Il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina di concerto con il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha inviato la richiesta di esclusione di tutto il territorio italiano dalla coltivazione di Ogm utilizzando la procedura prevista dalla recente Direttiva 2015/412 approvata l’11 marzo scorso durante la Presidenza italiana dell’UE che concede maggiore autonomia ai singoli Paesi in materia di regolamentazione interna dell’agricoltura.
“La nostra scelta – ha spiegato Martina – guarda alle caratteristiche del modello agricolo italiano, che vince e si rafforza puntando sempre di più sulla qualità e sulla distintività. Abbiamo un patrimonio unico di biodiversità che rappresenta un valore non solo da tutelare, ma da promuovere.“
”È un grandissimo risultato per il nostro Paese – ha affermato il ministro Galletti – è una battaglia che abbiamo fatto in Consiglio Ambiente durante il semestre europeo e che abbiamo vinto, modificando la direttiva europea”.
Da un’indagine svolta dalla Coldiretti è emerso che 8 italiani su 10 (76%) si trovano d’accordo con la posizione presa dai tre Ministri. Queste le parole del presidente Roberto Moncalvo a riguardo: “Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del made in Italy” .
Esulta anche Greenpeace che sottolinea che con le richieste già effettuate e quelle in arrivo i Paesi che hanno detto no agli Ogm sono 14 più tre Regioni. Oltre all’Italia, fino a oggi Austria, Croazia, Francia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Olanda e Polonia) e la Regione della Vallonia in Belgio) hanno già formalmente notificato alla Commissione Europea l’intenzione di mettere al bando l’agricoltura biotech. Le prossime saranno Danimarca, Germania, Slovenia, Bulgaria e le Regioni del Regno Unito Scozia e Irlanda del Nord.
Le critiche per la rinuncia agli OGM
Forti critiche invece da parte della Confeuro, la confederazione di sindacati liberali europei che parla di ”decisione unilaterale, senza il coinvolgimento di tutti gli attori che compongono il sistema primario” e soprattutto dall’Associazione radicale Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica: ”I ministri evidentemente fanno finta di ignorare e nascondono ai cittadini il fatto che l’Italia continua imperterrita ad importare oltre 4 milioni di tonnellate di soia Ogm ed a questa si aggiunge l’importazione anche di un miliardo di euro di mais estero (in parte Ogm)”. La messa al bando riguarda, infatti, la coltivazione, ma non la commercializzazione degli Ogm coltivati fuori dall’Unione Europea. Su questo fronte c’è ancora molto da lavorare, ma un’importante svolta è già stata compiuta.
Per approfondire il tema OGM, ci proponiamo questa serie di FAQ messe appunto da Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano.
Vincenzo Nicoletti