffuso e, purtroppo, la trasversalità di un fenomeno estremamente nocivo per il funzionamento delle istituzioni democratiche.
Del resto, come ha ben scritto Curzio Maltese in un articolo apparso qualche giorno fa su Huffington Post, il sistema politico rispecchia abbastanza bene la società che lo elegge, replicandone a un livello “di controllo” tutte le anomalie e le deviazioni.
Appare quindi oggi più che mai necessario che la Pasqua, che celebriamo oggi, sia una Pasqua di riscatto, una Pasqua di orgoglio ed emancipazione, una Pasqua con poco da festeggiare e molto da riflettere. La riscossa deve necessariamente provenire dalle masse, dal fermento popolare che al di là delle ombre brulica di energie positive, giacché risulta impensabile che siano le istituzioni ad auto-riformarsi e redimersi.
La strenua battaglia che Don Luigi Ciotti, di Libera Contro le Mafie, conduce attraverso campagne come “Riparte il Futuro”, incarna alla perfezione l’esempio di autodeterminazione che ogni popolo dovrebbe essere in grado di esigere da se stesso: per porre ai margini coloro che, attraverso la foga personale, ambiscono a distruggere il Paese e ribadire, magari all’interno di progetti come la coalizione sociale proposta da FIOM, che persino in una Pasqua di corrotti viventi è possibile risorgere nella legalità.
Buona domenica, cari lettori, ed auguri di buona Pasqua da me e da tutta la redazione di Libero Pensiero News.
Emanuele Tanzilli
@EmaTanzilli
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