L’11 Giugno prossimo molti comuni saranno impegnati nelle elezioni amministrative. Si voterà, infatti, per rinnovare giunte, consigli comunali e per scegliere il primo cittadino di Mercato San Severino. Abbiamo intervistato il candidato a sindaco Antonio Somma.
36 anni e direttore finanziario per un gruppo di imprese, Antonio Somma corre alla carica di sindaco di Mercato San Severino con due liste civiche in suo sostegno (“Città prima e libera” ed “Insieme per la città”). Al suo fianco numerosi professionisti locali, giovani ed esponenti della società civile.
Perché ha scelto di candidarsi a sindaco di Mercato San Severino?
A.S: “Ho scelto di candidarmi a sindaco per diverse motivazioni. La prima è la passione che mi ha trasferito mio padre che è stato consigliere e assessore all’interno del comune di Mercato San Severino negli anni ’80 e ’90. La seconda è legata ad una frase detta dal magistrato Paolo Borsellino, il quale ad una domanda sul perché non volesse andare a Roma al Csm (Consiglio superiore della magistratura) rispose “Palermo non mi piace per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare”. Il fatto di aver vissuto per molto tempo fuori da Mercato San Severino mi spinge a dare il mio contributo per cambiare questa città che a me non piace”.
Quali sono le sue proposte e quali i punti da risolvere in maniera imminente?
A.S: “Considerando la contingenza della nostra città, il primo punto all’ordine del giorno è ripristinare uno stato di diritto ed equità sociale. Lo si può fare partendo dalla lotta all’evasione, dal recupero delle risorse che oggi non riusciamo ad introitare, evitando favoritismi di persone che non pagano pur avendone la possibilità e, allo stesso tempo, cercando di capire chi ha difficoltà a pagare.
Ovviamente il programma si sviluppa su più ambiti ed è facilmente consultabile sul nostro sito.
Nella delicata congiuntura economico-finanziaria in cui versa l’Ente, riteniamo essere di primaria importanza l’utilizzo delle risorse economiche messe a disposizione dall’Unione Europea e dal Governo centrale. In tale ottica i fondi per la coesione sociale relativi al periodo 2014-2020 rappresentano un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. Molti degli obiettivi presenti nella nostra proposta programmatica sono perseguibili mediante l’accesso a tali risorse economiche che contemplano ambiti di interesse quali investimenti privati, infrastrutture, istruzione, inclusione sociale, ambiente, cultura e turismo, occupazione, energia, supporto all’infanzia. Riteniamo dunque fondamentale attribuire centralità a tale argomento, ponendolo in cima alla nostra proposta programmatica proprio perché le progettualità che metteremo in campo e che saranno capaci di intercettare tali risorse finanziarie, consentiranno a Mercato S. Severino di avviare, dopo un decennio di stallo, un processo virtuoso di innovazione e sviluppo per quanto concerne l’urbanistica, le attività produttive, le tematiche ambientali, la promozione turistica e culturale del territorio, l’efficienza energetica degli immobili comunali e delle strutture scolastiche, l’attenzione al sociale.
Il nostro programma è un patto d’amore e verità con i cittadini che punta alla realizzazione di tante piccole cose e non di grandi promesse che non possiamo mantenere: la difesa degli spazi verdi, la riqualificazione di piazze, il miglioramento del Puc (Piano Urbanistico comunale) e del Put (piano urbano del traffico), la riorganizzazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione e della burocrazia, al centro il turismo, il territorio e i giovani”.
Qual è la sua posizione rispetto al tema dell’accoglienza?
A.S: “Io credo una cosa molto semplice sulla questione migranti. In primis c’è un problema di poca partecipazione dei sindaci alla definizione dei criteri di ripartizione sul territorio perché, dopo l’arrivo degli oltre 1000 migranti: la discussione relativa alla distribuzione dei migranti è fondamentale.
Si dovrebbe tener conto, in tal senso, della condizione di una città: visto che diamo per certa la volontà di accogliere persone nella nostra comunità, io mi preoccuperei del fatto che oggi non riusciamo a garantire i servizi alle persone presenti sul territorio. Mi preoccuperei della nostra incapacità di offrire dei servizi e di creare subito integrazione ed accoglienza”.
Rispetto alla questione Gesema e ai lavoratori, come credi si possa andare avanti? Come si comporterebbe da sindaco?
