La Terra dei Fuochi .it è uno spazio web di cittadinanza attiva nato nel 2008 con lo scopo di sensibilizzare e informare i cittadini campani riguardo il triste fenomeno dei roghi tossici di rifiuti e gli effetti delle eco-mafie nel napoletano e nel casertano.
L’obiettivo del sito, oltre a essere quello di monitorare e descrivere la drammatica situazione della cosiddetta Terra dei Fuochi, è ”spronare” gli abitanti delle province di Napoli e Caserta a prendersi carico dei propri doveri e responsabilità di cittadini denunciando attraverso segnalazioni, foto e video quanto avviene ogni giorno sotto gli occhi di tutti nella quasi totale indifferenza delle istituzioni locali e dello Stato.
La redazione di Libero Pensiero News ha intervistato l’ideatore e responsabile del sito La Terra dei Fuochi. it Angelo Ferrillo, che ha gentilmente risposto ad alcune domande. Di seguito l’intervista completa.
Come è nato il sito La Terra dei Fuochi .it? Quale scopo si prefigge?
Il sito web nasce come diario quotidiano per raccontare ciò che accade ogni giorno tra le province di Napoli e Caserta, con lo scopo di aumentare la consapevolezza nell’opinione pubblica e di ottenere interventi concreti dalle istituzioni.
Il termine Terra dei Fuochi è stato utilizzato per la prima volta nel Rapporto Ecomafie nel 2003 per indicare quella porzione di territorio di 1076 km² che comprende 57 comuni situati nella province di Napoli e Caserta. E’ un problema solo campano come la maggior parte dei media vogliono farci credere o dietro c’è un sistema criminale più ampio?
È un fenomeno di carattere nazionale ma il suo punto nevralgico è nella nostra regione. Con il termine si indica la tecnica di smaltimento illecito mediante incendio di ogni tipologia di rifiuto, da quelli ordinari a quelli speciali. È l’effetto collaterale dell’economia sommersa per evadere o risparmiare i costi di smaltimento dei rifiuti prodotti.
Nonostante le numerose denunce la pratica di smaltire e bruciare rifiuti tossici dannosi per i cittadini va avanti ormai da anni e nella maggior parte dei casi i colpevoli non sono mai stati puniti a causa della totale assenza di normative. Nel 2015 il Governo ha colmato il gap legislativo varando la legge 68. Secondo lei questa misura può essere utile a far fronte al problema?
Bruciare rifiuti non è mai stato legale, non era indispensabile fare leggi apposite per perseguire i responsabili. Mancava la volontà di farlo e manca tutt’ora per cui si è messo in piedi un teatrino mediatico complici media e istituzioni per raccontare la favoletta della normativa a giustificazione delle enormi responsabilità e inadempienze.
A suo parere quali altri soluzioni dovrebbero essere intraprese per cercare di migliorare l’emergenza rifiuti in Campania?
È necessaria una forte volontà politica nel perseguire un piano strategico di rimodernamento del settore economico e produttivo nonché un ferreo controllo del territorio. Mentre finora abbiamo visto solo interventi spot e palliativi, con ulteriore danno e spreco di risorse pubbliche.
In che modo i cittadini possono fare la loro parte?
Bisogna innanzitutto comprendere il fenomeno. Ognuno di noi è parte del meccanismo e come componenti del ciclo economico possiamo dare il nostro contributo a cominciare dall’agire in modo consapevole.
Vincenzo Nicoletti