Siria, si tratta di una donna curda la combattente che si è suicidata saltando in aria contro una postazione dell’Isis. Il suo nome, secondo quanto si legge sui social network è Arin Mirkan, madre di due figli e comandante della Ypg, l’unità di protezione popolare curda. Si è fatta saltare in aria accanto una postazione di jihadisti ad est di Kobane, città curda siriana al confine con la Turchia, uccidendo diversi miliziani che da giorni assediano la zona.
Secondo le testimonianze Arin Mirkan sarebbe rimasta senza munizion e così ha deciso di sacrificare la propria vita per non finire nelle mani dei miliziani dalla bandiera nera. La notizia è stata data da Rami Abdel Rahman, direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo il quale “l’azione ha causato morti ma non ci sono conferme sul numero esatto”. E’ la prima volta, secondo Rahman, che una giovane combattente curda si suicida in un attentato contro Isis, cosa che, invece accade spesso nella galassia terroristica di Al Qaeda.
L’Isis, dopo una prima avanzata a Kobane, ha rallentato il suo cammino e i progressi fatti sono stati fermati dai nuovi raid effettuati dalla coalizione guidata dagli Usa, di cui fanno parte Bahrein, Giordania, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Ma in ogni caso, Idris Nahsen, peshmerga di Kobane ha detto che i miliziani sono molto vicini alla città e che, purtroppo “non bastano solo gli attacchi aerei”, ha poi spiegato che “loro (la Coalizione) ci devono aiutare con armi e munizioni”.
Dopo la decapitazione di Alan Henning e le minacce contro Londra e chiunque partecipi ai bombardamenti della coalizione anti Isis, la Gran Bretagna ha lanciato una vera e propria operazione di caccia al jihadista, cercando il boia, il famoso “Jhonny”, denominato così per il suo accento londinese. David Cameron ha sguinzagliato i suoi servizi di intelligence esortandoli a non risparmiare alcuno sforzo, di raccogliere qualsiasi informazione necessaria per dare il via libera alle forze speciali della Sas.
Intanto arrivano le prime notizie di una vittima americana: si tratta di un marine di 21 anni, Jordan Spears, il cui corpo è finito nelle acque del Golfo Persico a seguito di un incidente. Dal Pentagono fanno sapere che le ricerche del corpo, però, sono state vane.
Luca Mullanu