A.S: “Innanzitutto bisogna garantire i servizi: il commissario ha affidato la pulizia degli spazi verdi e degli uffici comunali ad una cooperativa di Salerno che si chiama Eolo.
Rimangono fuori, per ora, rispetto al comparto patrimonio, tutta la gestione dei parcheggi, dei servizi cimiteriali e delle strade. Si tratta di sevizi che nessuno offre e i cui ricavi dipendono dall’utenza direttamente. Rispetto a questo bisogna tenere presente il d.lgs n.175/2016 che vieta ai comuni con una società dichiarata fallita di costituirne una nuova.
Quello che ho detto, anche all’incontro con i dipendenti della Gesema, è che l’unica soluzione per la ricollocazione lavorativa è la costituzione di cooperative per gruppi di servizi. Potremmo, così, avere un vantaggio dagli sgravi fiscali: ridurremo il costo del lavoro e una gestione efficiente delle cooperative potrebbe portare ad aprire prospettive che vadano oltre il comune in quanto l’ente cooperativa da privato avrebbe una maggiore autonomia”.
Rispetto ai vari punti che toccano la “questione ambientale” nel comune di Mercato San Severino come intende muoversi?
A.S: “Per quanto riguarda la Solofrana, ci sono già dei fondi che riguardano il grande progetto fiume Sarno e sono relativi al monitoraggio degli sversatoi, alla purificazione delle acque e alle attività accessorie. In questo momento bisogna essere solo capaci di intercettare questi fondi che sono già stati stanziati da parte della regione Campania. In più c’è tutta la questione del rafforzamento degli argini per evitare le esondazioni a cui abbiamo assistito.
In maniera più generale, da tenere presenti sono le polveri sottili sul corso principale della nostra città: oltre ad un monitoraggio sulle polveri sottili, vogliamo istituire il nuovo Piano Urbano del Traffico (Put) garantendo la viabilità del centro cittadino, cominciare un progetto che riguarderà il corso Diaz in termini di abbellimento e rispetto a test per la chiusura permanente del corso, cercare di sfruttare attraverso il nuovo piano urbanistico del traffico anche le strade periferiche valorizzando non solo gli esercizi commerciali presenti sul corso”.
Cosa ne pensa dell’attuale Puc e come si pone rispetto alla piattaforma logistica proposta in campagna elettorale dal candidato Vincenzo Bennet?
A.S: “Io credo che questo Puc, mai adottato per la verità, ha dei grossi limiti. La previsione, nell’arco di tempo che va dal 2008 al 2018, rispetto alla ripopolazione di Mercato San Severino rispetto all’edilizia residenziale non è stata rispettata (rispetto alle 8.800 famiglie stimate solamente 8.100 sono quelle raggiunte sul nostro territorio). In tal senso, continuare a produrre colate di cemento non ha senso.
In più, c’è tutto il tema del rapporto tra nuovi insediamenti produttivi e rispetto del suolo. Credo che il Puc vada assolutamente rivisitato con la logica del rapporto “costo di utilizzo del suolo/beneficio”e rispetto agli ambiti produttivi: gli ambiti vanno ridotti attraverso lotti funzionali perché il nostro obiettivo è intercettare imprese medio-piccole che rappresentano davvero il nostro tessuto.
La piattaforma logistica non è un investimento utile per il territorio. Si tratta, infatti, di 172.000 mq che non porteranno ad un grande aumento di posti di lavoro. Preferisco andare sulla capacità di attrazione di investimenti di aziende medio-piccole che investono la loro vita sociale ed economica sul territorio creando veramente incremento occupazionale”.
Perché votare Antonio Somma come sindaco e le due liste in suo sostegno?
A.S: “Questa città è di fronte ad un grande momento di transizione in quanto, in aggiunta alle difficoltà che viviamo sia di carattere finanziario che sociale e infrastrutturale, c’è il dovere, da parte di chi amministrerà il nostro comune dopo le elezioni, di costruire la città del domani.
Per farlo c’è bisogno di saper pianificare, di saper programmare e capire quale città stiamo costruendo. Rispetto a ciò, bisogna dare un voto consapevole: individuare chi è capace di amministrare rispetto ai programmi, alle proposte e alle due domande del “come” e del “quando” ciò che si afferma si potrà realizzare.
Bisogna andare oltre il rapporto di parentela, oltre il rapporto di amicizia e, soprattutto, votare ad occhi aperti”.
Gerardo Ragosa