Compie 19 anni la legge 109/96, dedicata al riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, liberamente ispirata ad un’altra legge, la famosa Rognoni-La Torre che, nel 1982,  introdusse per la prima volta nel codice penale il delitto di associazione a delinquere di tipo mafioso.

La reazione che ancora manca!Venne promossa dall’associazione Libera  di don Luigi Ciotti, con una petizione popolare che raccolse oltre un milione di firme e, nel corso del tempo, ha consentito alla Stato italiano di riprendersi migliaia di beni: palazzi, appartamenti, terreni, aziende. Un fiore all’occhiello della legislazione italiana.
Lo scorso anno, in occasione dell’annuale Marcia della Legalità, a Latina, vennero distribuite gratuitamente delle arance raccolte proprio in quei luoghi in cui, precedentemente, veniva organizzata la criminalità. I beni confiscati ammontano a 5505 in Sicilia, 1918 in Campania, 1811 in Calabria, 1186 in Lombardia e 1126 in Puglia, suddividendosi in beni mobili, beni immobili e beni aziendali (riciclaggio del denaro proveniente da affari illeciti).

L’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità è nata soltanto nel 2010, dotata di autonomia organizzativa e contabile nonché posta sotto la vigilanza del Ministro dell’interno. La struttura ha sede principale a Reggio Calabria  e sedi secondarie a Roma, Palermo, Milano e Napoli. Scopo principale dell’Agenzia è quello di provvedere all’amministrazione e alla destinazione dei beni, a seguito di confisca definitiva, nonché coadiuvare l’amministratore giudiziario sotto la direzione dell’Autorità Giudiziaria in fase di sequestro fino alla confisca di primo grado, dopo la quale assume la gestione diretta degli stessi beni.

“La creazione dell’Agenzia ha come elemento innovativo il tentativo di introdurre un’amministrazione dinamica dei patrimoni confiscati che snellisca e velocizzi la fase di destinazione degli stessi, superando le carenze e le inefficienze della precedente metodologia di gestione” – si legge sul sito web. Un modo, insomma, per svincolarsi dagli innumerevoli cavilli burocratici che molto spesso rallentano il processo di acquisizione e accoglimento delle pratiche e, di conseguenza, non permettono in tempi brevi di poter operare sul posto. Si chiarisce il concetto: “Naturalmente all’attività di amministrazione e destinazione dei beni svolta dall’Agenzia, animata dalla volontà di non rendere vano l’impegno di Forze dell’Ordine e dell’ Autorità giudiziaria, si affianca il costante monitoraggio posto a garanzia dell’effettivo riutilizzo sociale dei patrimoni mafiosi, affinché il compito istituzionale svolto non si riduca a semplice dato statistico, ma si concretizzi in una reale percezione della presenza dello Stato nel territorio.”

Attraverso i campi estivi che l’associazione Libera, insieme alle cooperative sociali, organizza in questi territori, si cerca di trasmettere ai giovani un sentimento di “protagonismo” ,per diventare super partes nell’impegno che la legalità richiede. Vengono organizzati degli incontri con le famiglie delle vittime e conferenze in cui vengono raccontati il coraggio e la determinazione di coloro che non hanno accettato il silenzio come risposta, ma, anzi, hanno preferito lottare e diventare i simboli di una battaglia che si perpetua nel tempo, grazie alla forza di chi ci crede.

Lo spot del 2015:

Il 21 Marzo a Bologna avrà luogo la XX Giornata della Memoria e Dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle Mafie. “La verità illumina la giustizia” è lo slogan scelto quest’anno. #VentiLiberi

Sara C. Santoriello

Giornalista pubblicista, aspirante politologa. Mi alimento di dubbi e curiosità. Sono una femminista lonziana, appassionata dell'aspetto Social nei Media. Scrivo di Politica, Genere, Etica e Tecnologie. Coordino la sezione Femminismi per Libero Pensiero. PhD Student in Scienze Sociali e Statistiche all'Università di Napoli "Federico II".

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