Diamante, comune calabrese in provincia di Cosenza, festeggia quarant’anni di storia e cultura, una valorizzazione del territorio resa possibile da un progetto che ha avuto inizio nel 1981 e che nel tempo è divenuto il più grande festival d’arte urbana del sud Italia. Il paese dei nasi all’insù – così viene definita Diamante – conta, oggi, più di 330 opere di street art che catturano l’attenzione dei passanti. Malgrado l’odierna situazione pandemica, il mese di Giugno ha rappresentato l’inizio di una nuova edizione del festival. In città si sono difatti susseguiti una serie di eventi artistici, tra cui mostre e convegni. Ma non solo. Le vie del borgo hanno visto diversi street artist impegnarsi nel restauro di opere oramai datate e nella realizzazione di nuovi murales. Quattro gli ospiti d’onore che nelle giornate d’Agosto trasformeranno il comune cosentino in una tela da riempire di vita: Jorit, Kraser, Tony Gallo, e SteReal.
Il primo porterà una parte di Africa nella città di Diamante. Il suo inconfondibile segno di riconoscimento è difatti costituito da due strisce rosse sul volto dei soggetti principali delle opere che richiamano l’antica pratica africana della scarificazione. Nata come rito di passaggio dall’infanzia all’età adulta, si è poi trasformata nel simbolo del carattere unitario della tribù, della convivenza fraterna (come testimonia il murales dedicato a Nelson Mandela, attivista politico contro l’apartheid). Jorit, per questo, è da sempre associato al concetto di “Human Tribe” – “Tribù Umana“.
Nelson Mandela
Kraser, influenzato in parte dal Surrealismo e in parte dall’arte astratta, si cimenta nella sovrapposizione di figure e colori che assieme danno vita ad immagini che conducono l’osservatore in una dimensione “altra” ed immaginaria. Attraverso l’utilizzo di sfumature chiare e decise, le sue opere appaiono come dominate da un senso di equilibrio e stabilità all’interno di una realtà irrefrenabilmente caotica.
Amore e Psiche
Tony Gallo, ultimo uomo a dominare la scena, porterà con sé i suoi soggetti antropomorfi. A riguardo, egli afferma in un’intervista che nelle sue opere l’essere umano ha la possibilità di entrare in contatto con la natura mimetizzandosi, qualora lo desiderasse, in un albero o in un animale, senza mai abbandonare valori e sentimenti che sino a quel momento l’hanno accompagnato nel percorso di vita. Questo suo modo di intendere l’arte gli ha permesso di sperimentare il “possibile” andando oltre le apparenze, oltre i filtri della quotidianità.
Scuola Arcobaleno
Infine SteReal, una giovane street artist che con le sue opere vuole infondere speranza nell’osservatore e indurre un cambiamento dapprima individuale, poi sociale. Stefania – questo il suo vero nome – considera difatti la street art un mezzo comunicativo, “un modo per trattare temi sociali importanti“. Il pittore tedesco Franz Marc, verso la fine dell’Ottocento, ha parlato a tal proposito di “seconda vista”, intendendo con quest’espressione la capacità della persona di saper osservare e rielaborare criticamente il messaggio di un’opera di street art, riflettendo sul rapporto che la lega alla realtà sociale che vuole rappresentare.
Dal progetto Blood Artists volto alla sensibilizzazione sulla donazione di sangue
Quattro artisti di grande fama, a partire dall’8 Agosto, si faranno dunque portavoce di un’esigenza collettiva che la città ha saputo prontamente cogliere: non lasciare che il territorio urbano cada nelle braccia dell’incuria e della dimenticanza. Quarant’anni di storia e cultura di Diamante sono stati testimoniati da immagini, colori e tecniche che hanno contribuito a render viva la città. La street art è uno strumento di denuncia sociale, di protesta nei confronti delle iniquità sociali, e al contempo uno strumento di sensibilizzazione volto ad inaugurare una realtà positiva ed inclusiva. Essa non offre risposte ma, al contrario, assume le vesti di un trampolino di lancio che fa vacillare le convinzioni erranti e distorte del quotidiano. I murales non solo lasciano traccia del passaggio di questo o quell’artista, bensì diventano uno strumento di riqualificazione urbana, di demolizione della non accettazione della diversità, di cittadinanza.
La bellezza della street art è equiparabile alla bellezza umana: dentro e fuori, basta saperla cogliere.
Aurora Molinari